MARTELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e per gli italiani
all'estero. - Premesso:
che, in data odierna, il quotidiano "Il Giornale" riportava un articolo dal titolo "Il gigante cinese e i nani
d'Italia" riguardante il dissidente cinese Wei Jingsheng, "un piccolo grande uomo" che nel mondo
rappresenta un simbolo della libertà e della lotta per i diritti umani;
che Wei Jingsheng è stato candidato al Premio Nobel e gli sono stati assegnati sia il Premio Robert
Kennedy per i diritti umani sia il Premio Olof Palme (con la motivazione "di essere un semplice cittadino
che sfida un sistema inumano"), sia nel 1996 il Premio Sacharov del Parlamento europeo;
che, dopo avere passato la maggior parte della sua vita in carcere in conseguenza della sua lotta a difesa
dei diritti civili, è stato infine - in seguito a pressioni americane ed europee, ma non italiane - liberato ed
espulso dalla Repubblica popolare cinese;
che la sua storia dovrebbe essere conosciuta da tutti, dal momento che è un simbolo del XX secolo;
che le più alte cariche dello Stato non perdono occasione per manifestare le loro altissime riflessioni sui
"valori" anche in vista del prossimo 25 aprile;
che Wei Jingsheng è stato ricevuto da tutti i governi europei e, personalmente, dal premier francese Jospin
e dal Presidente americano Clinton,
l'interrogante chiede di sapere se corrisponda a verità il fatto che tutti i rappresentanti del Governo e dello
Stato italiano si siano rifiutati di incontrarlo per mancanza di tempo - e forse sarebbero bastati venti minuti -
oppure se si siano rifiutati per non disturbare i contratti commerciali italo-cinesi, a differenza di quanto ha
fatto il Presidente americano Clinton, il quale forse ha da difendere rapporti commerciali ben più cospicui
dei nostri.
(3-01810)