Wang Dan espulso negli stati Uniti: un regalo a ClintonIl Mattino (pag. 7)
Lunedì 20 aprile 1998
Di Barbara Alighiero
Pechino. A poco più di due mesi dalla prima visita a Pechino di un capo di Stato Usa in 9 anni, il governo cinese ha rilasciato ieri Wang Dan, il giovane ex leader del movimento studentesco represso a Tienanmen. in carcere dal 1995 con l'accusa di sovversione. La notizia del rilascio, condizionato alla sua partenza per gli Usa, non è arrivata inaspettata. Le pressioni su Pechino perché liberasse il dissidente erano cresciute dopo la consegna a Washington di Wei Jingsheng, a novembre, che seguì la visita in USA del presidente cinese Jiang Zemin (primo vertice sino - americano dal 1984). L'amministrazione USA ha continuato ad insistere nelle ultime settimane sulla necessità di ulteriori gesti del governo cinese che giustificassero, davanti all'ostilità del Congresso, la radicale svolta nelle relazioni per cui alla fine di giugno arriverà a Pechino Clinton, primo presidente Usa in Cina dopo la visita semiufficiale di George Bush nel 1989. Il segretario di Stato Madeleine Albright sarà in Cina a giorni per defin
ire la visita. Wang Dan, un esile ragazzo con i grandi occhiali, sulla piazza Tienanmen fu " il volto" degli universitari che chiedevano libertà. Poi egli era diventato un simbolo della battaglia dell'opinione pubblica internazionale per ottenere dalla Cina il rispetto dei diritti umani. Di costituzione debole, 29enne. quando uscì di carcere nel 1993 dopo aver scontato tre armi e mezzo per aver diretto il movimento studentesco (pena mite per la Cina comunista), il governo gli fece capire che avrebbe gradito una spontanea partenza ma Wang si rifiutò: "Fuori dal mio Paese divento inutile". Riprese a studiare iscrivendosi per corrispondenza ad un'università Usa - quella di Pechino lo aveva espulso- pubblicò alcuni articoli sui giornali di Hong Kong e allacciò una rete di contatti, in particolare con le famiglie delle vittime della repressione di Tiananmen. Nel '95 venne riarrestato per aver "complottato" con Wei Jingsheng, per rovesciare il sistema e fu condannato a 11 anni di carcere. Erano tempi difficili pe
r la Cina. Deng Xiaoping era in punto di morte e non era ancora certo che il successore designato Jiang Zemin fosse in grado di gestirne il potere ereditato. I rapporti con l'amministrazione Clinton erano pessimi. Non c'era spazio per generosità verso il dissenso. Ma oggi a governo cinese si sente forte: Jiang, capo dello Stato, delle forze armate e del Pc, ha consolidato la sua posizione e ha celebrato ha sua investitura internazionale con la visita in Usa. Pechino e Washington sono tornate a dialogare, anche sui diritti umani. Per la prima volta, dal 1989, gli USA, seguendo i Paesi europei, non hanno presentato una risoluzione contro la Cina alla commissione Onu sui diritti umani motivando la scelta con l'annuncio di Pechino di una prossima firma delle convenzioni dell'Onu sui diritti politici, civili, sociali ed economici. Pechino ha accontentato l'opinione pubblica internazionale, sapendo che fuori dal suo Paese la voce del giovane dissidente diventerà sempre più flessibile Quella di Wang "non è stata u
na vera liberazione perché in realtà Wang non può essere libero nel suo Paese", ha infatti commentato il padre del dissenso cinese Wei Jingsheng, a Roma in questi giorni su invito del Partito radicale.