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Partito Radicale Roma - 22 aprile 1998
LA FARNESINA SNOBBA WEI

Il dissidente cinese ha incontrato D'Alema, Occhetto e Martino

Proteste e polemiche per il mancato invito da parte del governo italiano.

L'Unità (pag. 13), Mercoledì 22 aprile 1998

Roma. Wei Jingsheng, il dissidente cinese esule nnegli Usa, ha completato il suo ciclo di incontri romani, usando parole polemiche nei confronti del governo italiano. In un colloquio con esponenti dell'amministrazione comunale capitolina, Wei ha lamentato che nessun esponente del governo abbia manifestato il desiderio di riceverlo. "Questo - ha detto- è un atteggiamento molto strano. Evidentemente si tratta di una scelta no molto intelligente della diplomazia italiana". Secondo Wei, ciò rientra in un cliché di comportamento proprio ad alcuni paesi occidentali, "che seguono la pericolosa strada di non tenere conto dei principi e pensano esclusivamente a firmare contratti" con Pechino. "Ciò mi stupisce - ha aggiunto il dissidente- tanto più che in Italia l'interscambio con la Cina è percentualmente abbastanza esiguo". In altri paesi europei precedentemente visitati, Wei aveva avuto contatti a livello dei ministeri degli Esteri. Prima di essere ricevuto al Campidoglio, Wei aveva avuto colloqui con il presidente

della commissione Esteri della Camera Achille Occhetto, il leader dei Democratici di sinistra Massimo D'Alema ed il responsabile Esteri di Forza Italia, Antonio Martino. Occhetto ha ricordato la risoluzione approvata dieci giorni fa dalla commissione da lui presieduta, in cui si sollecitava "un impegno del governo a muoversi coerentemente in favore di una soluzione dei problemi della democrazia in Cina". Il colloquio, ha spiegato Occhetto, è servito a "sfatare molti luoghi comuni esistenti in Occidente", riguardo i presunti "passi avanti che la Cina starebbe facendo sul terreno della democrazia". A Wei, che è venuto in Italia su invito del Partito radicale, D'Alema ha riconfermato l'importanza prioritaria che riveste per la sinistra italiana la questione dei diritti umani e delle libertà democratiche in Cina. Ottima cosa è il rilascio di Wang Dan, leader della protesta sulla Tiananmen, scarcerato domenica scorsa e subito espulso dalle autorità di Pechino. Ma in prigione, ha ricordato D'Alema, restano ancor

a molti intellettuali, sindacalisti e religiosi. Il leader dei Democratici di sinistra ha sottolineato comunque la necessità che il processo di apertura economica vada avanti, perché esso non può che favorire lo sviluppo della democrazia. Wei, pur apprezzando le parole dell'interlocutore, ha sottolineato l'insufficiente iniziativa dell'Occidente, che non preme abbastanza sulle autorità di Pechino per indurle a cambiare linea. Completa, ha infine detto Martino all'ospite cinese, l'adesione di Forza Italia alla richiesta che si agisca su Pechino per ottenere un'adeguata tutela dei diritti umani. A conferma della persistente gravità del problema, si è appreso ieri che un altro dissidente, Wang Tingjin, è stato condannato a due anni di lavori forzati.

 
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