<>("Corriere della Sera" del 19 marzo)
"Brescia - Nel campo di Omarska, in Bosnia, nel '92 aveva violentato donne e prigionieri di guerra e a Brescia, negli ultimi mesi, era riuscito ad accaparrarsi le simpatie di un parroco di campagna al punto da ottenere elemosine milionarie. Predrag Kostic, trentotto anni, serbo di Kragujevac, nome di battaglia <>, ricercato dal Tribunale dell'Aja per violazione dei diritti umani, un mese fa era tornato a bussare alla porta di don Giuseppe Piccoli, parroco di Cadignano di Verolanuova, che nei mesi precedenti si era rivelato molto generoso.Fin troppo: uno, due, fino a quattordici milioni strappati con le lacrime agli occhi e il racconto della guerra fratricida subita in prima persona. Ora Kostic aveva alzato il tiro: di milioni ne voleva altri 13, accompagnati dalle minacce di morte. Il sacerdote si è rivolto ai carabinieri che hanno tessuto la trappola per arrestare l'estorsore. Indagando sull'identità dello straniero, si è scoperto che l'assiduo frequentatore di sacrestie bresciane è iscritto nell'elenco dei ricercati per la guerra nell'ex Jugoslavia indicati dal Tribunale dell'Aia.".
Non sono sicuro, ma credo si tratti del PRIMO CASO DI ARRESTO (fortuito) IN ITALIA DI UN RICERCATO DAL TRIBUNALE INTERNAZIONALE . Ricordo che esistono precise <>: è il titolo del Decreto-legge 28 dicembre 1993, n.544 (varato dal governo Ciampi grazie all'iniziativa determinante del PR), convertito in legge, con modificazioni, con L. 14 febbraio 1994, n. 120 (G.U. 22 febbraio 1994, n.43); in questi cinque anni la legge non ha subito modifiche. E' utile rilevare che i <> includono il Kossovo e che il termine iniziale per la contestazione dei reati è il 1991. Trascrivo l'articolo 14 della legge suddetta:"14. Ruolo delle organizzazioni non governative. - 1. Lo Stato italiano favorisce la collaborazione delle organizzazioni non governative nazionali ed internazionali con il Tribunale internazionale, in particolare con riferimento alla diffusione presso il pubblico degli scopi e delle attività del Tribunale medesimo e alla raccolta e trasmissione di informazioni ai sensi dell'articolo 18, paragrafo 1, dello statuto.
2. Nella fase delle indagini preliminari nei procedimenti penali davanti all'autorità giudiziaria italiana relativi a fatti che sono ricompresi nella competenza del Tribunale internazionale, le organizzazioni indicate al comma 1 hanno facoltà di presentare memorie e indicare fonti ed elementi di prova.".
Sulla stessa pagina del "Corsera", intervento di Bernard-Henri Levy <>:"... Se tale è la situazione e se tale è il rischio, cosa si può fare? Certo, innanzitutto, arrestare il massacro. Per bloccare il meccanismo di questa purificazione etnica di nuovo tipo è necessario ottenere l'invio di una forza d'interposizione civile o militare il cui merito principale sarà di abbattere le porte chiuse dietro cui vivono gli assassini e i futuri assassinati. Bisonga, cioè, sostenre Rugova, poichè da anni rivendica l'ingerenza degli sguardi e delle coscienze e la graduale internalizzazione. Bisonga sostenerlo anche perchè questo leader carismatico è un democratico impeccabile, teorico di un ideale cittadino estraneo alle mitologie razziste del sangue e della terra. Bisonga rafforzarlo, <>, forse farlo venire a Parigi e a Roma: questo resistente è un uomo che incarna l'identità <> del Kosovo, che non ha ceduto all'odio nè ha incitato alla vendetta. Rugova resta (ma per quanto ancora?) il migliore e l'ultimo baluardo di fronte a un'isteria nazionalista <se>> il cui trionfo sarebbe un disastro. Infine, non dimentichiamolo: quella che nelle cancellerie viene chiamata la <> è prima di tutto una <>: una questione che si chiama Milosevic. La funzione di quest'ultimo - se non la sua natura,la sua ragion d'essere - resta di mettere i Balcani a ferro e fuoco. La chiave della crisi si trova a Belgrado. Finchè non ci si deciderà a portare il padrone di Belgrado davanti al Tribunale penale internazionale, il problema rimarrà insoluto e l'Europa sarà in pericolo.".