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Conferenza Partito radicale
Party Radical - 7 luglio 1998
Notizie RADICALI - edizione speciale sul Tribunale Internazionale
Numero 10 - 6 luglio 1998

GIURISDIZIONE: ANCORA NON DEFINITIVA LA LISTA DEI CRIMINI.

La terza settimana della Conferenza diplomatica per l'istituzione del Tribunale penale internazionale si è conclusa con una riapertura del dibattito circa i crimini di competenza della giurisdizione della corte.

Durante la Commissione preparatoria di New York, la maggioranza dei paesi si era sempre dichiarata in favore della limitazione a tre crimini: crimini di guerra, genocidio e crimini contro l'umanità; con una minoranza molto attiva, composta da Italia, Egitto e Germania, in favore dell'inclusione del crimine dell'aggressione. A Roma invece alcuni paesi hanno proposto l'inclusione di crimini definiti in trattati e convenzioni internazionali, come il terrorismo o il traffico di droga.

Uno dei punti qualificanti della Corte dovrà essere l'universalità della giurisdizione su un limitato e ben definito numero di crimini, includerne di nuovi e complessi, come il terrorismo e il traffico delle droghe comporterebbe un ampliare il raggio di azione della corte in corso d'opera e imporrebbe una discussione complessa in tempi molto brevi mettendo a rischio i compromessi che si stanno delineando.

L'inclusione del terrorismo implica problemi relativi alla definizione che potrebbe lasciare al paese interessato la possibilità di classificare come terroristi i nemici dello stato. Troppo spesso le proteste autonomiste vengono liquidate come azioni terroristiche, il Kossovo è solo il piu' recente esempio di situazioni già viste in Tibet, Timor est e nel Sahara occidentale, sole per ricordare le piu' note.

Per quanto riguarda il narcotraffico, durante la sessione speciale dell'Assemblea generale sulle droghe del 10 luglio scorso, nessun paese si è dichiarato in favore dell'inclusione della sua tra i crimini di competenza del Tribunale penale internazionale e, quindi, proposte dell'ultima ora rischiano di minare gli accordi internazionali sin qui raggiunti.

Il Partito radicale, che a New York ha presentato la propria posizione di denuncia antiproibizionista del fallimento delle convenzioni internazionali in materia di droghe è contrario all'inclusione del narcotraffico tra nella giurisdizione della corte internazionale, perché da sempre sostiene politiche di legalizzazione della produzione, commercio e uso delle sostanza stupefacenti. Una ulteriore criminalizzazione dei narcotici aggraverebbe in maniera esponenziale il problema, senza garantire giustizia per chi è costretto a delinquere dalle leggi.

PENA DI MORTE: RIAPERTO IL DIBATTITO

Malgrado un accordo di massima raggiunto al termine della settimana scorsa, il Ruanda, i paesi anglofoni dei Caraibi e i paesi arabi hanno riproposto la non esclusione delle esecuzioni capitali dalla lista di pene che il Tribunale internazionale potrà comminare. Le proposte di compromesso che hanno caratterizzato la seduta notturna di venerdì scorso prevedono che le pene siano comminate a seconda del codice penale del paese di nazionalità del colpevole, oppure di quello in cui il crimine è stato commesso. Il dibattito prosegue oggi pomeriggio.

ATHOS DE LUCA: IL GOVERNO ITALIANO DEVE FARE COME SULLA PENA DI MORTE

Secondo Athos De Luca, parlamentare verde iscritto al Partito Radicale, il Governo italiano può e deve svolgere un ruolo importante, come è accaduto a Ginevra sul fronte della pena di morte. L'On. De Luca ha annunciato da Radio Radicale l'impegno in Parlamento per stimolare l'azione del Governo, ed anche l'impegno alla mobilitazione con l'adesione alla manifestazione di Non c'è Pace Senza Giustizia del 14 Luglio a Roma.

Rispetto ai negoziati in corso, De Luca ha affermato la necessità di trovare un accordo entro il 17 luglio senza sacrificare le esigenze di efficacia del Tribunale che deve essere istituito dalla Conferenza, ma anche senza rimandare ulteriormente questo storico appuntamento.

FIACCOLATA DEL 14 LUGLIO.

Dopo tre settimane, è sempre piu' chiaro che i problemi sul tappeto sono di natura politica e non tecnica, ed è sempre piu' chiaro che il ruolo dell'opinione pubblica può fare la differenza nel mettere i delegati dei 157 paesi presenti a Roma di fronte alle proprie responsabilità e chiedere loro di adottare entro le prossime due settimane uno statuto che possa creare un'istituzione in grado di porre fine all'impunità ed assicurare alla giustizia i criminali di guerra.

L'appuntamento: martedì 14 luglio 1998 in piazza del Campidoglio, alle 18.30, con Emma Bonino, Commissario europeo, e Francesco Rutelli, Sindaco di Roma.

Per informazioni e adesioni 06689791

FILIPPO MANCUSO: NON POSSIAMO CONTARE SUL GOVERNO, MA SULLA FORZA DEI CITTADINI.

"Non possiamo contare sulla società politica e sul Governo italiano", ha detto l'ex-Ministro della Giustizia On. Filippo Mancuso, membro del Comitato d'Onore di Non c'è Pace senza Giustizia, ai microfoni di Radio Radicale. Secondo Mancuso non possono essere sinceri fautori del Tribunale Internazionale persone che di tutto si curano tranne che della giustizia all'interno del proprio Paese, includendo tra questi il Ministro della Giustizia, il Presidente della Repubblica, il Presidente e la maggioranza parlamentare.

 
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