(AGI) - Roma, 22 apr. - "Le autorita' italiane non hanno trovato il tempo per ricevermi. La considero una dimostrazione della politica del governo italiano in materia di diritti umani in Cina". Chiude con una nota di forte polemica il suo viaggio a Roma Wei Jingshen, uno dei principali dissidenti cinesi che nei giorni scorsi si e' visto con Massimo D'Alema (appena rientrato dalla Cina), Achille Occhetto, Antonio Martino e Francesco Rutelli.
"Un atteggiamento che mi ha lasciato molto sorpreso", ha proseguito nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede del Partito Radicale, "nessuno ha avuto il tempo per parlare con me, mentre quello per andare in Cina a parlare d'affari e' stato trovato". Ad amareggiare il Premio Sacharov soprattutto il fatto che "in Italia si continua a dire che c'e' un miglioramento" nell'atteggiamento che il governo di Pechino tiene nei confronti del dissenso. "Mi chiedo dove ottengano queste informazioni", ha concluso Wei Jingshen, "se si continua ad ascoltare la voce degli oppressori vuol dire che si e' del tutto indifferenti di fronte alla questione della democrazia in Cina. E questo in un paese in cui il Parlamento, alcuni partiti politici e l'opinione pubblica sono molto sensibili all'argomento".(AGI)