Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 18 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 10 giugno 1998
CARTER BOCCIA CLINTON
<< LA SUA POLITICA AFRICANA

NON HA UNA STATEGIA >>

Corriere d. s./ Ennio Carretto

A due mesi da un viaggio in Africa compiuto con i fasti di un antico imperatore romano, il presidente Bill Clinton si rende conto di essere quasi impotente di fronte alla guerra tra Eritrea ed Etiopia, così come il mese scorso capì di esserlo di fronte alla corsa nucleare tra India e Pakistan. All'emozione delle sue scuse al Ruanda per non avere impedito il genocidio dei tutsi, e all'ebbrezza del << rinascimento africano>> in Sudafrica, e subentrata la rassegnazione .Né <> Jesse Jackson, il tribuno nero della Coalizione arcobaleno (il gruppo di pressione afro-americano,) né la mediatrice del Dipartimento di Stato Susan Rice, nera anche lei, sono riusciti a prevenire il conflitto delle due ex colonie italiane. Il perché lo ha spiegato l'ex presidente Jimmy Carter. Clinton, ha detto non ha una strategia africana. <>

Da Atlanta, Carter, ultimo predecessore democratico di Clinton, l'uomo cui il continente nero si è spesso rivolto dopo la sua uscita di scena per risolvere i propri problemi, denuncia il vuoto del <>. In America si sa che tra lui e il presidente non corre buon sangue: Clinton non ama essere paragonato sfavorevolmente a Carter sul piano morale come avviene sempre più spesso, e Carter lamenta di essere <> da Clinton ( dopo il trionfo di Haiti, dove persuase la giunta a dimettersi, la Casa Bianca non gli affidò più una missione). Ma Carter è un uomo troppo rigido per lanciare un <> sulla base di una vendetta personale. E in più la sua critica è ampiamente condivisa. Secondo l'opinionista del Washington Post Jim Hogland, per esempio, il fiasco africano di Clinton s'inquadra sia nell'impasse meridionale sia nella crisi delle < L'ex sottosegretario di stato Edward Dereijan , braccio destro di James Baker, ritiene che Clinton rischi di pagare due errori in Africa. Il primo è l'ossessione che l'America non faccia da gendarme mondiale. <>. Il secondo errore è da un lato la benevola negligenza verso l'Africa, dall'altro la sua strumentalizzazione. <>.

Secondo l'ex sottosegretario di Stato, la paura del Sudan <>. Alla stessa maniera, l'importanza del Kenia per gli interventi Usa nel Golfo Persico e per l'accesso all'Africa centrale, tramite i suoi porti e aeroporti, viueta a Clinton di premere per una democratizzazione del Paese <>.

anche Henry Kissinger, l'architetto della distensione, rimprovera alla Casa Bianca <> in politica estera, con qualche eccezione come la Russia e la Cina, e << una certa latitanza>> nel terzo mondo. Trova che, più che anticipare agli eventi, reagisca dopo esserne stata colta di sorpresa. A suo parere, Clinton si è mostrato abile nella edificazione di un nuovo ordine in Occidente, ma molto disattento nel resto del mondo. Il presidente lavora più sui rapporti personali che sulle strategie. E quando i rapporti, dice Kissinger, non sono produttivi, come nel caso del premier israeliano Netaniahu, la diplomazia Usa s'inceppa.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail