Nota informativa a cura del Partito Radicale, New York, Marzo 1998
"La Sessione speciale dell'Assemblea generale sul controllo internazionale delle droghe, prevista per il mese di giugno, darà inizio alla vera e propria guerra alle droghe e convincerà le nazioni e i popoli del fatto che può esistere un mondo senza droghe".
Pino Arlacchi, Direttore dell'Ufficio ONU per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine, 18 febbraio 1998, Nazioni Unite, New York.
1. INTRODUZIONE
L'Assemblea Generale dedicherà una sessione speciale alla lotta contro la produzione, la vendita, la domanda, il traffico e la distribuzione illegali di droghe e sostanze psicotrope, e contro le attività ad esse correlate.
La sessione adotterà una dichiarazione politica solenne in cui gli Stati membri rinnoveranno il loro impegno nella lotta contro le droghe, in particolar modo attraverso l'implementazione delle Convenzioni internazionali e delle altre politiche dell'ONU. Sarà anche approvata una dichiarazione sulla riduzione della domanda, a generico sostegno dei programmi di prevenzione, educazione, trattamento e riabilitazione.
Alcune misure specifiche saranno proposte al fine di rafforzare il sistema della cooperazione internazionale per la lotta contro le droghe, principalmente nel campo della cooperazione giudiziaria, del riciclaggio di danaro sporco, dei precursori chimici e delle droghe sintetiche e dell'eradicazione delle colture. Nessuna valutazione, revisione o emendamento delle Convenzioni ONU è all'ordine del giorno della Sessione Speciale dell'Assemblea Generale.
E' previsto che Capi di Stato, Primi Ministri e rappresentanti governativi di massimo livello partecipino al fine di confermare l'impegno dei propri paesi nella guerra proibizionista alle droghe.
Non è prevista la discussione di alcun tema controverso, come la riduzione del danno, la depenalizzazione o la legalizzazione di un qualsiasi tipo di trattamento o di droga. Effettivamente, le Nazioni Unite non hanno il compito di affrontare aspetti che sono di competenza dei governi nazionali, ma devono semplicemente facilitare la cooperazione internazionale e controllare il traffico di quantità autorizzate (a scopo medico o scientifico) di sostanze illecite. In pratica però le Nazioni Unite giocano un ruolo importante nella promozione di legislazioni proibizioniste in tutto il mondo, e la cooperazione internazionale incoraggiata dall'ONU riguarda principalmente la repressione della produzione e del traffico di droghe illegali.
Le Convenzioni ONU, i programmi e le agenzie specializzate stanno dunque esercitando una forte pressione politica contro la possibilità di esplorare nuove politiche che siano alternative all'attuale guerra alle droghe. Basterebbe che alcuni Stati membri autorizzassero un consistente mercato legale di sostanze oggi illegali, per generare la necessità di una ridiscussione dell'intero sistema ONU di lotta alle droghe. Per tali ragioni è estremamente importante che la Sessione speciale delle Nazioni Unite sia raggiunta dalla voce di chi propone soluzioni alternative sul problema droga.
CHI E` CHI
ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE (UNGA): è l'organo principale in cui le Nazioni Unite adottano risoluzioni, convenzioni, protocolli e approvano finanziamenti. L'Assemblea serve anche come forum dove i 185 governi esprimono le proprie posizioni.
CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE (ECOSOC): è formato da 54 Stati membri eletti; tra le varie competenze, è responsabile della formulazione delle politiche Onu in materia di controllo dell'abuso di droghe; inoltre coordina le attività connesse con vari programmi economici e sociali delle Nazioni unite di controllo degli stupefacenti, inviando raccomandazioni specifiche agli Stati membri.
COMMISSIONE SULLE DROGHE (CND): è formata da 53 Stati membri eletti, ed è una delle sei commissioni funzionali dell'ECOSOC. Assiste il Consiglio nella supervisione dell'applicazione delle Convenzioni internazionali e degli accordi internazionali in materia di droghe e sostanze psicotrope. La Commissione è il principale organo dell'Onu in materia di politiche ralative al controllo dell'abuso di droghe; ad essa spetta di valutare possibili cambiamenti richiesti dalle Nazioni Unite in materia di droghe, ivi compresa la preparazione di nuove convenzioni e di ulteriori strumenti internazionali.
PROGRAMMA DI CONTROLLO DROGHE DELL'ONU (UNDCP): consiglia e assiste i governi e le agenzie specializzate sulla implementazione del sistema di trattati internazionali per la lotta alla droga.
