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Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 16 giugno 1998
IL TRIBUNALE PERFETTO

da il foglio

Si riunisce a Roma la conferenza, promossa dalle Nazioni Unite per la definizione dello statuto di una Corte penale internazionale per i crimini di guerra, contro la pace, contro l'umanità, commessi da singoli individui. Si tratta della risposta a un'antica aspirazione nata dal succedersi di atti atroci contro l'umanità anche dopo la fine della Seconda guerra mondiale nonostante le solenni condanne pronunciate dai Tribunali speciali di Norimberga e di Tokio. Si calcola che da allora ad oggi vi siano stati ben 250 conflitti tra Stati diversi e all'interno delle nazioni stesse, con 170 milioni di vittime: e per i recenti fatti della Bosnia e del Ruanda sono stati istituiti due Tribunali delle Nazioni Unite.

Il compito che deve affrontare la conferenza di Roma è irto di ostacoli. Si tratta, innanzitutto, di definire meglio i crimini che si dovrebbero perseguire se in base al diritto delle genti è possibile determinare quali siano i crimini di guerra e quelli contro i diritti umani fondamentali, non è altrettanto possibile farlo per quelli, commessi da singoli individui "contro la pace". Vi è poi il problema della composizione della Corte e del suo ufficio di pubblico ministero. Rappresentanti del governo americano, dubitando della sua imparzialità, obiettano sul come potranno difendersi da azioni penali fasullee, nello stesso tempo, promuovere azioni contro crimini di cittadini di altri paesi. Chiedono perciò, assieme ai francesi e ai canadesi, che le singole azioni penali siano deliberate dai governi dei cittadini coinvolti prima che il Tribunale possa procedere. Altri Stati come la Cina, con lunghe pratiche di violazione dei diritti umani, non sono disposti a firmare il Trattato. Alcuni senatori americani o

sservano poi, come sia impossibile eseguire una sentenza di questo Tribunale dell'Onu per esempio a carico di militari statunitensi senza violare la sovranità degli Usa.

Vi è il rischio che il progetto costituisca una fuga in avanti priva di possibilità operative con il risultato di idebolire l'azione dei Tribunali già costituiti per casi gravi come quelli della Bosnia e del Ruanda. Meglio una definizione dei crimini che i Tribunali ad hoc, di volta in volta istituiti, possano giudicare, anzichè il tentativo di una nuova Corte permanente, la discussione della cui formazione dà soprattutto luogo a esercizi di retorica.

 
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