A mio parere l'esecuzione di Karla Tucker non è particolarmente vergognosa; è
sicuramente meno vergognosa di altre migliaia di esecuzioni capitali che
vengono praticate ogni anno in tutto il mondo.
Da quanto ho letto sui giornali per la Tucker c'è stato un processo regolare,
la colpevolezza è stata provata al di là di ogni ragionevole dubbio ed è
stata eseguita la condanna secondo quanto stabilisce la legge del Texas.
E' un fatto che per altre migliaia di persone condannate a morte queste
garanzie non esistano.
Le uniche ragioni che possono far ritenere vergognosa questa esecuzione sono
quelle di chi ritiene che il diritto di Karla Tucker a non essere uccisa
dallo Stato fosse garantito o dal fatto che ormai da più di un secolo non si
uccidono donne in Texas (razza in via di estinzione da tutelare ?), ovvero
dal fatto che non si è più pericolosi per la società, ovvero perchè ci si è
pentiti e convertiti al buon Dio.
A mio parere sono vergognose le leggi che consentono ai giudici di mettere
a morte i cittadini e non le sentenze o le esecuzioni delle condanne che vi si
adeguino. Chiedere a Bush di graziare la Tucker perchè non è più pericolosa,
o ad Allen di graziare O'Dell perchè forse era innocente, non è funzionale
alla campagna per l'affermazione del diritto a non essere uccisi dallo Stato;
gli americani infatti, gente che va al sodo delle questioni (mi dicono),
ammesso e non concesso (e per ora non lo concedono) che acconsentano a
riconoscere l'esistenza di alcune esimenti dalla condanna a morte (dubbi sulla
colpevolezza, assenza di pericolosità sociale ecc.), sosterrebbero
(insieme ad eminenti giuristi) che allora in altri casi, ad esempio quando un
cittadino sia reo confesso e pericoloso per la società, la condanna a morte
sarebbe assolutamente doverosa. E potremmo stare tranquilli che, affermati
questi principi, gli americani continuerebbero a eseguire condanne a morte
fino al 3000.
Ritengo che l'obbiettivo della abolizione della pena di morte e quindi
dell'affermazione di un nuovo diritto umano, sia funzionale al riconoscimento
sul piano transnazionale del principio sancito nel preambolo allo Statuto del
partito radicale che proclama "la vita del diritto per il diritto alla vita",
e quindi al conferimento alle Nazioni Unite di una sia pur imperfetta e debole, ma
comunque importantissima, potestà normativa in materia di diritti umani.
Questa potestà normativa è l'unica in grado di poter assicurare in
prospettiva il diritto alla vita di milioni di cittadini in tutto il mondo.
Se il problema fosse infatti solo quello di salvare il maggior
numero di vite umane nell'immediato, attività più che nobile, darei le
100.000 lire di iscrizione per il 1998 (mi iscrivo venerdì), non a Nessuno
Tocchi Caino ma alla Croce Rossa o ai Medici Senza Frontiere e il mio investimento sarebbe
nell'immediato sicuramente più produttivo.
Le campagne sui singoli casi di condannati a morte americani si rivelano
invece, sempre più un efficace mezzo di propaganda del montante
"antiamericanismo" nostrale e non solo. Queste campagne sono controproducenti
per l'affermazione sul piano internazionale del diritto a non essere uccisi,
quanto le campagne del Manifesto e di Costanzo lo sono per la possibilità della
Baraldini di scontare la pena in Italia. Quando infatti la faziosità prevale
sulle ragioni che sostengono un'azione, diventa arduo convincere
il nostro interlocutore della loro bontà.
--- MMMR v4.00reg