Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 06 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Matteo - 11 febbraio 1998
TUCKER

A mio parere l'esecuzione di Karla Tucker non è particolarmente vergognosa; è

sicuramente meno vergognosa di altre migliaia di esecuzioni capitali che

vengono praticate ogni anno in tutto il mondo.

Da quanto ho letto sui giornali per la Tucker c'è stato un processo regolare,

la colpevolezza è stata provata al di là di ogni ragionevole dubbio ed è

stata eseguita la condanna secondo quanto stabilisce la legge del Texas.

E' un fatto che per altre migliaia di persone condannate a morte queste

garanzie non esistano.

Le uniche ragioni che possono far ritenere vergognosa questa esecuzione sono

quelle di chi ritiene che il diritto di Karla Tucker a non essere uccisa

dallo Stato fosse garantito o dal fatto che ormai da più di un secolo non si

uccidono donne in Texas (razza in via di estinzione da tutelare ?), ovvero

dal fatto che non si è più pericolosi per la società, ovvero perchè ci si è

pentiti e convertiti al buon Dio.

A mio parere sono vergognose le leggi che consentono ai giudici di mettere

a morte i cittadini e non le sentenze o le esecuzioni delle condanne che vi si

adeguino. Chiedere a Bush di graziare la Tucker perchè non è più pericolosa,

o ad Allen di graziare O'Dell perchè forse era innocente, non è funzionale

alla campagna per l'affermazione del diritto a non essere uccisi dallo Stato;

gli americani infatti, gente che va al sodo delle questioni (mi dicono),

ammesso e non concesso (e per ora non lo concedono) che acconsentano a

riconoscere l'esistenza di alcune esimenti dalla condanna a morte (dubbi sulla

colpevolezza, assenza di pericolosità sociale ecc.), sosterrebbero

(insieme ad eminenti giuristi) che allora in altri casi, ad esempio quando un

cittadino sia reo confesso e pericoloso per la società, la condanna a morte

sarebbe assolutamente doverosa. E potremmo stare tranquilli che, affermati

questi principi, gli americani continuerebbero a eseguire condanne a morte

fino al 3000.

Ritengo che l'obbiettivo della abolizione della pena di morte e quindi

dell'affermazione di un nuovo diritto umano, sia funzionale al riconoscimento

sul piano transnazionale del principio sancito nel preambolo allo Statuto del

partito radicale che proclama "la vita del diritto per il diritto alla vita",

e quindi al conferimento alle Nazioni Unite di una sia pur imperfetta e debole, ma

comunque importantissima, potestà normativa in materia di diritti umani.

Questa potestà normativa è l'unica in grado di poter assicurare in

prospettiva il diritto alla vita di milioni di cittadini in tutto il mondo.

Se il problema fosse infatti solo quello di salvare il maggior

numero di vite umane nell'immediato, attività più che nobile, darei le

100.000 lire di iscrizione per il 1998 (mi iscrivo venerdì), non a Nessuno

Tocchi Caino ma alla Croce Rossa o ai Medici Senza Frontiere e il mio investimento sarebbe

nell'immediato sicuramente più produttivo.

Le campagne sui singoli casi di condannati a morte americani si rivelano

invece, sempre più un efficace mezzo di propaganda del montante

"antiamericanismo" nostrale e non solo. Queste campagne sono controproducenti

per l'affermazione sul piano internazionale del diritto a non essere uccisi,

quanto le campagne del Manifesto e di Costanzo lo sono per la possibilità della

Baraldini di scontare la pena in Italia. Quando infatti la faziosità prevale

sulle ragioni che sostengono un'azione, diventa arduo convincere

il nostro interlocutore della loro bontà.

--- MMMR v4.00reg

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail