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Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 31 luglio 1998
NON HANNO
RAZZA CULTURA E CIVILTA'

mag.1988 / di Nestor Yombo-Djema/Goma/Congo

Vorrei iniziare da una costatazione l'assoluto non esiste. Quando ci auguriamo di vivere in un altro mondo, parliamo di un mondo migliore, non perfetto. Per ciò è inutile cercare soluzioni radicali per sconfiggere il razzismo. Sarebbe una inutile perdita di tempo. Se le variabili di una equazione sono false la soluzione sarà anch'essa falsata. La strada verso la tolleranza non può essere che ardua e lunga, perchè le origini del razzismo sono profonde e complesse, e perchè rimettono in questione la società occidentale che, nelle sue forme attuali, ritengo non sia in grado di fronteggiare in modo efficace le manifestazioni di xenofobia.

Le ragioni sono culturali, economiche, filosofiche, psicologiche.

La storia, che equivale da noi in Africa alla figura dell'Anziano detentore della memoria collettiva del clan, è il punto di riferimento di ogni comunità e di conseguenza una fonte permanente di insegnamento per cui merita più spazio.

In francese si dice che "vale di più una testa fatta bene che una testa piena". La scuola oggi è finalizzata allo svolgimento di un mestiere o di una professione a svantaggio di una cultura generale la cui mancanza costituisce un handicap per la lettura corretta della società e impedisce la decodificazione di messaggi volontariamente viziati del tipo " I negri ci rubano il lavoro ".

Una migliore conoscenza degli avvenimenti del passato renderebbe gli Occidentali più modesti. Capirebbero che la società occidentale non è un edificio omogeneo ma una costruzione eterogenea che ha raccolto il materiale necessario alla sua erezione ovunque.

Ecco alcuni esempi semplici ma importantissimi perchè vicini alla gente. Gli spaghetti e la polvere da sparo sono cinesi, il tabacco, le patate e le spezie provengono dall'America latina, il caffè dall'Abissinia, il tè dall'Estremo Oriente.

Il jazz, musica colta, nasce dal connubio tra musica africana e musica occidentale. L'arte negra "primitiva" provoca la nascita di una corrente dell'arte "moderna" che non solo se ne è ispirata, ma, a volte, l'ha semplicemente copiata. Le cifre (dall'arabo 'sifr') che usiamo comunemente sono di origine araba. Algebra nasce da al-jabr,------------------------- (qui mi sono persa una riga.)

Il fenomeno dei venditori abusivi è universale e comune a tutte le parti del mondo ogni qualvolta che determinate condizioni economiche sono riunite. Tra l'altro, sono gli Occidentali che per primisono venuti a casa nostra proponendoci mercanzie manufatturate in cambio delle nostre ricchezze naturali ed umane. Siete stati voi, Europei, i primi vù cumprà tramite marco Polo, Vsco de Gama e compagnia. Oggi che cosa sono le commissioni miste con le loro ventiquattro ore piene di dépliant e preventivi ?

L'Italia occupa un posto particolare nei movimenti migratori contemporanei e si compiace del numero importante e sempre crescente della popolazione di discendenza italiana nel mondo. Vi siete forse dimenticati delle grida di sdegno e di rivolta della vostra intera nazione sulle sorti dei suoi cittadini all'estero? Capirete senza difficoltà la mia indignazione davanti alle azioni e reazioni di una parte del vostro paese. " I magliari " con Totò anche se con umorismo descriveva bene le condizioni precarie di chi è costretto a scegliere questa vita.

L'immigrazione rientra in una problematica più ampia: quella nord -sud. Per fermare l'immigrazione bisognerebbe dare lavoro ai disoccupati del Terzo Mondo. Sarà mai possibile ?

Supponiamo che il Terzo Mondo conosca l'occupazione e produca a sufficenza per la propria sussistenza. Dovrebbe poi cercarsi nuovi sbocchi, e con una mano d'opera a basso costo metterebbe in pericolo i prodotti e di conseguenza l'economia dei paesi industrializzati . Conclusione: più lento sarà lo sviluppo del Terzo Mondo, più lunga sarà l'egemonia dell'Occidente, nonostante gli scambi commerciali del bacino pacifico abbiano superato quelli del bacino atlantico. "Do ut des" dicevano i Latini. Ci prestate dei soldi affinchè compriamo ciò che ci offrite.

L'abusivismo dei venditori ambulanti in Italia è precedente all'arrivo dei Negri ed in ogni caso non è una loro esclusiva. Altri come Magrebini, Asiatici, ed Italiani lavorano nelle stesse identiche condizioni. Solo che il colore nero d4ella pelle, che poi milioni di italiani stanno provando a raggiungere sulle spiagge, si nota di più.

All'approccio del 1992 mi meraviglio della reazione degli studenti che sono preoccupati per il loro futuro a causa della presenza di persone spesso senza istruzione, mentre dal 1· gennaio 1993 busseranno alle frontiere milioni di giovani europei che saranno in concorrenza reale con loro: Però il fatto stesso che i giovani ci temono è in qualche modo una vittoria perchè ciò significa che non ci considerano più come degli incapaci ma come dei rivali quindi uguali. Vorrei incitarli a prepararsi nel modo migliore possibile perchè a fare la differenza saranno le loro capacità.

Il problema dell'abusivismo dei venditori ambulanti è economico e richiede quindi delle soluzioni economiche. Lo stato e i commercianti si sentono lesi nei loro diritti, il primo per il mancato pagamento delle tasse, i secondi per concorrenza sleale. Accontentiamoli dunque dando a questi ragazzi uno status, un riconoscimento legale con le dovute autorizzazioni, ma anche con i dovuti obblighi, prima che si manifestassero organizzazioni di stampo mafioso. Gli spiegheremo che ogni paese possiede delle regole e che per viverci bisogna accettarle e rispettarle. Parallelamente occorrerà attivare dei corsi di formazione nel quadro della cooperazione inizia qui/ nel quadro della cooperazione. Perchè cercare in Africa gente da formare quando ce nè tanta qui disposta a tornare a casa? La politica di cooperazione inizia qui. I venditori potrebbero essere raggruppati in centri che avrebbero una funzione sia commerciale che culturale permanente, con un atelier, seminari, incontri ecc.... Questa è la strada giusta verso u

na società multirazziale e multiculturale.

Okondo O. Yombo-Djema

 
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