2. STORIA E AGENDA DELLA SESSIONE SPECIALE
Il 28 ottobre 1993 l'Assemblea Generale, con la risoluzione A/48/12, richiede all'ECOSOC di esaminare la situazione della cooperazione internazionale per la lotta alla produzione, vendita, domanda, traffico e distribuzione illegale di stupefacenti e sostanze psicotrope, alfine di raccomandare nuovi mezzi per migliorare tale cooperazione.
Il 27 luglio 1995, l'ECOSOC con la risoluzione 1995/40, dopo aver preso in considerazione le raccomandazioni del Direttore esecutivo dell'UNDCP e la risoluzione della CND, raccomanda che l'Assemblea Generale e la CND prendano in considerazione in via prioritaria la proposta di convocare una conferenza internazionale al fine di valutare la situazione internazionale e la situazione della cooperazione internazionale per la lotta alla droga.
Il 21 dicembre 1995, la risoluzione A/50/631 dell'Assemblea Generale richiede alla CND di discutere prioritariamente la questione relativa alla tenuta di una conferenza internazionale, concentrandosi inter alia sull'assestamento delle strategie esistenti e sulla possibilità di nuove strategie, metodi e misure pratiche, nonché azioni concrete per rafforzare la collaborazione internazionale in materia di droghe.
Il 23 luglio 1996, la risoluzione 1996/17 dell'ECOSOC esprime il sostegno del Consiglio alla proposta di tenere la conferenza.
Il 12 dicembre 1996, la risoluzione A/RES/51/64 dell'Assemblea Generale decide di "convocare una sessione speciale (dell'Assemblea) per prendere in considerazione la lotta contro la produzione, la domanda, il traffico e la distribuzione illegali di stupefacenti e sostanze psicotrope e le attività ad esse correlate, cosiccome la proposta di nuove strategie, metodi, attività pratiche e misure speciali per rafforzare la cooperazione internazionale in materia di droghe illecite". Nella stessa sessione la risoluzione ricorda che la sessione speciale "dovrà accertare la situazione esistente nel quadro di un più ampio e bilanciato approccio che includa ogni aspetto del problema, alfine di rafforzare la cooperazione internazionale [...], le convenzioni Onu in materia di droghe del 1988, e le altre rilevanti convenzioni o strumenti internazionali."
La CND viene incaricata di agire come organo preparatorio della sessione speciale, con il mandato di identificare più precisamente le questioni che la sessione speciale dovrà prendere in considerazione. La prima riunione della Commissione, tenutasi a Vienna dal 26 al 27 marzo 1997, è stata dedicata alla preparazione della sessione speciale. La commissione ha convenuto che le seguenti questioni siano prese in considerazione durante il processo preparatorio:
1. Riaffermazione dell'impegno politico dei governi per il controllo internazionale delle droghe.
2. Riduzione della domanda: adattamento dei principi guida sulla riduzione della domanda e proposte di implementazione.
3. Misure strategiche:
a) misure per contrastare la produzione, il traffico e l'abuso di droghe sintetiche;
b) misure per intensificare il controllo e il monitoraggio di precursori chimici spesso utilizzati nella preparazione di droghe illecite;
c) misure per promuovere la cooperazione giudiziaria;
d) misure per contrastare il riciclaggio di danaro;
e) eradicazione delle coltivazioni illecite e sviluppo alternativo.
La Commissione droghe ha convocato tre riunioni informali in luglio, ottobre e dicembre 1997, per discutere le summenzionate questioni.
Dal 16 al 20 marzo 1998, si terrà a Vienna la seconda sessione della CND che funge da commissione preparatoria per la sessione speciale dell'Assemblea generale. Questa sessione della Commissione sarà l'ultima prima dell'appuntamento di giugno, ed è incaricata di finalizzare i documenti che saranno presentati alla sessione speciale. Quanto segue sono i punti all'ordine del giorno della Commissione:
a) proposta di agenda per la sessione speciale dell'Assemblea generale;
b) relazioni delle riunioni informali tenutesi sino ad ora;
c) elementi d'inclusione della bozza di dichiarazione politica;
d) bozza di dichiarazione sui principi guida per la riduzione della domanda;
e) altre proposte da presentare alla sessione speciale;
f) regime di controllo internazionale: rafforzare i meccanismi ONU di controllo sulle droghe.
3. CONTENUTI E COMMENTI
La sessione speciale non è stata pensata come un'occasione per riconsiderare le politiche in materia di droghe delle Nazioni Unite. E' comunque interessante notare come ogni riferimento a una possibile "valutazione della situazione internazionale e delle status della cooperazione internazionale" sia presto scomparso dai documenti Onu, prontamente sostituito dalla necessità di rafforzare la cooperazione internazionale e accertare lo status quo.
