(dal "Manifesto" del 6/5/98)"Da tempo Lester Brown, presidente del Worldwatch Institute di Washington, va chiedendosi <> - così aveva titolato un libro del '95, per richiamare l'attenzione su un'imminente crisi di produzione agricola nel paese più popoloso del mondo. Ora Brown rilancia il suo allarme, con un articolo che comparirà sul magazine dell'istituto di ricerca (firmato assieme a Brian Halweil). La tesi di Lester Brown è che la penuria d'acqua in Cina minaccia la produzione agricola. E se la Cina dovesse importare i cereali per sfamarsi, l'intero mercato agricolo mondiale sarebbe destabilizzato. <>, scrive Lester Brown. Non per nulla la Cina ha perseguito e raggiunto l'autosufficienza alimentare. Ma ora i dirigenti cinesi sono di fronte a una sfida: come soddisfare la crescente domanda d'acqua della Cina urbana e industriale senza minacciare l'agricoltura.
La domanda d'acqua per usi residenziali in Cina aumenterà, secondo le proiezioni, da 31 miliardi di tonnellate nel 1995 a 134 miliardi di tonnellate nel 2030, per l'espansione delle aree urbane. Ancor più in fretta aumenterà la domanda dell'industria: da 52 miliardi di tonnellate a 269. Già 300 delle 617 città cinesi soffrono di penuria d'acqua, e cercano di risolverla deviando quella destinata all'irrigazione. E' successo così nella primavera del '94, quando ai contadini della regione che circonda Pechino fu vietato di irrigare perchè quell'acqua era destinata a dissetare la capitale. Le campagne non possono competere economicamente con l'industria: per produrre una tonnellata di grano, che vale 200 dollari, servono parecchie tonnellate d'acqua; ogni tonnellata d'acqua usata dall'industria produce merci per 14mila dollari, 70 volte di più.
Che fare? Lester Brown afferma che la Cina dovrà ristrutturare l'intera sua economia per renderla più efficiente dal punto di vista idrico: industria capace di consumare meno acqua, fonti energetiche meno basate sui fiumi. E auspica una cooperazione tra Cina e Stati Uniti, i due maggiori produttori di cibo al mondo. E' urgente, perchè i segni della scarsità sono già evidenti. Il più impressionante è il Fiume Giallo, uno dei due grandi fiumi cinesi, che spesso non raggiunge il mare. E' successo già nel '72, e poi sempre più spesso: dall'85 ormai ogni anno. L'anno scorso il fiume non ha raggiunto neppure lo Shandong, che produce un quinto del grano cinese. Le sue acque sono deviate ben più a monte, per irrigare i campi e sempre più per dissetare città e rifornire centri industriali. Così, per ben 226 giorni si è disseccato. Un fiume <>. (Marina Forti).