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Conferenza Partito radicale
Palumbo Stefano - 7 maggio 1998
L'OPINIONE 7 MAGGIO 1998
LA BATTAGLIA DI SISTER HELEN PREJAN

Di Stefano Palumbo

L'ennesima esecuzione capitale negli Stati Uniti, l'ennesimo appello del

Papa, l'ennesima mobilitazione degli abolizionisti, Joseph Cannon viene

eliminato alle 18 del 22 aprile, seguono altri tre non baciati dalle cronache italiane. "L'Opinione" incontra Helen Prejan, la suora americana, autrice di "Dead man walking", interpretata sugli schermi cinematografici di tutto il mondo dal Premio Oscar Susan Sarandon. E' lei che ha accompagnato gli ultimi giorni di vita di Joseph O'Dell nel braccio della morte delle carceri americane, assistendo alla sua esecuzione. Era venuta fino a Palermo nel tanto criticato funerale elettorale di Orlando, inconsapevole delle polemiche. Alle Nazioni Unite, a Ginevra, dove parla a nome del Partito Radicale, Sister Helen tutto sembra tranne che una suora. Tailleur a scacchi e camicetta bianca, unico segno di riconoscimento una croce verde sul petto, un largo sorriso che le attraversa le guance arrossate. Il suo ottimismo stupisce, come si può pensare che l'abolizione della pena di morte negli Stati Uniti sia un

traguardo vicino, seppur possibile? "Non è solo ottimismo - risponde Sister Helen - è speranza nella gente che fino ad oggi è stata manipolata, costretta a pensare che solo eliminando il colpevole si possa eliminare il reato. Il mondo è mobilitato per la protezione dei diritti umani e gli Stati Uniti non possono far finta di nulla, è una situazione che non può durare, siamo arrivati al limite". Obiettiamo che la battaglia per l'abolizione della pena di morte negli USA è molto complessa, non è per nulla evidente che gli abolizionisti siano vicini al loro traguardo, anzi ad oggi non sono neanche stati in grado di organizzare una vera lobby con i Democratici per ottenere un più forte supporto politico. Ma nulla smuove Helen Prejan dalla sua convinzione che si debba partire dal basso, dalla gente comune. "Sono appena tornata all'Alaska, dove non c'è la pena di morte. Il candidato a governatore intendeva proporla. C'era già un gruppo che stava lavorando per impedirlo, il loro motto era brutale ed efficace: "Fr

iggete il pesce, non le persone". Abbiamo mobilitato tutto lo Stato a tal punto che il governatore ha dovuto desistere. Il fatto vero è che la pena capitale viene utilizzata come facile tattica per le campagne elettorali, per dimostrare che si sta facendo qualcosa per combattere la criminalità. Ma non si combatte così la violenza nelle società e questo è dimostrato da tutti i risultati degli studi statistici sulla criminalità' ".

Sister Helen parla con sicurezza, sa di essere candidata al Premio Nobel per la pace anche quest'anno, sa anche benissimo che la questione pena di morte non può rimanere impaludata nella periferica Ginevra, deve essere portata al Palazzo di Vetro a New York "Cosa sta facendo la commissione dell'ONU per i diritti umani, - incalza - cosa stanno facendo i Paesi abolizionisti perché, non si tratti di una lunga ed estenuante pratica burocratica?".

Non aggiunge altro ma si coglie la critica a un certo metodo di abolizionismo che nell'attuale governo italiano e nelle associazioni più' importanti sembra essere trionfante. Quest'anno ricorre il cinquantenario della Dichiarazione dei Diritti Umani, ma non sembra che i Paesi abolizionisti e a parole preoccupati dei diritti umani avranno il coraggio di portare la questione al Palazzo di Vetro. Per ora si accontentano per la seconda volta di una risoluzione di condanna dalla periferica Ginevra. E' importante ma non basta, e gli Stati Uniti rispondono con quattro esecuzioni in una sola settimana.

 
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