Una valutazione della situazione avrebbe implicato il dover prendere in considerazione i disastrosi risultati delle politiche proibizioniste sulle droghe in tutto il mondo. I dati possono essere facilmene trovati in documenti ufficiali come il rapporto droghe 1997 dell'UNDCP, secondo cui:
- la produzione illecita di oppio è più che triplicata dal 1995;
- la produzione illecita di coca è raddoppiata tra il 1985 e il 1994;
- dalla metà degli anni '80 in tutto il mondo si è verificata un'esplosione della produzione di droghe sintetiche con un aumento del 900% dei sequestri di sostanze;
- il totale del giro d'affari dell'industria legata alle droghe illegali è stimata intorno ai 400 miliardi di dollari, pari all'8% del commercio mondiale.
Nessuno di tali dati sarà preso in considerazione dalla sessione speciale, inoltre nessun approccio alternativo verrà discusso né tantomeno nessuna revisione delle Convenzioni internazionali sarà proposta. Il solo obiettivo della sessione è quello di trovare il modo di rafforzare le attuali politiche, il che significa destinare più risorse agli strumenti del controllo internazionale delle droghe. Quanto segue è una breve rassegna dei differenti punti poco sopra elencati.
DICHIARAZIONE POLITICA
Lo scopo della dichiarazione politica è quello di contribuire a rafforzare la volontà politica degli Stati membri, di aumentare il numero degli Stati parte dei trattati internazionali e di far progredire la messa in atto delle Convenzioni.
Come già accennato, la versione finale della dichiarazione politica sarà discussa a marzo a Vienna. I due documenti disponibili fino ad ora sono le bozze preparate dall'Unione europea e degli USA.
Il testo dell'UE, dopo aver notato che "la situazione internazionale non è migliorata":
- riafferma l'impegno politico di tutti gli Stati membri a combattere il fenomeno droga e richiama l'urgente necessità per la comunità internazionale di aumentare i propri sforzi nella lotta alla droga;
- fa appello alla ratificazione delle Convenzioni;
- ricorda la necessità di rafforzare e migliorare le attuali misure dell'Onu sul controllo delle droghe, anche dal punto di vista dei finanziamenti.
Il testo americano, usato fino ad oggi come base per le discussioni dei gruppi di lavoro, afferma che:
- la lotta alla droga deve essere guidata dalla messa in atto delle Convenzioni Onu sugli stupefacenti da parte delle giurisdizioni nazionali, le quali devono fornire gli strumenti per attaccare ogni aspetto del traffico illecito di droghe;
- la coltivazione illecita di oppio e coca deve essere eliminata entro il 2008, usando ogni mezzo disponibile, comprese le politiche di sviluppo alternativo.
Con queste premesse la dichiarazione politica non esprimerà nient'altro che il rinnovato impengo degli Stati membri dell'Onu nella 'guerra alla droga'. Questo impegno, tanto deciso quanto velleitario, rappresenta in realtà la profonda debolezza della macchina Onu in materia di droghe. Non può sfuggire il fatto che la solenne dichiarazione di guerra viene proclamata proprio all'apice della sconfitta su scala planetaria.
DICHIARAZIONE SUI PRINCIPI GUIDA DI RIDUZIONE DELLA DOMANDA
L'Onu usa l'espressione 'riduzione della domanda' per descrivere le politiche o i programmi volti a ridurre la domanda di stupefacenti e sostanze psicotrope coperte dalle Convenzioni internazionali Onu. La distribuzione di tali sostanze è proibita per legge, o in certi casi è limitata alla vendita su prescrizione medica.
La proposta di dichiarazione preparata dalla CND invoca un "forte impengo politico, sociale, sanitario, e informativo volto all'investimento di energie nei programmi di riduzione della domanda tesi al miglioramento della salute e al benessere individuale, promuovendo l'integrazione sociale ed economica, rafforzando il sistema 'famiglia', e rendendo le comunità più sicure". I programmi di riduzione della domanda devono coprire tutte le aree interessate, dalla prevenzione al disincentivo dell'uso, fino alla contenimento dei danni sanitari e sociali dell'abuso delle droghe.
La dichiarazione sulla riduzione della domanda può essere considerata l'unico testo 'non belligerante' della sessione speciale. Resta comunque il fatto che la proposta di dichiarazione è elusiva di ogni possibile riforma delle politiche nazionali, mentre non è ancora chiaro quali misure pratiche saranno prese in considerazione. Lo scopo di tale dichiarazione è quello di fare da contrappeso all'attenzione dedicata essenzialmente alla sola repressione del traffico ed al rafforzamento del sistema di cooperazione per il controllo internazionale delle droghe. L'Onu cerca così di umanizzare la 'guerra alla droga' e i suoi effetti collaterali. Sfortunatamente non vengono presi in considerazione gli aspetti controversi e politici della questione.
