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Orofino Veronica - 8 luglio 1998
Era il leader dell'opposizione al regime militare. Aveva vinto le presidenziali nel '93. Fu arrestato nel '94. La liberazione sembrava vicina

ALTRO GIALLO IN NIGERIA, MUORE IL DISSIDENTE ABIOLA

Stroncato da un infarto come il dittatore Abacha mentre riceve la visita di una delegazione americana

corr. della sera / M.A.A.

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Moshood Abiola, 60 anni, capo carismatico dell'opposizione al regime militare nigeriano, è morto per un attacco cardiaco in carcere mentre assisteva a una riunione tra una delegazione americana ad alto livello (guidata dal sottosegretario di stato Thomas Pickering) e rappresentanti del governo nigeriano. In discussione c'erano proprio i termini del suo rilascio, dato per imminente.

Scompaiono i due protagonisti della recente politica nigeriana: il campione dell'opposizione (ABIOLA) e il campione della repressione (Abacha).

M.Abiola, un discusso uomo d'affari multimilionario (il cantante Fela Kuti ha composto una canzone in cui l'accusava di aver contribuito al saccheggio della nazione), era riuscito a catalizzare attorno a sé gran parte dell'opposizione, stanca delle vessazioni subite dai regimi militari succedutisi in Nigeria dal 1966 al 1979 e dal 1983 a oggi.

Nel giugno 1993, promettendo democrazia, libertà e lotta alla povertà, Abiola vince le elezioni presidenziali (volute dai militari per restituire il potere ai civili) svoltesi in un clima di violenza e intimidazione. Prendendo a pretesto il fatto che si era recato alle urne soltanto il 35 per cento degli aventi diritto, il regime annulla l'esito della consultazione e nel novembre , con un colpo di Stato, il generale Sani Abacha, ministro della difesa del governo ad interim, si impadronisce del potere. Sfidando il regime, nel giugno 1994, Abiola si autoproclama presidente. Scatta la repressione. Abiola viene arrestato e accusato di tradimento. La Nigeria è scossa da scioperi e manifestazioni. I militari adoperano il pugno di ferro, moltiplicano gli arresti dei dissidenti e, in agosto, costringono alla fuga persino il premio Nobel per la letteratura Wole Soyinka.

La repressione si fa sempre più dura. Sani Abacha sventa complotti, veri o presunti, e condanna a morte o all'ergastolo oppositori ed ex collaboratori.

Nel novembre 1995 la comunità internazionale resta scossa quando sulla pubblica piazza vengono impiccati lo scrittore Ken Saro Wiwa e otto militanti del Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni. Il Commonwealth sospende la Nigeria, gli Stati Uniti, l'Unione Europea e il Sud Africa impongono un limitato embargo.

Alla base della lotta tra civili e militari c'è il controllo delle enormi ricchezze del Paese più popoloso dell'Africa. I militari vengono dal Nord, arido e deserto; i civili dal Sud, dove sono concentrati i pozzi di petrolio ( la Nigeria è il quarto produttore al mondo) Abiola è uno yoruba, una delle etnie più popolose ma tenute accuratamente lontane dal potere.

Abacha muore l'8 giugno e gli succede un'altro generale, Abdulsalam Abubakar, che cerca un dialogo con l'opposizione e libera i prigionieri politici. Promette di rilasciare anche Abiola e permette al segretario dell'Onu Koffi Annan di andarlo a visitare. Chiede solo che il vecchio capo yoruba rinunci a quella presidenza autoproclamata, <>. Abiola accetta, ma i suoi sostenitori non ci stanno. Minacciano manifestazioni di protesta. La liberazione viene rimandata a ieri, per mostrare la buona volontà del regime, viene organizzato un incontro davanti alla delegazione americana giunta in Nigeria proprio per sollecitare la liberazione di Abiola. Ma il cuore del detenuto non regge e gli americani confermano: è morto per cause naturali.

 
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