("Sole 24ore" del 16/07/98)"Jugoslavia: un mercato che si stava riaprendo per gli esportatori dopo gli anni dell'embargo e che ora si chiude nuovamente sotto la spinta delle nuove sanzioni contro Belgrado decise dalla comunità internazionale e della grave crisi economica che sta attanagliando il Paese.
Due settimane fa il Gruppo di contatto sulla ex Jugoslavia, cui partecipano Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Francia, ha adottato il più volte minacciato congelamento dei beni della Serbia all'estero, per sanzionare le azioni militari dell'esercito jugoslavo in Kosovo. In realtà sino a oggi solo gli Stati Uniti hanno applicato il provvedimento. Le banche italiane non hanno ancora ricevuto alcuna istruzione, nonostante le ripetute richieste di chiarimenti dalla Banca d'Italia e dall'Abi. Così in apparenza i rapporti con gli istituti bancari jugoslavi, che sono per la maggior parte di proprietà dello Stato, non sono mutati...
... Gli americani invece hanno bloccato tutto e da più di una settimana non esistono più transazioni in dollari. Anche la carta di credito maggiormente utilizzata in Jugoslavia, la Visa, ha congelato i rapporti con Belgrado... Per ora gli operatori stranieri interessati a esportare in Jugoslavia hanno trovato un'alternativa: operano, in marchi, tramite banche tedesche o svizzere. Ma c'è il rischio che anche i Paesi europei si adeguino (come avrebbero già dovuto fare) alle decisioni del Gruppo di contatto.
Dal canto loro le banche jugoslave non sono state con le mani in mano ad attendere che i loro depositi all'estero fossero congelati. Già da mesi li hanno trasferiti su ordine della Banca centrale jugoslava in piazze finanziarie più sicure. E da qualche giorno gli istituti di credito jugoslavi, anche quelli privati che in teoria non dovrebbero essere colpiti dalle sanzioni internazionali, invitano la clientela maggiormente impegnata in transazioni con l'estero a versare i loro depositi in marchi presso filiali domiciliate a Cipro....
... Ma il vero problema per chi si stava affacciando con successo sul mercato jugoslavo (gli italiani erano in prima linea) è la stretta alle importazioni decisa la settimana scorsa dal Governo di Belgrado... Questa drastica stretta alle importazioni colpirà in modo particolare i partner italiani. Nel primo semestre di quest'anno la Jugoslavia serbo-montenegrina ha importato dall'Italia beni per 239 milioni di dollari, con una crescita del 15% rispetto allo stesso periodo del '97. La Germania, che è il principale partner commerciale di Belgrado, ha segnato un export di 376 milioni di dollari, ma con un calo dell'8 per cento.... (Elena Ragusin)".