MISURE STRATEGICHE
Le cosiddette misure strategiche sono concepite per rafforzare il rispetto e l'implementazione dei trattati sul controllo internazionale degli stupefacenti, in particolare per quanto concerne la cooperazione giudiziaria, la produzione di droghe sintetiche, il riciclaggio di danaro sporco e le politiche di eradicazione delle colture.
Attraverso la sua impostazione proibizionista l'Onu cerca di allargare sempre di più il proprio raggio d'azione, il che implica, naturalmente, il conferimento di più potere e più risorse agli organismi responsabili di attuare la repressione.
A - COOPERAZIONE GIUDIZIARIA
Sono previsti provvedimenti volti a migliorare gli accordi circa l'estradizione di trafficanti, la protezione di giudici, pubblici ministeri e testimoni, l'intercettazione di comunicazioni, il monitoraggio dei conti bancari e le procedure di semplificazione dei sequestri di sostanze.
Nuove 'leggi d'emergenza' vengono insinuate nel quadro legislativo anti-droga, mettendo a rischio le libertà individuali.
B - DROGHE SINTETICHE
Sono state individuate azioni prioritarie a livello nazionale ed internazionale per rafforzare il controllo dei cosiddetti precursori chimici, per prevenire il loro impiego nella produzione di sostanze illecite e per arrestare i trafficanti internazionali attraverso il sistema delle consegne controllate da infiltrati della polizia. Tali misure implicheranno un sistema di autorizzazioni all'importazione ed all'esportazione, cosi come il miglioramento della collaborazione nella raccolta e nello scambio di informazioni sull'utilizzazione lecita delle sostanze chimiche in questione.
Il monitoraggio costante delle nuove sostanze, finalizzato ad una loro proibizione nel più stretto arco di tempo possibile, è la strategia Onu anche per le anfetamine, gli stimolanti e tutte le droghe chimiche.
Ulteriori restrizioni al mercato delle sostanze chimiche, se da una parte sono di irrealistica attuazione, dall'altra stanno già stimolando la ricerca "criminale" di sostanze sempre nuove e più potenti.
C - RICLAGGIO DI DANARO
La proposta per la sessione speciale chiede agli Stati membri di implementare le misure contro il riciclaggio di danaro sporco previste dalle Convenzioni Onu del 1988, attraverso l'istituzione di dispositivi legali per sancire penalmente il riciclaggio, con la conseguente confisca dei frutti del crimine e il rafforzamento della cooperazione internazionale. E' altresí proposta la creazione di un regime finanziario/regolatorio che neghi l'accesso ai sistemi finanziari nazionali ed internazionali di chi ha subito una condanna. Inoltre si sollecita l'implementazione di misure attuative che provvedano ad individuare, indagare, processare ed arrestare i criminali.
Se l'obiettivo di privare i criminali dei frutti dei loro crimini può essere degno di interesse, non viene però presentata alcuna stima degli enormi costi della lotta al riciclaggio, anche in termini di restrizioni alla libera circolazione di capitali, e degli scarsi risultati ottenuti fino ad ora. Naturalmente non è stata nemmeno presa in considerazione la possibilità di risolvere il problema alla radice, attraverso la legalizzazione delle droghe e, di conseguenza, del denaro da esse ricavato.
D - ERADICAZIONE DELLE COLTURE E SVILUPPO ALTERNATIVO
L'impegno delle Nazioni Unite nei confronti dei Paesi produttori si concentra in particolare nell'integrare l'eradicazione delle colture con politiche di sviluppo alternativo tese a rafforzare i sistemi locali di autosostentamento, le politiche economiche, sociali ed ambientali di quei Paesi.
Il testo proposto per la sessione speciale si appella anche a finanziatori straordinari per assistere i Paesi produttori nel loro impegno di sviluppo alternativo. Questa assistenza dovrà essere legata all'impegno e alla ferma volontà politica dei Paesi produttori di mettere in atto le convenzioni Onu del 1988 in cui si richiede agli Stati firmatari di considerare come crimini penali la coltivazione di oppio, coca o cannabis per la produzione di sostanze stupefacenti.
Recentemente il direttore dell'UNDCP Pino Arlacchi ha proposto all'Onu di finanziare un programma di eradicazione delle colutre di oppio in Afghanistan sotto la supervisione dei guerriglieri talebani; il progetto è stato approvato dalla CND. E` interessante notare come l'Onu sia pronto a dare dei soldi a un gruppo di guerriglieri fondamentalisti che fondano le proprie attività sulla costante violazione dei diritti umani, in particolare quelli delle donne.