da Il Manifesto del 11-2-1998 (http://mir10.mir.it/mani/)--------------------------------------------------------------------------------
STRAGI in Algeria: chi sono i responsabili-mandanti di queste azioni orrende, degne solo della crudelta' tipica dell'essere umano? Il 10 gennaio scorso il Volkskrant (giornale cattolico olandese) titolava in una pagina interna piu' o meno cosi': "polizia ed esercito accusati delle stragi". Il giorno precedente si era infatti svolta a Bruxelles una conferenza, organizzata da Amnesty international, Reporter sans frontieres e da altre organizzazioni che ora non ricordo, dove si sosteneva questa accusa gravissima. Il telegiornale di stato olandese anche sottolineava ad ognuna delle sconvolgenti notizie provenienti dall'Algeria il fatto che fino a quel momento nessuna delle stragi era mai stata rivendicata da alcun gruppo. Giunto in Italia il giorno dopo mi sono trovato in un mondo diverso: nessuna traccia della conferenza di Bruxelles, nessun dubbio sulla responsabilita' dei folli islamisti, nessuna domanda sul "a chi giovi" questa sequenza di orrori. Addirittura leggo in una lettera aperta sul manifesto, che "d
opo ogni atto di sterminio i Gruppi islamici armati lo rivendicano".
Avro' perso qualche pezzo del puzzle, ma non capisco. E' possibile verificare:1) le affermazioni (riportate sul Volkskrant citato) secondo cui le stragi verrebbero effettuate dove il partito islamico aveva ricevuto i piu' ampi consensi nelle prime elezioni poi annullate? 2) cosa sia vero riguardo le rivendicazioni? e magari porsi la domanda che mi sembra mancare sulla stampa italiana: "a chi giova questo cruentissimo sibilar di sciabole?".
Mario Frasca e-mail
--------I veri responsabili
IN ALGERIA, dopo l'indipendenza sotto il governo di Boumedienne, la terra divenne proprieta' dello stato che esproprio' i possedimenti dei grandi proprietari distribuendoli ai contadini poveri che, riuniti in cooperative socialiste la lavoravano rivendendone i prodotti presso i mercati locali. Per le colture estensive, invece, lo stato gestiva la raccolta e la vendita presso i mercati esteri. Oggi con la scomparsa della gestione collettivistica, l'industria pensante - un tempo statale - e' stata spartita tra vari clan e privati, nazionali ed esteri.
Il nodo centrale della "questione algerina" che molti ignorano, ma che moltissimi fingono di non conoscere, si racchiude nei termini del piu' feroce sfruttamento del profitto e di quella che i francesi definiscono "revanche". E' fin troppo chiaro che la terra, ancora di proprieta' statale, fa gola agli ex-latifondisti. Essi, allo scopo di riottenere le loro proprieta', hanno seguito il consueto sistema di incaricare altri di svolgere il lavoro "sporco"; il massacro di poveri innocenti, di donne, di bambini, di anziani, viene effettuato dietro lo schermo del cosiddetto integralismo islamico. E' cosi' che i contadini vengono uccisi in maniera efferata e crudele, villaggi interi vengono bruciati, con l'ormai evidente scopo di spingere la popolazione locale ad abbandonare le campagne per la "relativa" sicurezza della citta' ove la morte non giunge sotto forma di sgozzamento o per fiamma ossidrica, ma al massimo per le autobombe o per le pallottole vaganti. Sempre che non si tratti di intellettuali democratici: i
n questi casi colpire una persona che sa gia' di essere condannata a morte, spinge all'uso delle piu' sicure armi da fuoco. Inoltre l'omicidio e la violenza sulle donne e perfino sulle bambine ha lo scopo di fare dimenticare anche le timide riforme in materia di famiglia solo iniziate dal regime socialista.
Dinanzi a tale situazione il governo italiano e la stessa opinione pubblica non hanno assunto alcuna posizione precisa. Anzi, risulta ormai chiaro che rappresentanti del Fis, cioe' l'organizzazione responsabile della politica di terrore nei confronti del popolo algerino, soggiornano in Europa ed anche in Italia ove riscuotono - nonostante le efferatezze commesse - anche credibilita' presso organizzazioni di tipo "umanitario". Ecco perche' ad uno come me che conosce assai bene la situazione algerina e che denuncia il vero ruolo del Fis e dei suoi sicari (Gia) viene riservato - proprio dalla Comunita' di S. Egidio, un trattamento incomprensibile se non ostile.
