(ANSA) - ROMA, 22 APR - Il piu' celebre dissidente cinese, Wei Jingsheng, ha concluso oggi una visita a Roma durante la quale ha parlato di idee con la sinistra e di soldi con la destra.

Ma per quanto riguarda il governo, in una conferenza stampa prima della partenza Wei non ha esitato a ribadire tutta la sua delusione per non essere stato ricevuto da alcun esponente a livello di presidenza del Consiglio o ministero degli esteri, com'e' invece avvenuto in altri paesi europei visitati prima dell'Italia.

Il padre della dissidenza cinese, che ieri non aveva risparmiato una frecciata nemmeno nei confronti della Santa Sede, ha avuto oggi un incontro con il segretario della Cisl Sergio D'Antoni dopo quelli di ieri con il segretario dei Democratici di Sinistra Massimo D'Alema e il coordinatore per l'estero di Forza Italia Antonio Martino.

Nella conversazione con l'ex ministro degli esteri, si e' appreso, e' stato affrontato tra l'altro il problema dei fondi della dissidenza cinese. ''Ci occorrono mezzi economici importanti'', ha detto Wei al noto economista di FI, con il quale ha parlato a lungo del ''totalitarismo economico'' nella Rpc e dei rischi da esso rappresentati per la comunita' internazionale, fino al pericolo che ''il capitalcomunismo cinese si trasformi in una dittatura di tipo nazista''. (SEGUE).