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Radio Radicale Roberto - 11 febbraio 1998
SARAJEVO SI SVEGLIA SPACCATA DA UN MURO
Eretto dai serbi per protesta contro un arresto

di Ingrid Badurina, La Stampa 11-2-1998 (www.lastampa.it)

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ZAGABRIA, NOSTRO SERVIZIO - Con un muro alto due metri e che cresce di ora in ora, i serbi di Bosnia continuano la protesta per l'arresto del loro connazionale Goran Vasic. Fermato quattro giorni fa dalla polizia bosniaca nei pressi della linea di separazione tra la Federazione musulmano-croata e la Republika Srpska, Vasic e' accusato d'aver ucciso nel gennaio del '93 l'allora vicepremier bosniaco Hakija Turajlic. Ieri pomeriggio alcune centinaia di giovani serbo-bosniaci hanno costruito, mattone su mattone, un grande muro sulla strada che da Sarajevo porta verso il sobborgo di Lukavica. Sotto gli sguardi dei soldati della Sfor, le cui autoblindo erano stazionate lungo la vecchia linea del fronte, i serbi hanno portato sul posto sei camion carichi di materiale da costruzione e si sono messi al lavoro. Il muro vuole essere il simbolo della separazione definitiva tra le due entita' bosniache.

Subito dopo l'arresto di Vasic i serbi avevano preso in ostaggio due autobus provenienti dalla capitale con a bordo una ventina di musulmani. Alcuni erano stati portati nel carcere di Lukavica, altri erano stati rinchiusi in case private. Ma in seguito alle pressioni delle forze dell'Onu e della Nato gli ostaggi erano stati liberati. Lunedi' pomeriggio 500 manifestanti serbo-bosniaci avevano nuovamente bloccato il traffico proveniente da Sarajevo, prendendo ancora una volta in ostaggio autobus e vetture private con passeggeri musulmani. Nel giro di poche ore tutti erano stati rilasciati, ma la protesta dei serbi che vogliono la liberazione di Vasic e' continuata.

Il ministero degli Interni di Sarajevo ha confermato che Vasic e' incriminato per l'assassinio dell'ex vicepremier: avrebbe sparato a bruciapelo sette colpi di pistola contro Turajlic che viaggiava a bordo di un'autoblindo dell'Onu fermato dalle milizie serbo-bosniache. Il killer aveva intimato a Turajlic di scendere dal veicolo e l'aveva freddato sotto gli occhi dei caschi blu dell'Unprofor che avevano il compito di proteggerlo.

Secondo il portavoce dell'Onu Aleksander Ivanko, Vasic e' stato maltrattato dagli agenti bosniaci. "Riteniamo che al momento dell'arresto sia stata usata una violenza inutile. Vasic e' stato picchiato mentre era sdraiato per terra. Si tratta di misure contrarie alle regole di polizia", ha detto Ivanko, annunciando che l'Iptf (le forze di polizia internazionali stazionate in Bosnia) aprira' un'inchiesta sulla procedura d'arresto e, se necessario, fara' licenziare i poliziotti colpevoli. Sembra pero' che siano state le unita' speciali della polizia segreta di Sarajevo ad arrestare Vasic: "Erano in borghese e portavano armi non autorizzate", ha dichiarato Ivanko.

Intanto, pero', le forze Onu di Sarajevo hanno mandato al Tribunale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia tutte le prove a carico di Vasic. Sara' la corte a decidere se il caso verra' trasferito all'Aia o se il processo contro il serbo-bosniaco verra' affidato alle autorita' giudiziarie bosniache. Secondo Ivanko, il Tribunale dell'Aia potrebbe anche decidere che non ci sono elementi sufficienti per procedere contro Vasic, che in questo caso dovrebbe ritornare in liberta'.

 
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