Numero 1 - 25 giugno 1998CUBA: L'EMBARGO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'
Durante il dibattito sulla definizione dei crimini di competenza del Tribunale Penale Internazionale, il Governo cubano ha proposto che gli embarghi e le sanzioni vengano inclusi nella categoria di crimini contro l'umanità. La proposta provocatoria serve a Cuba per smarcarsi dagli Stati Uniti, con cui condivide molte delle argomentazioni limitative della corte.
Il Partito radicale ha replicato che la tortura, la detenzione arbitraria e le persecuzioni sono crimini contro l'umanità e che il Governo de l'Avana, che anche quest'anno ha negato alla commissione Onu sui diritti umani acceso all'isola, spicca tra i paesi totalitari per la sistematica violazione delle fondamentali libertà civili dei propri cittadini.
La proposta verrà dibattuta in dettaglio la settimana prossima.
CHI FINANZIERA' LA CORTE?
Le 157 delegazioni presenti a Roma stanno affrontando gli aspetti dello statuto relativi al finanziamento del Tribunale. Tre sono le opzioni sul tavolo: il budget regolare delle Nazioni unite, il contributo degli stati parte della convenzione internazionale, oppure una proposta di compromesso che prevede il finanziamento dell'Onu per un periodo transitorio di tre anni per poi passare ai contributi dei ratificanti.
Il Partito radicale ritiene che il Tribunale Penale Internazionale per essere una istituzione imparziale e credibile, debba divenire parte integrante del sistema della Comunità internazionale, con emendamento alla Carta dell'Onu, e che quindi venga finanziato dal budget regolare delle Nazioni unite. Se l'onere finanziario dovesse gravare esclusivamente sugli stati ratificanti si verrebbe a creare un potente disincentivo alla ratifica per i paesi piu' poveri e si rischierebbe così di aprire un conflitto nord-sud sino ad oggi con successo evitato.