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Conferenza Partito radicale
Party Radical - 29 giugno 1998
Notizie RADICALI - edizione speciale sul Tribunale Penale Internazionale
Numero 3 - 28 giugno 1998

A ROMA LA CONFERENZA DI PLENIPOTENZIARI PER L'ISTITUZIONE DI UN TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE PERMANENTE. UN'OCCASIONE STORICA PER METTERE FINE ALL'IMPUNITA' SUI PIU' TERRIBILI CRIMINI CONTRO L'UMANITA'.

Dal 15 giugno 1998, delegati di 157 paesi stanno affrontando le questioni cruciali relative all'istituzione del primo Tribunale Penale Internazionale permanente(TPI) che possa giudicare i crimini di guerra, il genocidio e i crimini contro l'umanità. Dopo le prime due settimane - durante la quale i governi partecipanti hanno presentato le proprie posizioni in merito alla creazione della corte - i negoziati sono adesso organizzati in gruppi di lavoro. Le questioni ad oggi affrontate riguardano i principi generali di diritto penale internazionale, la giurisdizione della corte, la definizione dei crimini e le regole di procedura.

Sin dall'inizio degli anni Novanta, Il Partito Radicale, transnazionale e transpartito, ha fatto della creazione del TPI una delle proprie priorità. Grazie alla mobilitazione nonviolenta ed internazionale del PR, la comunità internazionale ha fissato un luogo ed una data per la tenuta di una conferenza di plenipotenziari per passare dalle parole ai fatti e passare all'istituzione della corte internazionale.

Nel 1995, il Partito Radicale ha ottenuto dalle Nazioni unite il piu' alto livello di Status Consultivo, riconoscimento che ha consentito al Pr, unico partito politico all'Onu, di seguire da vicino i negoziati sulle proposte di statuto. Dopo aver fondato assieme alle maggiori Organizzazioni Nongovernative una coalizione internazionale che ha oggi oltre 700 membri, il Pr ha concentrato le proprie iniziative sulla fissazione di una data per la conferenza istitutiva della corte. La mobilitazione internazionale per la creazione dei due tribunali ad hoc e di quello internazionale ha coinvolto decine di migliaia di cittadini in tutta Europa e centinaia di parlamentari in tutto il mondo.

Nel dicembre del 1997 l'Assemblea Generale delle Nazioni unite ha accettato l'offerta di ospitalità fatta da Emma Bonino, delegata italiana all'Onu nel 1994, e ha stabilito che si tenesse in Italia la conferenza diplomatica di plenipotenziari per la creazione della corte.

MIGLIAIA DI CITTADINI E PARLAMENTARI PER AFFERMARE CHE NON CI PUO' ESSERE PACE DURATURA SENZA GIUSTIZIA.

Dal 1993 alle petizioni del Partito radicale in sostegno della creazione dei tribunali per la ex Yugoslavia e il Ruanda e agli appelli per un tribunale permanente hanno aderito oltre 75.000 cittadini di tutta Europa e oltre mille parlamentari di tutto il mondo. Attraverso la campagna mondiale 'Non c'è pace senza giustizia' i radicali hanno organizzato conferenze internazionali in tutto il mondo mobilitando membri di governo, statisti e premi nobel, tra cui il Dalai Lama, al fine di imporre la questione della giustizia internazionale nell'agenda della comunità internazionale. La tenuta a Roma della conferenza diplomatica costituisce un importantissimo successo radicale e il primo passo concreto per una prima giurisdizione e giurisprudenza internazionale.

UNA GIURISDIZIONE UNIVERSALE PER IMPORRE LO STATO DI DIRITTO.

Affinché il tribunale possa costituire un elemento di progresso per il diritto internazionale, è assolutamente necessario che ne venga riconosciuta l'universalità della giurisdizione e che la sua entrata in azione non venga vincolata a consensi statuali degli stati parte della convenzione e di quelli che non hanno ratificato il trattato.

Se l'azione complementare alle corti nazionali del TPI verrà vincolata ad una serie di veti nazionali, si lascerà nelle mani dei criminali di stato l'ultima parola impedendo la possibilità di processarli per i crimini commessi.

Durante la Sessione plenaria il Partito Radicale nella sua qualità di Organizzazione Non-Governativa all'Onu ha ricordato l'importanza storica e politica della creazione della prima istituzione internazionale capace di imporre il diritto di ingerenza per gravi violazioni del diritto umanitario, ed ha ricordato che anche se al termine delle cinque settimane non si avrà uno statuto perfetto, la corte non dovrà essere pero' un alibi per la comunità internazionale.

FAVOREVOLI E CONTRARI

Sin dalla fine degli anni Ottanta esiste un gruppo di Paesi che hanno un comune sentire circa le caratteristiche necessarie per ottenere una corte indipendente, efficace e giusta. Fra questi vi sono tutti gli Stati Membri dell'Unione europea, con l'eccezione della Francia, buona parte dei paesi dell'Europa orientale, i paesi dell'Africa francofona e meridionale, molti latino-americani, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Il fronte delle grandi potenze, quattro dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, è guidato dagli Stati Uniti che vogliono una corte strettamente legata e controllata dal Consiglio. I meno favorevoli comprendono la maggioranza dei paesi arabi e dei non allineati che, se pur con motivazioni diverse, non vedono di buon occhio l'idea di uno strumento internazionale di giustizia. Il confronto di Roma dovrà far uscire allo scoperto molte ambiguità che hanno caratterizzato sino ad oggi i negoziati all'Onu di New York. Solo con un franco e trasparente dibattito si potrà arrivare al 17 di lug

lio con uno statuto per un tribunale accettabile.

 
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