Stralci dall'intervista a Radio Radicale.
Sergio D'Antoni, Segretario CISL.
(Reggio Emilia, 1 maggio, a cura di Donatella Poretti)
(...)
DP: nei giorni passati e' venuto in Italia un simbolo della dissidenza cinese, Wei Jingsheng e non e' stato ricevuto dal Governo italiano.
Sd'A: e' stato un errore del Governo italiano, che ha fatto prevalere le ragioni della cd Realpolitik alle ragioni dei diritti e della dignita'. Io penso che il Governo italiano deve capire che si possono fare, si possono avere rapporti corretti con il Governo cinese anche sollecitandolo sui diritti umani e non bisogna far prevalere gli interessi alle questioni universali. Quindi penso che il Governo italiano debba valutare bene tutto questo e debba porlo in termini europei perche' questo e' uno dei grandi valori dell'Europa. Se i singoli paesi si fanno concorrenza anche sui diritti perche' cosi' chi arriva primo in Cina fa piu' affari, io penso che questo sia il modo peggiore per costruire un mondo nuovo, un mondo forte, un mondo di giustizia. L'Europa puo' avere un ruolo fondamentale. Se l'Europa, gli Stati Uniti, il Giappone si mettono insieme e dicono al Governo cinese che per avere rapporti bisogna rispettare i diritti fondamentali di liberta', io credo che otterrano risultati sicuri, non si faranno que
sta concorrenza stupida e apriranno una nuova stagione nel mondo, perche' questo segnale sarebbe seguito in maniera forte. Tutto questo fu possibile farlo per il Sud Africa e io credo che fu un grande esempio positivo. Tutto il mondo si mobilito' perche' cessasse l'apartheid. Probabilmente in Cina..... proprio perche' si ritiene che gli affari vengano prima. Ma gli affari non devono mai venire prima dei diritti.
DP: poi comunque si creerebbe una concorrenza sleale, laddove c'e' un lavoro nei "laogai" o con altre forme di sfruttamento, di questo ne risentirebbe l'economia mondiale.
Sd'A: ma non c'e' dubbio! Perche' poi noi compriamo i prodotti, magari costruiti da un detenuto cinese che fa i lavori forzati. Perche' poi noi, appunto, compriamo i prodotti di un bambino indiano che - come dire - viene massacrato.Allora il problema vero e' fare avanzare quei paesi, perche' noi vogliamo lo sviluppo in quei paesi. Non limitarli. Ma nel rispetto dei diritti elemantari. Su questo credo che la nostra mobilitazione debba proseguire, a livello nazionale ed internazionale.