Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 05 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 3 febbraio 1998
l'ex colonia britannica traccia i bilanci dei primi difficili mesi di riunificazione

le tigri ferite

MA IL PADRONE CINESE HA DELUSO HONG KONG

di Paolo guzzanti / la stampa / 2 / 2

Una grossa berlina azzurra tirata su dal mare oltre il molo di tuen Mun. La gru è scarlatta. Le vittime erano due giovani. Si sono uccisi così: una corsa fino alla fine di Castle Peak Road, e poi il salto nelle acque plumbee. Il corpo del ragazzo era ancora incastrato sotto i sedili: Wong Chi-hong, 22 anni. Quello di lei era finito fuori. Suicidi per bancarotta. Lui maneggiava troppi soldi e aveva perso nel grande crak d'ottobre un milione e mezzo di dollari. Affogati : in una città in cui il denaro è assolutamente tutto, la catastrofe finanziaria si trasforma in disperazione esistenziale, vite a perdere.

Il crollo è cominciato a ottobre, quando la borsa era a sedicimila punti e qui si sognava di chiudere l'anno oltre i diciottomila. Ora è ferma a novemila punti e ha il fiato corto. Le monete hanno degli umori, ma si dubita che abbiano un'anima. Gli esseri umani si, e il panico rende evidente la loro malattia : insicurezza e terrore assoluto della povertà. Una città e una umanità coatta, sensibile come la pelle ustionata.

L'ustione è stato il crollo in borsa, poi queste nuove continue giornate di angosciosa crisi. Se la signorina Hung piange nel suo vestitino rosso in mezzo alla strada perchè ha perso tutto, la signorina Anson Chan Fang, ministra finanziaria della nuova autorità cinese, giura che non c'è nulla da temere : né nuove tasse né riduzione della spesa pubblica.

Ci saranno, ha detto, più disoccupazione e meno sviluppo, per un pò, ma poi tutto si aggiusterà. E sorride davanti ai fotografi con la sua bella faccia tonda. Però un sondaggio Gallup dice che il 30 per cento dei cittadini è seriamente

PECHINO LA UTILIZZA COME TERMOMETRO

E COME SPECCHIETTO MA LESINA I CAPITALI

---------------------------------------

preoccupato per il posto di lavoro e che il 21 è letteralmente terrorizzato per quello che può accadere.

E ciò che può accadere, di brutto e anzi e anzi di bruttissimo, è che la madrepatria cinese dovendo sciegliere se giocare alla grande potenza mondiale oppure alla grande potenza commerciale, svaluti il suo yuan e faccia morire il Sansone di Hong kong con tutti i suoi filistei occidentalizzanti ancora immersi nella fastosa memoria vittoriana, nel mito della polizia indiana con il turbante, dello scintillio delle vetrine e dell'abbondanza assolutamente liberale dei libri nelle librerie.

Per capire Hong Kong e la sua crisi occorre guardare la città attraverso il pertugio da cui la guarda la Cina. Per Pechino Hong Kong non è certamente la prima delle sue preoccupazioni, ma neppure l'ultima. Tuttavia svaluterà o non svaluterà, sulla base di calcoli più ampi che non quelli da cui dipende l'esistenza stessa di questa città.

Se la Cina sceglie la svalutazione, per Usa e Europa si prevede un periodo compreso fra i cinque e i dieci anni di depressione : tutte le merci a bassissimo costo si rovesceranno nei grandi magazzini d'Occidente, incapaci di reggere la concorrenza.

Il timore che ciò accada sta spingendo l'amministrazione di Bill Clinton a prendere di corsa iniziative pro- Cina, abbandonando la linea dura sulle due questioni che stanno più a cuore agli americani : la difesa del copyrght nel software e nei marchi di fabbrica e i diritti umani dopo la strage di tienanmen. L'America, calcolando anche di poter così lanciare una ciambella di salvataggio ad Hong Kong, ha spalancato le porte della sua diplomazia e sta operando la più grande intesa Pechino-washington dai tempi della diplomazia del ping pong di Richard Nixon.

La Cina ha accettato queste aperture. Per di più, come si è visto, una decisa e poco ortodossa influenza cinese ha giocato anche nella raccolta di fondi per la rielezione di Clinton, senza contare che costudisce nelle sue casse 125 miliardi di dollari con un debito quasi insignificante : appena il cinque per cento del suo prodotto interno lordo: Dunque per la Grande Madre non è un impresa terribile rimediare ai debiti delle sue banche, comprese quelle di Hong Kong.

