("Sole 24ore" del 27/06/98)"Podgorica - Montenegro: terra ben conosciuta da Licio Gelli,, che nel 1942 vi prestò servizio, a Cattaro, come ufficiale dell'esercito italiano. E l'ex "venerabile" della Loggia segreta P2, che si è reso latitante un mese e mezzo fa prima della notifica della condanna definitiva a dieci anni di carcere per il crack del Banco Ambrosiano, potrebbe aver scelto proprio il Montenegro come tappa, se non come meta, della sua fuga.
Una fotografia - seppure sgranata - trasmessa ieri sera dal Tg1, prova che in tempi recenti Gelli è stato a Belgrado. Fotografia scattata all'interno dei giardini dell'ospedale militare della capitale jugoslava, un piccolo angolo di "occidente" con strutture mediche all'avanguardia, nel desolato panorama della sanità jugoslava. Un centro medico che ha tutte le strutture sanitarie necessarie a garantire assistenza adeguata alle esigenze di un uomo di 79 anni, affetto da gravi patologie cardiovascolari.
Ma, a sentire numerosi testimoni montenegrini, Belgrado sarebbe stata solo la prima tappa della fuga di Licio Gelli dall'Italia. A Belgrado, comunque, Licio Gelli è ormai di "casa" da anni. Ha ottimi contatti con molti esponenti del regime e due anni fa ha anche fatto tradurre, pubblicandolo a sue spese, un libro di poesie dedicato alla moglie Wanda. Un'operazione gestita dal noto avvocato belgradese Filias Tomas, legale di fiducia della famiglia Milosevic nonchè di molti imputati serbi al Tribunale dell'Aja per i crimini commessi nell'ex Jugoslavia e da un uomo d'affari di Podgorica.
Seconda tappa della fuga di Gelli sarebbe però stata Podgorica, la capitale del Montenegro. In questo Paese l'ex "venerabile", da più di due anni, ha ottimi contatti. Interessi comuni, nati dalle possibilità di affari legati all'off-shore, soprattutto nell'ambito di investimenti nel settore turistico. Punto d'appoggio è stata la Montex Bank montenegrina, una banca d'affari oggi sull'orlo del fallimento, che ha una succursale a Belgrado.
Il progetto dell'off-shore ha visto la luce nel 1996 e mirava a trasformare la piccola repubblica, che assieme alla Serbia costituisce l'ultimo brandello della Federazione Jugoslava, nella <>. Una prospettiva che immediatamente fece rizzare i capelli dei responsabili dei servizi di sicurezza occidentali, che paventarono la creazione di un'enorme centrale di riciclaggio di denaro sporco nel cuore dell'Adriatico.Tra i primi investitori internazionali a manifestare interesse, quando la leadership montenegrina del presidente Milo Djukanovic decise di avviare il progetto, ci fu proprio Licio Gelli. L'ex capo della P2, nel novembre 1996, si recò a Podgorica per trattare un'ipotesi di riconversione di una vecchia struttura carceraria in un "paradiso" per il gioco d'azzardo. Licio Gelli allora parlava a nome di un gruppo di investitori italiani.
Contatti con imprenditori provenienti dall'Italia del resto erano stati confermati in quei giorni al <> dall'allora ministro degli Esteri montenegrino Janko Jeknic,che morì tre mesi dopo in un misterioso incidente stradale. <>, dicono al ministero montenegrino per gli investimenti esteri.Nonostante ciò la presenza di Licio Gelli a Podgorica nei mesi scorsi e anche nei giorni immediatamente successivi alla sua "scomparsa" dall'Italia, viene data come sicura da numerose fonti montenegrine qualificate, che per altro chiedono l'anonimato.
Legami massonici? <>. Secondo il Gran Maestro della Loggia regolare di Jugoslavia Novak Jakovic, ci sono massoni deviati che agiscono al di fuori delle regole. E a Podgorica c'è più di un osservatore della stampa indipendente locale a ritenere che Licio Gelli possa essere stato aiutato proprio da questi ambienti di massoneria "spuria" a trovare rifugio in Montenegro.Dove potrebbe essere nascosto il numero uno dei latitanti iscritti nella lista del nostro ministero degli Interni? Nell'esclusivo complesso turistico di Sveti Stefan, sulla costa montenegrina, dicono in molti. Ma probabilmente il Montenegro è stata solo una tappa della fuga di Gelli. (Elena Ragusin)".