corr. della sera / 10 / 5
Kigali - E' crisi aperta tra le Nazioni Unite e il governo del Ruanda. Nei giorni scorsi, lo scontro tra le aurorità di Kigali e il segretario generale dell'Onu Kofi Annan sul mancato intervento della comunità internazionale durante il genocidio del 94. Ieri la decisione di sospendere la missione dell'Alto commissariato per i diritti dell'uomo (Hchr), fino a quando non sarà ridefinito il mandato degli 80 osservatori, presenti in questo momento in Ruanda. Il capo delle operazioni, Gerard Fisher, ha dichiarato: << Non facciamo i bagagli. Stiamo cercando una soluzione >>, ma intanto le attività della missione - secondo quanto concordato tra il governo ruandese e l'Alto commissariato Mary Robinson - rimarranno ferme almeno per 2 settimane.
Due giorni fa, il governo ruandese aveva ordinato l'espulsione del portavoce della missione lo spagnolo José Luis Herrero, accusato di aver criticato le autorità per la fucilazione di 22 condannati, colpevoli di genocidio. Da Kampala, Koffi Annan ha avvertito il governo ruandese: <>. La missione dell'Alto Commissariato per i diritti dell'uomo opera in Ruanda dal settembre '94. Il mandato autorizza gli osservatori a condurre inchieste sulle violazioni dei diritti dell'uomo ( tra cui i numerosi eccidi di civili compiuti dall'esercito), ma anche a offrire supporto nell'amministrazione della giustizia e nei processi per genocidio.
Le autorità ruandesi, che non avevano gradito un attacco fatto dalla Robinson a dicembre, parlavano da mesi di << rivedere >> il mandato, abolendo le << investigazioni >> e potenziando invece la << promozione >> dei diritti dell'uomo.