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Partito Radicale Centro Radicale - 17 maggio 1998
PE/Dibattito sul Tibet: intervento di Olivier Dupuis

14/05/1998 - session de mai - 1998 (STR) - Droits de l'Homme/Tibet 4-179

Dupuis (ARE) - Signora Presidente, visto che il collega Colajanni tira in ballo la questione della visita della delegazione del Parlamento europeo in Cina, vorrei chiedere ai colleghi quante settimane vi sono in un anno. Ebbene, ve ne sono 53. E quando si è recherà la nostra delegazione in Cina? La settimana dell'anniversario di Tien An Men. Questo è dovuto al nostro segretariato, alla nostra delegazione per le relazioni con la Cina. Questo è il nostro Parlamento, questo è il suo modo di dare seguito alla nostra richiesta, alla denuncia che facciamo delle violazioni dei diritti umani, alla denuncia che facciamo, oggi, di un fatto abominevole - ché altrimenti non si può qualificare - che riguarda il Tibet: questa è la risposta per il Tibet, per il Turchestan, per la Mongolia interna, per le sorti di un miliardo e trecento milioni di cinesi che - fino a prova contraria - non vivono in democrazia. E' ora di finirla di dire che aspetteremo qualcosa. I tibetani aspettano da quarant'anni e non hanno avuto nessuna

risposta; i cinesi aspettano da cinquant'anni, dalla lunga marcia, e non hanno visto nessun progresso in materia di diritti dell'uomo. Possiamo poi continuare lamentandoci dell'India, dei suoi esperimenti nucleari. Nessuno è favorevole agli esperimenti nucleari, però, al pari della Francia o dell'Inghilterra, che si sono trovate di fronte a un regime nazista negli anni '30, l'India - che è una democrazia imperfetta, nessuno lo nega - si trova confrontata al più grande impero totalitario del mondo, e qualcuno vorrebbe che rinunciasse alla possibilità di difendersi! Vorrei che anche su questo si cominciasse a ragionare un po'.

 
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