CONGRESSO DELL'ERA
Firenze, 20 giugno 1998
FEDERICO PREDA, PRESIDENTE DELLA GIOVENTU' ESPERANTISTI ITALIANA
(sbobinatura)
La mia presenza qui è dovuta soprattutto all'invito di Giorgio Pagano alla nostra associazione ad essere presenti con alcuni rappresentanti, siamo io e Jacob Norfalck, che è un giovane attivista danese della nostra associazione poiché è momentaneamente in Italia. Io sono venuto qui soprattutto per imparare, capire quello che fa l'ERA perché personalmente non ne ero molto al corrente, comunque è sempre interessante conoscere anche l'altra realtà dell'associazionismo esperantista anche se con le notevoli difficoltà, con le notevoli differenze di cui abbiamo sentito parlare questa mattina. Volevo brevemente dare il punto di vista del movimento giovanile sul tema della discussione, cioè l'attività dell'ERA così come quello di molte associazioni esperantiste è rivolto soprattutto a cercare di far riconoscere l'Esperanto come lingua a diversi livelli "ponte", e il problema linguistico in generale. Per il movimento giovanile la situazione in genere è un po' diversa perché noi cerchiamo soprattutto di dare attravers
o l'Esperanto e l'esperantismo delle possibilità diverse, delle occasioni ai giovani esperantisti che si avvicinano al nostro movimento, sia di crescita culturale, sia personale perché non è secondario dal nostro punto di vista, da la possibilità a un giovane di organizzare per lui incontri di formazione o semplicemente congressi giovanili, perché lui si avvicini ai coetanei, congressi come ce ne sono molti però la differenza fondamentale è quella di avere sia come mezzo sia come fine quello di utilizzare una lingua spesso definita "neutrale" o lingua "ponte". Quindi le nostre iniziative sono mirate a questo. Comunque non dimentichiamo l'idea originaria del movimento Esperantista, soprattutto a livello di gioventù esperantista mondiale, che raggruppa tutte le sezioni giovanili nazionali, circa una sessantina in tutto il mondo, che negli ultimi anni ha avuto diversi riconoscimenti a livello europeo soprattutto di associazioni, organizzazioni "ombrello" che raggruppano diverse associazioni giovanili europee di
diverso genere, ci sono quelle politiche, quelle delle minoranze linguistiche, quelle religiose, ecc. Ecco in quest'ambiente che raggruppa circa centocinquanta grandi associazioni europee, nonché i forum giovanili nazionali che sono a livello nazionale, che sono istituzionalmente luogo di incontro e di discussione tra le varie associazioni giovanili, a livello nazionale, abbiamo avuto la possibilità di prendere parte a queste riunioni, a queste iniziative, e abbiamo portato il nostro punto di vista di associazione esperantista, in modo indiretto, cioè non proponendo il problema linguistico in modo diretto ecc., però mostrando come funziona la nostra associazione. Tutte queste associazioni di cui vi parlavo hanno come lingua di lavoro l'inglese, e alcune il francese, ad esclusione delle associazioni che raggruppano le minoranze linguistiche giovanili, ad esempio l'Associazione europea dei giovani tedeschi, che raggruppa soprattutto tedeschi-romeni, o tedeschi-del Volga che usano ovviamente la propria lingua.
In questi ambienti qui noi non proponiamo direttamente il problema linguistico, ma mostriamo come noi agiamo e come a noi si presentino meno problemi di comunicazione e ci sia molta più possibilità di socializzazione tramite la nostra lingua ponte, a differenza di molte altre associazione che devono organizzare seminari con traduzioni simultanee perché ci si avvicinano anche persone che non sono in grado di imparare l'inglese o no hanno avuto la possibilità soprattutto nelle scuole, parlo per esempio di molti giovani dell'est, dove fino ad anni fa l'inglese non era insegnato. Molti obiettano che l'Esperanto lo devono studiare lo stesso, certo ma chi si avvicina alle nostre associazioni ha come mezzo e come fine, come dicevo prima quello linguistico. Per cui noi in genere non usiamo la parola battaglia perché spesso ci guardano male, ci chiedono dove vogliamo arrivare. Semplicemente testimoniamo come possa esistere un associazionismo giovanile che ha come mezzo e come fine, sempre questo dualismo, una lingua
e una comunità giovanile che bene o male per quanto piccola possa essere esiste e ha i suoi mezzi di comunicazione, le sue riviste, la sua piccola cultura, e si riunisce in diverse occasioni, e fa di queste occasioni motivo di crescita personale e culturale.