Il dissidente Wang Dan immediatamente espulso verso gli Stati UnitiGesto distensivo di Pechino: fra due mesi arriverà in visita il presidente americano
La Nazione (pag. 5)
Lunedì 20 aprile 1998
Cesare De Carlo
WASHINGTON- A due mesi dalla visita di Clinton, la Cina comunista libera l'ultimo dei tre leaders della protesta studentesca del giugno di dieci anni fa. E' un giovane di 29 anni, Wang Dan, il più noto e il più generoso fra i protagonisti di piazza Tienanmen. Diresse la resistenza passiva contro la restaurazione, ordinata dall'allora primo ministro Li Peng. Ma le barricate non poterono arrestare i carri armati. Finirono così, schiacciate dai cingoli, le speranze di democrazia. I cinesi capirono che l'esperimento di liberalizzazione economica doveva andare avanti senza un parallelo processo di liberalizzazione politica. E da allora la Cina ultimo gigante del comunismo mondiale, vive un paradosso senza precedenti: un'economia di mercato che prospera all'interno di una cornice istituzionale ancora totalitaria. Wang Dan è stato prelevato nella prigione di Jinzhou, trasportato all'aeroporto di Pechino e da lì imbarcato su un volo "NorthWest" diretto a Detroit e poi a New York. La madre Wang Lignin lo ha potuto sa
lutare. "Era calmo, ma appariva sofferente. In America finalmente potrà curarsi", ha riferito ai giornalisti occidentali. A suo parere è gravemente malato. Ha un'infezione non specificata alla gola e forse- terribile sospetto- un tumore al cervello. Accusa feroci mal di testa. La sua liberazione, come detto, ha il sapore di un gesto propiziatorio. Non il primo, del resto. Nel 1993 il regime cinese rilasciò Xu Wenli, mentre gli Stati Uniti discutevano se rinnovare o no la clausola commerciale di nazione più favorita. Nel 1995 rilasciò Wei Jingsheng, altro eroe di piazza Tienanmen, inseguendo la designazione di Pechino a sede delle Olimpiadi. Ora cerca presumibilmente di garantirsi un ancora maggiore accesso al ricco mercato americano. Le esportazioni cinesi verso gli Usa sono seconde per volume solo a quelle nipponiche. La prossima settimana arriveranno a Pechino il segretario di Stato, Madeleine Albright, e la responsabile del commercio estero Cathy Barfensky. All'ordine del giorno della prima il rispetto de
i diritti umani, sui quali comunque Clinton - in nome delle superiori convenienze economiche -intende insistere sino a un certo punto. In testa all'agenda della seconda è invece una correzione dello squilibrio commerciale. La Cina vanta un surplus di oltre 40 miliardi di dollari. Catherine Baber, che a Hong Kong dirige la locale sezione di Amnesty International, denuncia l'ipocrisia degli Usa e degli europei, ansiosi di fare affari. "Gli occidentali si accontentano di gesti episodici. Dimenticano che nelle prigioni cinesi languono oltre duemila prigionieri politici".