CONGRESSO DELL'ERA
Firenze, 20 giugno 1998
GIORGIO PAGANO, SEGRETARIO DELL'ERA
(sbobinatura)
Anche questo continua ad essere un modo a mio modesto avviso poco radicale di interagire da parte del segretario del Partito Radicale, con altri radicale. In realtà quello che noi stiamo facendo è l'adeguamento a qualcosa che il CORA ha fatto te anni fa. Nel senso che noi fatto questo cammino facciamo la nostra brava domandina come ha fatto il CORA, con gli organi dirigenti del Partito Radicale decideremo i termini di questo rapporto, quindi facciamo quello che ha già fatto il CORA negli anni precedenti. Addirittura "Nessuno tocchi Caino" non ha nemmeno il nome radicale, "Non c'è pace senza giustizia", è un'associazione più di carattere virtuale che concreto, voglio dire, questo è, poi se la scelta del Partito Radicale nell'attuale sua rappresentatività, che rispetto ad una mozione congressuale di tre anni e mezzo fa doveva durare un anno, mentre attualmente le cariche del Partito Radicale vengono autoprocrastinate da tre anni e mezzo, se questo è il tipo di scelta, ognuno si prendi le sue responsabilità. Da
parte nostra mi pare che abbiamo fatto di tutto per avere un dialogo con il partito, certo che se il partito è in una condizione di essere sempre sordo, e poi alla fine questa sordità deve trovare i remi in barca ad un certo punto vanno messi. Allora probabilmente questo atto d'amore fatto in tutti questi anni fatto, e conservando senza alcun diritto di niente, nei confronti del consiglio generale del partito, il ruolo di associazione radicale, là dove il CORA invece aveva fatto la sua opzione di associazione federata. Peraltro voglio dire che noi siamo un associazione che nasce ben prima del CORA, siamo la più antica associazione radicale in questo senso viva, e non di funzionari. Quindi questa è la cosa, poi voglio dire ci sono mille modi di risolverla, siccome finora in tre anni e mezzo malgrado anche l'impegno del leader del Partito Marco Pannella, non c'è stata nessuna possibilità, opportunità di coniugare gli sforzi, perché vedi Dupuis, la questione non è quello della minoranza si o minoranza no, il p
roblema è che se uno vuole andare sulla luna, tu dici scriviamo un romanzo. La nostra posizione ci dice costruiamo un razzo. Questa è un po' la differenza, noi ci stiamo attrezzando per vedere se è possibile costruire un razzo, perché siamo certi che costruendo un romanzo sulla luna non ci si arriva. Questa è la questione.
In un congresso ci si presenta con delle idee e delle prospettive, certo se ci si ripresenta a tre anni e mezzo, dopo un mandato che in teoria il congresso aveva affidato agli attuali organi per non oltre un anno, tredicesimo capoverso della mozione, e ci si ripresenta non con un ruolo fattivo, per i quali gli stessi organi del partito hanno avuto tre anni e mezzo. Io voglio essere molto chiaro, molto esplicito, poi considero Olivier in amico, se fossi stato io il segretario, e per fortuna non lo ero, non lo sono, e non lo sarò, ma io se questa era l'idea, avrei fatto delle riunioni settimanali a Roma, con tutte le associazioni del partito, vedere che cosa il partito poteva mettere a disposizione delle associazioni, quanto le associazioni potevano dare al partito, e avrei costruito un rapporto concreto e fattivo dove si arrivava a questo congresso in una situazione totalmente diversa. E non che ci arriviamo con dietro un partito che si allea con un'associazione che diffama un'associazione radicale, con un pa
rtito che per tre anni presenta una proposta di ordine del giorno all'Ecos e per tre anni si fa fregare perché non gliene frega un bene amato piffero, perché così è. Dove anche questa volta siamo stati fregati per questo motivo, dove addirittura si da l'incarico a Marco Perduca che scrive in conferenza del Partito radicale che lui è contro la questione lingua internazionale, contro l'Esperanto, bhè scusate questi sono dei fenomeni dove non ci sono proprio i presupposti, quindi è logico. Questa è la nostra via, noi stiamo tentando quest'altra strada, o meglio quello che noi ci siamo sentiti di proporre è questa, dopo di che le condizioni del partito le sappiamo bene, miglioreranno, quando ci sarà il nuovo congresso ci sarà un nuovo gruppo dirigente, un nuovo segretario, magari più accorto e più interattivo sui rapporti umani, non lo so quello che accadrà, però io credo che da parte nostra abbiamo fatto il nostro dovere. Io da parte mia non mi sento di dover prendere in giro i soci dell'associazione radicale E
speranto, soprattutto come radicale, non è un anno che lo sono ma è dal 1975, probabilmente molto più anziano di molti che stanno qui dentro, forse compreso il segretario. Quindi credo di sapere che vuol dire essere radicale, credo di saperlo bene, certo non è quello che ho visto in questi tre anni e mezzo, da questo punto di vista. Allora voglio dire che il senso di questa cosa è che da una parte alcune persone che hanno avuto sulle proprie spalle la croce di condurre avanti questa associazione se la sono presa, la stanno portando avanti, e guarda in po' sono riusciti a pensare un percorso teorico e di prospettiva anche di finanziamento, diversa d a quella ipotizzata fini ad ora. Di questo il partito se ne potrà fare un vanto, potrà usarlo, questo dipenderà dal partito. In questi tre anni e mezzo io ho ricordato quanti no abbiamo avuto dal partito, no, no, no, no,. Oggi siamo arrivati al punto che perfino per fare una telefonata internazionale, in Europa o a Bruxelles, l'ERA deve prendersi la carta telefoni
ca, farsi un giro, perché non si può passare più dal centralino. Devo essere sincero, la situazione è umanamente pesante, ci si va malvolentieri, è certo diversa dalla gioiosa situazione dove mi trovavo quando la radio si trovava a Via di Villa Pamphili, e dove davo questo tipo di militanza. Poi ci sono due modi di interagire, uno positivo e costruttivo come quello che noi stiamo tentando di fare, l'altro che continua a fare il castiga matti, se uno sceglie di fare quel tipo di strada, secondo me ha tutti i diritti di sceglierla.