(ANSA) - PECHINO, 22 APR - ''E' estremamente strano che i dirigenti del governo italiano non abbiano trovato tempo di parlare con me mentre non hanno esitato ad andare fino in Cina per parlare di affari'', ha commentato Wei.
Ma nel complesso la critica piu' dura del padre della dissidenza cinese era stata rivolta ieri al Vaticano, accusato in sostanza di volere una 'soluzione separata' dei problemi dei cattolici in Cina.
Denunciando i ''contatti segreti'' avviati dalla Santa Sede con Pechino Wei si era domandato ''come si possa sperare che in un popolo senza liberta' vi sia una minoranza in grado di ottenere liberta' di culto''.
Oggi il dissidente ha detto di ritenere ormai certo che ai due vescovi cinesi invitati dal papa a Roma non sara' consentito l'espatrio.
Quanto all'incontro con D'Antoni, sono stati constatati vari punti di riscontro a cominciare dalla ''posizione di fermezza'' adottata dalla Cisl verso la Cina dopo la sanguinosa repressione sulla piazza della Tianan men nel giugno 1989.
In tale contesto Wei ha chiesto al segretario di adoperarsi particolarmente per ''evitare imbrogli da parte del regime'' durante la prossima visita in Cina di un'importante delegazione sindacale internazionale. (ANSA).