Proposta di risoluzione per chiudere la discussione sull'interrogazione orale sulla società dell'informazione
conformemente all'art.40 del Regolamento
presentata dai deputati Olivier Dupuis, Gianfranco Dell'Alba e Jean-François Hory a nome del gruppo ARE
Il Parlamento europeo
a. considerando che l'Unione mostra un ritardo preoccupante nell'utilizzo e nello sviluppo delle nuove tecnologie informatiche e telematiche, in particolare per quanto riguarda Internet che viene utilizzato da poco più di 20 milioni di europei a fronte di oltre 70 milioni di nordamericani;
b. considerando che il tentativo di applicare nei confronti di Internet le norme sui mezzi di comunicazione di massa non tiene conto della sua natura interattiva e della sua caratteristica di mezzo di comunicazione interpersonale, rischiando per questo di ritardare ulteriormente lo sviluppo di questa tecnologia così essenziale per la crescita della società dell'informazione;
c. considerando che occorre rendere prioritario in Europa lo sviluppo di una società dell'informazione che privilegi il rafforzamento della democrazia e dello stato di diritto, con un incremento della partecipazione e del controllo da parte dei cittadini;
d. considerando che occorre che gli investimenti privati trovino un quadro di regole oggettive e trasparenti;
e. considerando che la pubblicità delle attività e degli atti degli organi dell'Unione europea, degli stati e degli enti pubblici territoriali è elemento costitutivo della democrazia;
f. considerando che gli interventi regolamentari nel settore della telematica devono limitarsi a garantire la possibile riconoscibilità dell'utente attraverso la creazione di registro europeo degli "internet providers" e l'obbligo per questi di tenere a loro volta un registro dei propri clienti e utenti;
g. considerando che se non verrà garantita - con tutti i mezzi disponibili - la possibilità per ciascun cittadino di avere accesso diretto alle informazioni sui processi decisionali, non si potrà più nemmeno parlare di democrazia effettiva e di affermazione dello stato di diritto;
h. considerando che occorre convogliare risorse pubbliche e stimolare investimenti privati nel campo delle nuove tecnologie abbandonando sterili politiche di sovvenzioni a settori ormai inproduttivi o meramente assistenziali, anche al fine di favorire la creazione di vera occupazione;
i. considerando che i Paesi membri dell'Unione sono i primi finanziatori della maggior parte delle organizzazioni internazionali;
j. considerando che la sfida mondiale su questo fronte rischia di vedere l'Unione europea perdente di fronte al maggior dinamismo americano e asiatico;
1. chiede all'Unione e agli Stati membri di adoperarsi per razionalizzare e aumentare i propri bilanci e le proprie iniziative, anche sotto la forma di incentivi fiscali o di altra natura, destinati a stimolare nell'Unione lo sviluppo di una società digitale anche al servizio del cittadino e del consumatore;
2. chiede in particolare che a livello del bilancio dell'Unione Europea almeno il 10% sia dedicato a questo stesso fine;
3. chiede che siano approntate entro il 31 dicembre 1998 proposte, anche di natura legislativa, che vadano nel senso di:
a) assicurare la liberalizzazione e, se del caso, la privatizzazione dei servizi e delle banche dati pubbliche;
b) garantire, a partire dalle elezioni europee del giugno 1999, il voto elettronico in tutti gli stati membri, chiedendo agli stessi di estendere tale metodo a tutte le consultazioni elettorali interne, comprese quelle referendarie;
c) dare valore giuridico su base comunitaria alla firma digitale e disciplinarne a tale fine le sue modalità di utilizzo nell'ambito del mercato interno;
d) incentivare l'alfabetizzazione elettronica di massa in tutta l'Unione;
e) assicurare la messa in rete audio-video integrale dell'insieme degli atti degli organi dell'Unione europea e promuovere quella degli organi statali e territoriali, in particolare assicurare la trasmissione audiovisiva per via telematica delle sedute del Parlamento europeo e delle sedute pubbliche delle altre istituzioni;
f) assicurare il pieno accesso agli strumenti telematici da parte delle strutture scolastiche ed universitarie promuovendo programmi comunitari a tal fine;
g) incentivare attraverso appositi programmi comunitari lo sviluppo di più reti di pubblici accessi ai servizi telematici, che garantiscano l'universalità del servizio;
h) assicurare la fruibilità dei servizi anche in forma testuale per le persone con ridotte capacità sensoriali e/o motori;
4. chiede che venga rafforzato il controllo sul rispetto effettivo delle regole di concorrenza nel mercato interno delle telecomunicazioni e che a tal fine vengano potenziati i servizi competenti della Commissione;
5. chiede che l'Unione Europea, al fine di favorire un processo di regolamentazione ed autoregolamentazione a livello internazionale del commercio elettronico e degli altri servizi telematici, promuova una convenzione internazionale su Internet e verifichi l'opportunità di istituire un'agenzia europea per lo sviluppo della telematica e delle tecnologie digitali;
6. chiede che venga emanata una direttiva che definisca la natura giuridica di Internet confermando la sua caratteritica di mezzo di comunicazione interpersonale, impedendo così l'applicazione estensiva delle normative relative ai mezzi di comunicazione di massa;
7. chiede che venga istituito un registro europeo degli "internet providers" e che vengano adottati provvedimenti regolamentari che obblighino questi a tenere a loro volta un registro dei propri utenti e clienti in modo che, in caso di infrazione o di delitto, le magistrature possano identificare i responsabili;
8. chiede all'Unione e agli Stati membri di invitare l'Organizzazione delle Nazioni Unite, tutte le sue agenzie specializzate e le altre maggiori organizzazioni internazionali a provedere rapidamente a rendere accessibili i loro lavori e le loro decisioni ai cittadini via Internet;
9. incarica il suo presidente di trasmettere la presente Dichiarazione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli stati membri e degli stati candidati, al Comitato delle Regioni, al segretario generale delle Nazioni Unite.