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Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 13 giugno 1998
LA SFIDA DEL TRIBUNALE INTERNAZIONALE

Di Angiolo Bandinelli / l'opinione

La Conferenza Internazionale per il Tribunale Penale Internazionale Permanente, promossa a Roma da 22Non c'è pace senza giustizia" in collaborazione (tra gli altri) del Partito Radicale Trasnazionale, avrebbe meritato maggiore udienza e attenzione di massmedia e di classe dirigente. E' l'ultima occasione, forse, per verificare le possibilità di realizzazione di un foro giurisdizionale competente sui crimini di contro l'umanità dovunque e da chicchessia commessi, in difesa e in promozione di un unico "diritto delle genti" normativo per ogni singolo abitante del pianeta. Niente a che vedere con Norimberga, con i tribunali e la giustizia dei vincitori, ma semmai una speranza di giustizia dei e per i deboli, per quanti sono destinati ad essere sempre sconfitti dalla violenza e dall'assenza di diritto. Tra la conferenza dei radicali e la successiva, quella a carattere strettamente diplomatico e deliberativo che l'Onu terrà subito dopo, sempre a Roma, si giocano le possibilità di successo del progetto.

Un'idea grandiosa, che meriterebbe quanto meno la considerazione , se non l'adesione di quanti magari si stracciano i capelli quando si parli, in termini troppo spesso solamente ideologici, di bioetica, di procreazione, di droga, o di fame e sottosviluppo. La fondazione di un diritto e di una giurisdizione unitari per il cittadino del mondo è la premessa necessaria per ogni avanzamento anche in questi terreni o settori: Per capire invece quanto siano abissalmente distanti e lontani gli interessi, le preoccupazioni, la cultura, gli stimoli e anche gli istinti di tanta parte delle attuali classi dirigenti e politiche, basti ricordare le parole con cui l'on.Luciano Violante, Presidente della Camera, ha espresso tutta la sua sollecita attenzione e premuroso rispetto per alcuni dei tratti deteriori, meno accettabili, delle culture, delle politiche, delle pratiche correnti in certi paesi islamici in danno, ad esempio, delle donne e dei diversi.

"Non si può e non si deve pensare - ha detto più o meno Violante - ad una omogeneizzazione di queste culture sotto le bandier dell'Occidente, portatrici di malanni infiniti. Il loro snaturamento in nome di una laicizzazione forzata è inaccettabile...". Il Presidente Violante ci ha provocato una infinita tristezza. Nel suo intervento abbiamo sentito echeggiare le vecchie solfe del peggior terzomondismo, del neutralismo, dell'antioccidentalismo di cui speravamo di esserci liberati ai calcinacci del muro di Berlino. Invece, oggi come ieri, in questi personaggi manca assolutamente il senso, la cognizione il sospetto che il cammino dell'illuminismo "occidentale" è stato e resta un processo faticoso e anche contraddittorio, ma sempre teso verso una speranza di liberazione dell'uomo. Illumunismo: cioè diritti civili e umani contro violenza, ethos contro i falsi particolarismi dell'etnia: questi sono i termini del grande confronto ideale del nostro tempo, di cui il progetto di Tribunale fatto oggetto di studi, d

i analisi, di indicazioni nella Conferenza romana è parte essenziale.

Curiosamente ma non troppo, questo progetto si apre invece al dialogo con le migliori indicazioni della Chiesa promotrice dei diritti di libertà conculcati, dei diritti umani disattesi in tanta parte del mondo. Laici e credenti uniti, insomma, per dare vita e voce all'illuminismo del terzo millennio, ancora tutto da inventare e realizzare.

 
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