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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Roma - 4 aprile 1998
La Farnesina: "Un successo del nostro paese". Occhetto: "Roma ospiti il tribunale contro i crimini di guerra"
L'ONU condanna la pena di morte

"Tutti i paesi dovrebbero abolirla"

Passa con 26 voti la risoluzione dell'Italia, tra i contrari Usa e Cina

Dall'Unità(pag.13)

Sabato 4 Aprile 1998

Di Toni Fontana

ROMA. La pena capitale fa un altro passo indietro nel mondo. L'ONU, su proposta italiana, ha votato ieri a Ginevra una risoluzione che raccomanda "ai paesi che tuttora adottano la pena di morte di operare tempestivamente per una sua progressiva abolizione"; Non è la prima volta che la Commissione Diritti umani delle Nazioni Unite lancia questo consiglio nel mondo, ma stavolta e nell'anno che l'ONU dedica al cinquantesimo anniversario della Dichiarazione mondiale dei diritti dell'uomo, il fronte abrogazionista ha raccolto ben l8 adesioni in più. La risoluzione presentata dall'Italia e accolta da 63 paesi ha raccolto ieri 26 voti favorevoli, 13 voti contrari e dodici astensioni. Tra i contrari gli Stati Uniti; gli inviati di Washington hanno sostenuto a Ginevra che "nei casi in cui gli elettori ritengono che la pena di morte per i delitti più gravi debba essere mantenuta, abolirla sarebbe contro la democrazia" . Un no è venuto anche dalla Cina, da molti paesi africani (Ruanda, Sudan...) e asiatici (Indonesia,

Giappone...) mentre gli europei hanno votato compatti a favore della moratoria e dell'abolizione della pena di morte associandosi così alla Russia, al Sudafrica, al Canada e a molti paesi dell'America Latina. La Gran Bretagna, che lo scorso anno aveva votato a favore della pena di morte, in questa occasione si è invece allineata con gli altri soci europei. La risoluzione non è vincolante, ma il voto di Ginevra sanziona in modo definitivo che la questione della pena capitale non è un problema interno di ciascun stato, ma materia di una "legittima discussione internazionale" - come fanno notare fonti della Farnesina. La risoluzione oltre a sollecitare "la progressiva" abolizione del patibolo nel mondo invita gli stati a garantire "piene garanzie processuali" e a trattare "con dignità" i condannati. Nel mondo il fronte abrogazionista si sta rafforzando e, con tre nuove adesioni tra il 1996 e la fine del 1997, i paesi che ha nno abolito il mestiere di boia sono diventati 61, mentre restano 117 quelli che ancora

prevedono il patibolo, anche se molti hanno di fatto deciso di non applicare le sentenze capitali. Il voto di Ginevra è stato salutato con soddisfazione da Mary Robinson, Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu che ha definito " molto importante e significativa" l'approvazione della risoluzione. "L'Italia - fa notare dal canto suo Patrizia Toia, sottosegretario agli Esteri commentando il voto all'ONU - sta sempre più acquisendo un ruolo di guida nella salvaguardia dei diritti umani nel mondo. Per il secondo anno consecutivo facciamo da traino per quel gruppo di nazioni che vogliono eliminare la pena di morte e otteniamo un nuovo successo per il nostro paese in ambito ONU". Staffan de Mistura, rappresentate dell'ONU in Italia aggiunge: "Questa notizia ci conforta e nell'anno dedicato all'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ci auguriamo che si giunga almeno alla moratoria per la pena di morte e che su questo tutti siano d'accordo. L'Italia ha dimostrato ancora una la volta

che intende portare avanti una politica ispirata alla promozione dei diritti umani ". Achille Occhetto, presidente della Commissione Esteri della Camera si dice "entusiasta" per il voto di Ginevra. "Si tratta - aggiunge - di un fatto rilevante che qualifica la funzione dell'ONU, la sua autorità morale e politica come era già accaduto in occasione della crisi con l'Irak. Occorre rafforzare le istituzioni internazionali che stanno al di sopra delle potenze piccole e grandi". Occhetto, ricordando che nel prossimo mese di giugno Roma ospiterà la conferenza dei ministri della Giustizia che discuteranno sull'istituzione di un tribunale internazionale per i cirimini di guerra, afferma che "Roma deve candidarsi" a ospitare questa istituzione. Sergio D'Elia, segretario di "Nessuno tocchi Caino" che sta conducendo da molto tempo una strenua battaglia contro la pena di morte sostiene che "il voto di Ginevra è un grande risultato, frutto di anni di lotta abolizionista. L'alto numero di paesi che hanno sostenuto la pro

posta di risoluzione, fatto eccezionale per le Nazioni Unite, e il voto favorevole espresso da paesi di tutti i continenti, provano che l'abolizione della pena di morte non è più una rivendicazione soltanto del movimento abolizionista o un lusso che si possono permettere solo i paesi sviluppati, ma sempre più un punto di vista ed una necessità della Comunità internazionale che isola i paesi mantenitori".

 
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