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Orofino Veronica - 30 giugno 1998
Nel carcere dell'Aja

SI IMPICCA IN CELLA L'EX SINDACO DI VUKOVAR

il giornale

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Si sapeva che da tempo era depresso. Per questo l'avevano trasferito in una cella speciale e lo sorvegliavano a vista. Ma nella notte fra domenica e lunedì è comunque riuscito a suicidarsi, impiccandosi al cardine della porta nella propria stanza nel carcere di Scheveningen, alla periferia dell'Aja.

Slavko Dokmanovic, 48 anni, ex sindaco serbo di Vukovar in Croazia, è il primo degli imputati per crimini di guerra nella ex Jugoslavia a sottrarsi così - in maniera definitiva- ai giudici internazionali che avevano finito giovedì di processarlo e che, a dispetto delle sue rivendicazioni di innocenza, avrebbero sicuramente emesso nei prossimi giorni una sentenza di condanna.

Arrestato un anno fa in Slavonia dalle truppe della Nato e subito trasferito all'Aja, Dokmanovic era accusato, in particolare, di aver organizzato la <> nel 1991 di 260 pazienti in prevalenza croati dall'ospedale di Vukovar consegnandoli nelle mani dei miliziano serbo-bosniaci che li hanno in gran parte massacrati.

Dokmanovic era- tra i 28 imputati detenuti in Olanda- uno dei pochissimi per cui il Tribunale internazionale costituito nel 1994 aveva già celebrato e concluso il processo: finora sono state emesse solo due sentenze.Molti degli altri ricercati, a partire dai due indiziati eccellenti Radovan Karadzic e Ratko Mladic, rispettivamente leader politico e leader militare dei serbi di Bosnia, sono tuttora latitanti.

La vicenda Dokmanovic è destinata a creare nuovo imbarazzo per i giudici del Tribunale dell'Aja, corte già accusata di inefficenza, ma in realtà fornita di mezzi finanziari e umani forse non adeguati al compito assegnatole. Aprendo la strada a dubbi anche per quanto riguarda la futura Corte permanente per i crimini di guerra e contro l'umanità di cui l'Onu sta discutendo la creazione.

 
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