DOCUMENTO DI LAVORO SUI COSTI DELLA NON-COMUNICAZIONE IN EUROPA
Esposizione e discussione in commissione istituzionale.
Martedì 27 gennaio 1998.
SPAAK (ELDR): Rapidamente Signor presidente, volevo dire che nell'insieme davvero sono d'accordo con quello che diceva prima l'On. Manzella. Per quanto riguarda ciò che si dice nella relazione Dell'Alba a proposito dell'esperanto è una specie di quesito che pone, non mi sembra che si pronunci, spero almeno. L'esperanto non è una lingua che si basa su una cultura. E questo che mi da noia nell'esperanto. E' importante per la diversità culturale dell'Europa che noi accettiamo con tutti i problemi che questo porrà con l'ampliamento, che, come diceva l'On. Manzella, si faccia una distinzione tra informazione e comunicazione. E' chiaro che per l'informazione tutti hanno diritto a riceverla nella loro lingua. Per quanto riguarda la comunicazione, secondo me, prima o poi, dovremo avere il coraggio di scegliere un certo numero di lingue, che rimarranno le lingue di comunicazione, il che incoraggia i giovani a imparare queste lingue, o alcune di esse. Il che per loro è senz'altro vantaggioso. Ma mi limiterò a questo.
Credo che l'esperanto sia molto riduttivo per quanto riguarda lo spazio culturale che per noi è qualcosa di essenziale nella costruzione europea.