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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Roma - 22 aprile 1998
AMAREZZA DEL SAKHAROV CINESE
PRODI E SCALFARO NON RICEVONO WEI JINGSHENG ACCOLTO DA D'ALEMA, RUTELLI E MARTINO

"L'ITALIA PENSA AI CONTRATTI, NON AI DIRITTI UMANI"

La Stampa (pag. 2)

Mercoledì 22 aprile 1998

Roma. Il padre del dissenso cinese, Wei Jingsheng, lascia oggi l'Italia con l'amaro in bocca e non lesina critiche al governo italiano che non ha trovato il tempo per riceverlo. "E' un atteggiamento molto strano, una scelta non molto intelligente della diplomazia italiana" ha detto Wei Jingsheng dopo l'incontro in Campidoglio con il sindaco Rutelli. Ed affinché il principio fosse ancora più chiaro ha aggiunto: "Mi stupisce vedere l'Italia fra quei paesi che preferiscono firmare contratti anziché pensare ai diritti umani, anche perché il vostro interscambio con la Cina è abbastanza esiguo". E per oggi, prima di lasciare l'Italia, Wei ha annunciato un acoferenza stampa "a commento della visita" che si profila più che polemica. In effetti il "Premio Sakharov" del Parlamento Europeo è stato accolto con rispetto dai partiti senza riuscire ad incontrare governo e Istituzioni. Dopo cinque giorni di anticamera, Wei infatti ha visto, grazie ai buoni uffici del Partito radicale, Massimo D'Alema, Achille Occhetto, Fran

cesco Rutelli, Antonio Martino e una delegazione di Alleanza Nazionale. Tenace paladino dei diritti umani nel suo paese e con 18 anni di carcere alle spalle, Wei Jingsheng si aspettava di più. Dopo essere stato accolto da Clinton e dal premier francese Jospin, voleva vedere Scalfaro, Prodi, Dini, Violante e Mancino. Ma il carnet è rimasto desolatamente vuoto. "Aspettiamo ancora- fa sapere lo staff radicale- ma le risposte avute sono state evasive, negative". Ogni Palazzo ha una versione formale per il mancato incontro: per il Quirinale "non è in agenda", per Palazzo Chigi "è stato chiesto troppo tardi", per la Camera dei Deputati "non è previsto", per il Senato "resta in forse". Quirinale e Farnesina inoltre fanno presentare che il ritorno di Scalfaro dal Giappone e la missione di Dini in Spagna hanno complicato le cose. Occhetto e d'Alema sono stati invece molto calorosi con l'ospite. Il presidente della commissione Esteri di Montecitorio ha promesso di "mantenere la pressione su Pechino in favore dei diri

tti umani". Il segretario della Quercia ha concordato sulla "necessità di far seguire le riforme politiche a quelle economiche", chiedendo anche "maggiore attenzione per il Tibet". "Il rispetto dei diritti umani è prioritario- spiega Umberto Ranieri, responsabile Esteri del Bottegone- e la recente liberazione del dissidente Wang Dan non deve rimanere isolata". Per l'opposizione è stato l'ex ministro degli Esteri Antonio Martino ad assicurare a Wei "piena adesione alla richiesta di maggiore pressione su Pechino" imitato poco dopo da Mirko Tremaglia e Marco Zacchera(AN)

 
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