("La Repubblica" dell'11/2/98, pagine sportive)"Messina - Prosegue la tournèe italiana dell'Obilic di Belgrado, la squadra che appartiene al "comandante Arkan", cioè Zeljco Raznatovic, cioè il Boja che durante la guerra nell'ex Jugoslavia si è reso responsabile di massacri e nefandezze in serie.
Dopoaver giocato la scorsa settimana contro il Vicenza, ora l'Obilic è in Sicilia: approfitta della sosta del campionato serbo per preparare la ripresa al sole. E naturalmente all'ordine del giorno sono le polemiche: lecito o meno giocare contro la squadra del Boia? Dal Vicenza risposero, colpevolmente: <>; in Sicilia, l'imbarazzo è evidente e difatti il Messina, che avrebbe dovuto scendere in campo contro i serbi, si è tirato indietro.Ora l'Obilic giocherà con il Milazzo (oggi) e poi ancora a Barcellona Pozzo di Gotto (domani); e intanto, per bocca del general manager Zoran Petrovic, società e squadra rifiutano di parlare d'altro che non sia il calcio: <>. E poi, sempre Petrovic: <>.L'ultima battuta del signor Petrovic è un autogol: basta scorrere i vari inserimenti che ho fatto in passato su Arkan e sul signor Giovanni De Stefano, tra l'altro presidente del Campobasso calcio, per verificare chi sono i mafiosi...
Anche la Federcalcio italiana può permettersi di dire, come i giocaotri serbi, "pensiamo al calcio e non ci interessa altro"?!
Anche il Messina gioca al calcio ma ha anche saputo pensare ad altro!
Che fare?