A tale proposito val la pena rammentare cio' che in una lunga intervista concessa a La Repubblica Andre' Glucksmann afferma: "La Comunita' di S. Egidio sara' condannata dalla storia come complice: non si tratta con i criminali, ... ha accettato che chi ha commesso crimini contro l'umanita' si sieda al tavolo del negoziato... Questo vuole dire gettare olio sul fuoco...".
Kamal Boukarras Circolo C. Ravera Roma
--------Basta con l'ipocrisia
NON VOGLIAMO l'intervento straniero in Algeria perche' ci ricorda in primo luogo il colonialismo; poi ovunque sono intervenuti gli occidentali, le cose sono peggiorate: la spartizione della Palestina; il sostegno alla dittatura del famigerato Mobutu in Congo; il contributo all'esplosione dell'Afganistan; ora state affamando il popolo iracheno; e, come sta la Somalia dopo l'operazione "restore hope"?
Ma torniamo alla nostra tragedia. Le cause principali sono: l'incapacita' dei nostri dirigenti politici e la posizione geostrategica del paese e gli immensi giacimenti che fanno gola alle potenze straniere. All'indomani dell'indipendenza, il movimento nazionale aveva un progetto di societa' pieno di contraddizioni: elementi di modernismo condizionati da altri arcaici. Gli europei hanno mostrato molta simpatia e niente di piu'. Cosi' per rimettere il paese in piedi i nostri dirigenti scelsero il clan dei sovietici. Il primo passo sbagliatissimo fu di affidare la scuola ai "nostri fratelli" egiziani, siriani, iracheni... perche' avevamo pochissimi insegnanti. I medio-orientali portarono nella nostra scuola l'ideologia "baath-islamista" e fecero di tutto per cancellare la cultura locale. Nella scuola hanno seminato l'odio e sradicato la razionalita'. E quando la Cia presento' i "moujahidin" afgani come i nostri fratelli, eroi della liberta', non furono necessari tanti sforzi per convincerci. Per darvi un esempi
o: il mio primo fglio ha quasi 20 anni e nessuno degli altri quattro, ha mai messo piede nel mio paesino natale perche' sono stato condannato a morte nell '80 dai compaesani arabofoni per aver non solo sposato una berberofona, ma anche per aver lottato per la causa politico-culturale dei berberi.
La violenza e' parte integrante della vita nell'islam; basti rammentare che i califi successori di Maometto sono stati assassinati e uno di loro e' stato perfino seppellito in un cimitero ebraico tanto gli anatemi contro di lui erano pesanti. Molti sono orgogliosi delle conquiste fatte con la spada invece che con il verbo. Il vocabolo "assassino" viene dall'arabo: "hasciascin". Negli anni ottanta gli islamici ci promisero, per bocca di Ali Benhadj (numero due del Fis), che "per purificare la umma (la nazione) e' necessario eliminare i due terzi degli algerini, che sia fatta la volonta' di dio, noi siamo pronti ad eseguirla!". Notiamo che il termine "purificazione" non e' un caso. A conferma aggressioni contro le donne vestite all'occidente e gli intellettuali francofoni e poi contro tutti quelli che non la pensano come loro. Nel '87 hanno bruciato viva una vedova e suo il suo bambino solo perche' sospettata di prostituzione. Una legge di stato minaccia ancora di rappresaglie il non impiego dell'arabo nelle r
elazioni pubbliche. Perche' minacciare poiche' "unanimemente aderiamo spontaneamente e di tutto cuore" al progetto arabo-islamico.
Ora che gli islamisti mettono in opera il genocidio gli europei si chiedono chi lo fa. Lo sapete bene. Si nascondono da voi, raccolgono i fondi e comperano le armi in Europa e in America. Li avete addestrati in Afghanistan per impedire l'emergenza di uno stato democratico in Algeria, capace di rivalutare i nostri giacimenti e di farne beneficiare il popolo. Questo stato democratico potrebbe contaminare le altre ragioni del terzo mondo spogliate delle risorse come noi. Brutto affare per i magnati del mondo. Il genocidio e' opera di chi l'ha promesso poi rivendicato: gli islamici. Certi pensano legittimare il terrorismo col fatto che il governo algerino e' brutale e corrotto: dimenticano che i corruttori sono gli industriali occidentali, che il denaro sporco finisce nelle banche occidentali. Lottate contro i corruttori, pulite in casa vostra, cessate di esportarci la mafia, non avremmo governi corrotti.
Alcuni di voi dicono che la violenza e' nata dalla marginalizzazione di ampi ceti della popolazione. Se fosse cosi' il mondo intero sarebbe in fiamme, perche' la miseria non e' monopolio nostro. Altri dicono bisogna associare gli islamisti "moderati" al governo. Ebbene all'esperienza iniziata dal '94 gli islamisti sono passati dall'assassinio individuato alla barbaria totale. Giudicate da soli: un islamista "moderato" ministro in carica, facendo finta di stupirsi ha detto in una sua predica "ma perche' assassinate tutti questi poliziotti, tutti questi intellettuali, mica sono tutti comunisti (intendete democratici)?". Oggi piu' della meta' dei ministri sono islamisti cosi' detti "moderati" eppure l'orrore e' al colmo: essi non vogliono esser associati solamente al governo, essi vogliono tutto il potere, dunque aumentano la pressione sul popolo sperando assoggettarlo.
A questo punto dico che il compromesso storico deve essere considerato fallito. In Algeria ci sara' posto solo o per un governo democratico o per uno islamico, e in quest'ultimo caso sara' tanto peggio per noi e anche per tutto il mare nostrum se non per l'umanita' intera. La nostra e' una lotta di civilta' contro la barbarie e vinceremo.
Saci, militante di Tahadi-tafath (ex Pags) Algeri
risponde - GIULIANA SGRENA "A chi giova questo cruentissimo sibilar di sciabole?" Cominciamo da qui. Le altre lettere pubblicate gia' rispondono in qualche modo alla domanda, illustrando gli interessi che si nascondono dietro il conflitto algerino. Gli idrocarburi, innanzitutto. Questo spiega per esempio l'atteggiamento degli Stati uniti nei confronti dell'Algeria. Fino al 1995 hanno appoggiato gli islamisti, che avevano promesso - con un accordo scritto firmato dal Fis e la Cia - una volta arrivati al potere, di sostituire gli Usa alla Francia nello sfruttamento delle risorse energetiche. La situazione destabilizzata e la necessita' da parte del regime di nuovi investimenti stranieri hanno fatto si' che gli americani conquistassero un nuovo mercato e lo sfruttamento dei giacimenti algerini anche senza gli islamisti al potere e cosi' hanno potuto cambiare posizione e avallare l'elezione di Zeroual. Vista la posta in gioco, non ci si puo' meravigliare che gli interessi economici determinino oltre alle scelte
degli stati anche quelli dell'informazione.
Le cause della crisi non sono tuttavia solo esterne. La storia dell'Algeria spiega le ragioni che hanno alimentato la crescita del movimento islamista, utilizzato per contrastare le forze democratiche. E ora gli islamisti scatenano la loro violenza contro chi contrasta il loro progetto di stato islamico. Una violenza che comincia negli anni 70, contro la riforma agraria. Gia' le terre, che per gli islamisti non possono essere ridistribuite perche' assegnate da dio. La tesi che ora i massacri siano funzionali alla privatizzazione delle terre, per quanto suggestiva forse e' un po' azzardata. Ma non c'e' dubbio che questa situazione destabilizzata puo' favorire anche settori del potere, e proprio per le privatizzazioni in corso di settori importanti. E il ministero che si occupa di questo e' in mano a Hamas.
Comunque le rivendicazioni dei massacri da parte dei Gia non sono certo uno "scoop" del "manifesto". Sono arrivate per bocca dei loro rappresentati, a Washington e a Londra. Questo non esclude le responsabilita', pesanti, dei militari che non proteggono la popolazione. Per paura, indifferenza o per permettere un regolamento di conti tra le varie fazioni armate? I villaggi colpiti ultimamente erano proprio quelli che in passato aveva appoggiato il Fis e il suo braccio armato, l'Ais. In questi casi, secondo il Fis si tratterebbe proprio di una vendetta di un gruppo del Gia, contro il Fis.