16 luglio 1998
LA LOGGIA, SALVI, MACERATINI, ELIA, GASPERINI, FOLLONI, PIERONI D'ONOFRIO, FUMAGALLI CARULLI, MARINO, DONDEYANAZ, SALVATO, BATTAFARANO, PORCARI, MELUZZI, LUBRANO di RICCO, LO CURZIO, RESCAGLIO, PETTINATO, SPERONI.
- Il Senato,
considerato:
che il 3 aprile 1998, per il secondo anno consecutivo, la Commissione per i diritti umani dell'ONU di Ginevra ha approvato con 26 voti a favore, 13 contrari e 12 astensioni una risoluzione presentata dal Governo italiano e co-sponsorizzata da altri 64 paesi, 19 in più dell'anno scorso, che considera l'abolizione della pena di morte un rafforzamento dellla dignità umana e un progresso del sistema dei diritti umani, e per questo chiede agli stati membri delle Nazioni Unite di stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista della completa abolizione della pena di morte;
che tra i co-sponsor era presente quest'anno anche l'Inghilterra che l'anno scorso si era astenuta sul voto finale e c'erano per la prima volta lo Stato di Israele, i paesi dell'ex URSS Russia, azerbaijan, Armenia e Georgia, i paesi latini americani Argentina, Messico e Panama, mentre Angola, Capo Verde e Mali si sono aggiunti al Sudafrica, unico co-sponsor africano dell'anno scorso;
che i paesi asiatici e quelli islamici, che l'anno scorso avevano presentato sette emendamenti contrari alla risoluzione italiana (tutti respinti), quest'anno non hanno presentato alcun emendamento; il Nepal ha votato a favore, mentre India e SriLanka si sono astenuti; per la prima volta due paesi mussulmani, Bosnia-Erzegovina e Mali, hanno sponsorizzato la risoluzione italiana mentre Senegal, Marocco e Tunisia si sono astenuti nel voto finale;
che le Filippine hanno confermato l'astensione dell'anno scorso nonostante all'inizio dell'anno fosse stata annunciata come imminente la prima esecuzione nel paese dopo oltre vent'anni di abolizione legale o di fatto della pena di morte, una ripresa scongiurata ed il voto di astensione assicurato grazie anche alla missione a Manila compiuta dal senato insieme a Nessuno tocchi Caino i primi del marzo scorso;
che il voto di Ginevra, più politico e più consapevole di quello dell'anno scorso, segna ormai un punto di non ritorno nella tendenza verso l'abolizione, una tendenza confermata dai dati di Nessuno tocchi Caino secondo i quali, rispetto all'anno scorso, sono ulteriormente diminuiti i membri delle Nazioni Unite che praticano la pena di morte (77) rispetto a quelli che o l'hanno abolita (58) o l'hanno abolita per i soli crimini ordinari (15) o sono abolizionisti di fatto (26) o, infine, si sono impegnati ad abolirla in quanto paesi membri (6) e osservatori (3) delConsiglio d'Europa come hanno già fatto l'Estonia che l'ha abolita il 18 marzo scorso e la Georgia e l'azerbaijan che l'hanno abolita rispettivamente l'11 novembre 1997 ed il 16 febbraio scorso;
che il voto di Ginevra va fatto valere ovunque nel mondo si pratichi ancora la pena di morte, perché sempre più Stati la sospendano o l'aboliscano e decidano di aderire o ratificare il secondo Protocollo al Patto internazionali sui diritti civili e politici che li impegnerebbe a non introdurre più la pena capitale nei loro ordinamenti;
che quest'anno ricorre il cinquantenario della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo, la costituzione dei diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, e culturali di ogni persona, che l'abolizione della pena di morte potrà arricchire di una nuova conquista, paragonabile a quella dell'abolizione della schiavitù o dell'interdizione della tortura, con la quale l'umanità deve poter entrare nel terzo millennio;
che in occasione del Cinquantenario della Dichiarazione Universale l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha sottolineato come la necessità di promuovere o proteggere i diritti umani non sia mai stata così importante e per questo ha invitato gli stati membri a contribuire perché sia assicurato il rispetto dei diritti umani per le future generazioni;
che l'Alto Commissariato per i diritti umani - un organismo delle Nazioni Unite di recente creazione che si è dimostrato essere uno dei più efficaci e tempestivi strumenti di intervento per la tutela dei diritti umani - è finanziato con fondi pari all'1,7 per cento del budget totale delle Nazioni Unite, che si sono rivelati però insufficienti per le crescenti iniziative nel campo dei diritti umani;
che per questo sono stati istituiti dei fondi volontari che negli ultimi due anni hanno contribuito in maniera determinante a sostenere le attività dell'Alto Commissariato e che consentano altresì agli Stati membri di partecipare in maniera mirata e decisiva agli sforzi delle Nazioni Unite nella promozione e protezione dei diritti umani nel mondo;
che l'Italia non compare nella lista dei primi 15 contribuenti ai fondi per i diritti umani non superando i 500.000 dollari il totale versato ogni anno dal nostro paese a questi fondi;
che la politica della cooperazione allo sviluppo non può prescindere dalla promozione e dalla difesa dei diritti umani;
che la promozione e la protezione dei diritti umani nel mondo è una delle priorità della politica estera dell'Italia, sostenuta unanimamnete dalle forze politiche e sociali oltre che dalle istituzioni del nostro paese e apprezata nei fori internazionali, in particolare per quanto riguiarda l'istituzione del tribunale penale permanente e la campagna per l'abolizione universale dellapena di morte;
che i principali paesi occidentali nonché un vasto numero di altri paesi membri delle Nazioni Unite sono dotati presso i rispettivi ministeri degli esteri di una struttura incaricata di coordinare una coerente politica estera dei diritti umani;
ritenuto che la risoluzione di Ginevra vada diffusa e sostenuta, in vista anche di un voto all'assemblea Generale delle Nazioni Unite, nei paesi che mantengono la pena di morte in tutti i continenti sia in occasione di incontri ufficiali interparlamentari e di visite di Stato sia attraverso l'invio di missioni in paesi da individuare e da effettuare con la collaborazione di Nessuno tocchi Caino, come è già stato fatto con successo con le delegazioni del Senato inviate in Russia, negli Stati Uniti, nelle Filippine e a Ginevra,
impegna il governo:
a promuovere la presentazione all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York nella prossima sessione o al massimo i quella del 1999 di un progetto di risoluzione analogo a quello approvato dalla Commissione per i diritti umani di Ginevra adoperandosi inoltre perché la proposta di risoluzione sia cosponsorizzata e votata da paesi di tutte le aree geografiche;
ad operare perché, dopo il voto di Ginevra, sempre più Stati decidano di abolire o sospendere la pena di morte, di aderire o ratificare il Secondo Protocollo al Patto Internazionale sui diritti civili e politici;
a mettersi al passo con i partner europei e gli altri paesi occidentali, istituendo presso il ministero degli affari esteri una Direzione generale per i diritti umani che promuova e coordini una più efficace e coerente azione politica per il rispetto dei diritti umani e un 'unità all'interno della DGA impegnata in una politica abolizionista della pena di morte;
a finanziare in modo consistente, non solo attraverso i fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo, i fondi dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, come il Fondo volontario per i servizzi di consulenza e assistenza tecnica nel campo dei diritti umani e il Fondo volontario a sostegno delle attività dell'Ufficio dell'Alto Commissario (OHCHR), con particolare riferimento alle attività legate all'abolizione della pena di morte;