In cambio la Cina chiede rispetto e trattamento da grande potenza. Il presidente Jiang Zemin ha ricevuto il sottosegretario americano alla Difesa William Cohen e lo ha portato a spasso nelle santabarbara segretissima dell'arsenale cinese. Nel frattempo liliberava il giovane dissidente Zhou Guoxiang dopo appena tre anni di galera durissima e faceva sapereche si stanno preparando le carte per scarcerare anche Wang Dan, il popolare leader per il quale si battono le organizzazioni americane per i diritti civili e che costituiva oggettivamente un ingombro. La sua festosa liberazione sarà il piccolo dono che verrà elargito al presidente Clinton che quest'anno andrà a Pechino, sempre che le sue intricate vicende erotiche e giudiziarie gli lascino il tempo per farlo.

Poi Jiang ha benignamente accettato che Cohen (un repubblicano arruolato da Clinton) consegnasse alcuni aiuti finanziari e materiali per i terremotati della provincia di Hebei e, ecco il punto, ha formalmente dichiarato e garantito che la Cina popolare non venderà più un solo missile da crociera antinave all'Iran, cosa che invece finora aveva creato gravissimi disturbi nell'amministrazione americana.

E questo è anche, sia detto per inciso, il motivo per cui il mite nuovo leader iraniano ha di colpo e irosamente accudato gli Stati Uniti di voler soggiornare la nazione persiana: l'Iran ha in batteria ben 200 missili cinesi ma da adesso in poi non avrà più neppure uno nuovo. Un punto per l'America.

Ma la Cina ha chiesto una significativa contropartita : ha chiesto lo status di nazione con interessi strategici nel Golfo del petrolio, con dignità e diritti. Un'altro segnale ulteriore la Cina l'ha fornito votando in Consiglio di Sicurezza contro Saddam per la questione della nazionalità dei commissari, fornendo così una prova ulteriore di solidità.

Che cosa significa tutto ciò ? Significa che la Cina sta comportandosi come se fosse ben disposta a pagare un prezzo anche alto dal punto di vista dei commerci, in cambio di una conquista ulteriore di status, patteggiato e garantito dagli Stati Uniti. Finché questo impegno e questa intesa reggono, Hong Kong è salva. Ma se quando decidesse di mandare al diavolo il prestigio e badare alla cassa, svalutando, per la città-Stato sarebbe (sarà) la fine, l'inabissamento della nuova Atlantide nel mitico cataclisma delle monete che spazzò via i mercati alla fine del secolo Ventesimo.

Prevedere come andrà a finire sarebbe temerario e anche ridicolo. Si può dire che in genere, quando un Paese intende svalutare per prima cosa grida ai quattro venti che non svaluterà mai e poi mai, cascasse il mondo. Elementare precauzione . Ma è il caso della Cina ? E' ciò che Hong Kong si chiede nei suoi incubi e nelle sue veglie. Quel che è certo è che la Cin, per quanto possa essere sincera e volenterosa nel difendere la sua valuta e il suo prestigio, non può permettersi di farlo a oltranza.

Ma usa Hong Kong come suo cannocchiale, termometro, passaporto e camuffamento. La città Stato è un paravento fantastico per le sue banche e per le sue "Red Chips", le aziende quotate in borza della Cina "rossa", sulle quali si erano accese attese eccessive e fantasiose. Non soltanto gli speculatori locali, ma un pò tutti in Asia e persino in Usa ed Europa, avevano immaginato che Hong Kong sarebbe diventata Bengodi, con continue iniezioni di capitali freschi spediti da Pechino e santuari speciali per le aziende cinesi con diritti di caccia e di profitto. Nulla di tutto questo è accaduto : La Cina non ha pompato denaro a vuoto su Hong Kong, non ha sostenuto le aziende malate. La conseguenza è stata, sia pure nel quadro dello sconquasso asiatico generale, il crollo dei miti e anche dei valori di borsa: Hong Kong viveva della solidarietà occidentale eccitata da questo interessantissimo connubio fra Cina comunista e puro capitalismo occidentale; e viveva molto al di sopra delle sue reali consistenze e possibi

lità perchè si aspettava che con l'arrivo della Grande Madre arrivasse anche papà Natale.

La novità e il nodo della crisi di questa città -Stato stanno tutti nella risposta a queste due ansie. Alla prima ansia. Alla prima ansia, che ne sarà di noi, la Cina ha risposto con indifferenza : fate quel che avete sempre fatto, noi non vi disturberemo, non manometteremo le vostre leggi e abitudini, non ci saranno regolamenti di conti, se non quelli delle banche.

Alla seconda ansia, quella degli attesi privilegi cinopopolari, Pechino ha risposto con una doccia fredda : nessun privilegio commerciale ed economico per voi ex sudditi di Sua maestà britannica, nessuna corsia preferenziale per Hong Kong. Risultato : la città non si sente più minacciata dalla Cina, ma semmai si sente negletta.

-------------------------------------------------

E IL FUTURO DELLA CITTA' E' LEGATO

ANCHE AI RAPPORTI CON GLI USA

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail