Polemica del dissidente cinese
La Repubblica (pag. 12),Giovedì 23 aprile 1998
ROMA- "Le autorità italiane non hanno trovato il tempo per ricevermi. La considero una dimostrazione della politica del governo italiano in materia di diritti umani in Cina". Ha chiuso con una nota polemica il suo viaggio a Roma Wei Jingsheng, uno dei principali dissidenti cinesi che nei giorni scorsi s'è visto con il segretario del Ds Massimo D'Alema (da poco rientrato dalla Cina), il presidente della commissione Esteri della Camera Achille Occhetto, il responsabile Esteri di Forza Italia Antonio Martino, il sindaco dl Roma Francesco Rutelli e il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni. "Un atteggiamento che mi ha lasciato molto sorpreso", ha proseguito nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede del Partito Radicale, "nessuno ha avuto il tempo per parlare con me, mentre quello per andare in Cina a parlare d'affari è stato trovato". "Il presidente del Senato Nicola Mancino aveva formalmente delegato a ricevere Wei Jingsheng il vice presidente, Domenico Fisichella. L'ufficio del cerimoniale d
el Senato si è più volte messo in contatto con gli organizzatori della visita in Italia del signor Wei, prospettando loro la piena disponibilità del senatore Fisichella, senza ottenere alcuna risposta". Questa la nota dell'Ufficio stampa del Senato in riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Wei. Il sottosegretario agli Esteri Patrizia Toia ha espresso la sua disponibilità a incontrare il dissidente cinese Wei Jingsheng ma il colloquio non si è potuto svolgere per "problemi organizzativi", hanno invece rilevato fonti della Farnesina.