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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Roma - 21 aprile 1998
WEI JINGSHENG: L'OPINIONE, SABATO 18 APRILE 1998
LA TRASFERTA ROMANA DI WEI JINGSHENG, SIMBOLO DEI PRIGIONIERI POLITICI CINESI

Di Stefano Palumbo

La sua e' un'immagine conosciuta, era giovane e magrissimo sotto la casacca maoista, il cranio rasato, leggeva una inutile autodifesa di fronte al tribunale di Pechino. Il suo coraggio turbo' persino i giudici. "Voi - disse loro- siete i veri controrivoluzionari perche' vi opponete alla democrazia- voi avrete sulla coscienza la colpa di aver trasformato in un oggetto di scherno i diritti democratici dei cittadini". Oso' criticare Deng direttamente, disse che sarebbe diventato un dittatore spietato proprio come Mao, persino prima di lui. Da allora, 1979, fino a pochi mesi fa, nessuno lo ha piu' visto, Wei Jingsheng e' stato inghiottito dalle carceri comuniste come migliaia di prigionieri, rei solo di diversa opinione. Per due anni e' stato tenuto in una cella sotterranea, niente luce niente aria, poi e' passato alla "rieducazione". Ricompare nel 93, quando mancano solo sei mesi alla fine della sua ingiusta pena, e il governo lo fa liberare per una presunta volonta' di conciliazione. Le ragioni sono piu' bie

camente politiche, Pechino conta sulla risonanza internazionale del gesto mentre si sta per decidere la capitale che ospitera' le Olimpiadi del Duemila. Non basta, per fortuna, i giochi andranno a Sidney e Wei Jingsheng torna in cella. Ci rimane di nuovo sepolto vivo per un anno e mezzo, il giudizio che segue, celebrato difronte alla cosiddetta Corte Suprema del Popolo, lo condanna per complotto e gli da' altri quattordici anni.

E' a questo punto che le organizzazioni internazionali per i diritti umani si mobilitano, Wei e' candidato al Nobel per la pace, su iniziativa dei parlamentari europei radicali ottiene il premio Sacharov, la sua vicenda diviene argomento di pressione sul regime di Pechino. Alla fine sara' Bill Clinton a spuntarla, negli Stati Uniti e' forte la polemica tra real politik e difensori dei diritti umani, per rinnovare la clausola di nazione favorita nel commercio, il governo americano chiede gesti distensivi alla Cina. Wei viene liberato meno di sei mesi fa, espulso e portato negli Usa. Sono passati vent'anni ma e' lo stesso combattente di un tempo,e' costretto a un soggiorno non breve in ospedale ma ce l'ha fatta nel corpo e nella testa; da allora non ha smesso di tenere conferenze, incontri, sta finendo di scrivere un libro, viaggia. Ha un posto di professore alla Columbia University di New York. A Bill Clinton ha dato subito un consiglio: non creda che in Cina la democrazia possa essere un naturale prodotto d

elle riforme economiche, quando fa affari con i comunisti non paghi "finche' la merce non sara' stata consegnata".

Wei sa che lui e i suoi compagni non sono certo come i dissidenti sovietici che Bresnev libero' l' ambiente intorno a loro e' in fondo ostile, la smania di far affari in Cina e' troppo forte per i governi occidentali e prescinde dalla decenza. In questi giorni e' in Italia, oggi alle 15.30 terra' una conferenza- stampa con Olivier Dupuis nella sede del partito radicale, dove ha amici a prova di business. Il suo scopo e' quello di far conoscere la realta' del suo Paese per quello che e': le carceri e i campi di lavoro piene di dissidenti, il genocidio in Tibet, gli esperimenti nucleari e gli armamenti banditi dalla comunita' internazionale, la censura, il terrore, le esecuzioni, almeno seimila solo nel 96, e spesso solo per il macabro profitto del traffico di organi.

Da Pechino quando e' tornato il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, ha parlato di un Paese in via di democratizzazione che ha bisogno dell'aiuto occidentale nel cammino del rispetto dei diritti umani. Puo' darsi che sia cosi' ma certo il regime non avra' fretta finche' i visitatori saranno tanto indulgenti, finche' la critica non sara' esplicita, come la richiesta legittima di incontrare i dissidenti o di parlare della situazione in Tibet. Con la sua presenza, con la sua storia di testimone dell'orrore, Wei Jingsheng provera' oggi a ricordare la verita' al governo della sinistra.

 
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