un paio di giorni fa ho ricevuto una delle consuete telefonate dalla sede del
PR a Roma, per richieste di contributi e/o di mobilitazione su iniziative
varie. Stavolta si trattava di trovare i soldi per organizzare il congresso
del Partito Radicale, verso fine anno a Roma.
Fra gli argomenti uno mi è sembrato degno di fungere da stimolo per un
dibattito in questo spazio: la proposta è di "riportare il Partito Radicale in
Italia". Testuale.
Vengono in mente varie possibilità:
- considerare fallita l'operazione "transnazionale" e agire di conseguenza;
- separare le attività politiche trannazionali da quelle italiane, chiudere
definitivamente la Lista Pannella e rifondare il PR in Italia con le
caratteristiche proprie di partito (concorrente alle elezioni, etc.).
- considerare il transnazionale e le sue battaglie a partire da un Paese (un
po' come a suo tempo la scelta fra "fare il socialismo in un Paese e poi
esportarlo oppure promuovere la rivoluzione mondiale") utilizzando le risorse
statuali, come ad esempio il coinvolgimento di Dini nelle procedure per la
costituzione del tribunale internazionale permanente.
Ho saputo che l'argomento "Riportare il Partito Radicale in Italia" è stato
usato anche in altre telefonate fatte a persone che conosco. Quindi è parte di
una campagna organizzata.
Inoltre la proposta del PR transnazionale di far confluire nella propria
struttura le organizzazioni satelliti (Nessuno tocchi Caino, Non c'è pace
senza giustizia, CORA, ERA, etc.) che fine farà?
Voi che ne pensate?
John
--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem