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Conferenza Partito radicale
Fischetti John - 11 agosto 1998
Intervento di Marco Pannella del 31 luglio 1998

Viste le molte richieste, ho sbobinato l'intervento prelevato in real audio

dal sito di radio radicale. Alcune parole sono incomprensibili o pronunciate

troppo in fretta. Mi sembra però che il senso dell'insieme non ne abbia

risentito. Come al solito l'avvertenza è di tener presente che il testo è la

trascrizione di un testo parlato, quindi senza i minimi requisiti di cura di

sintassi, costruzione e non ripetizione che si trovano in un testo scritto.

Buona lettura.

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Scusatemi la voce, al naturale è molto migliore di quella che sentite. Non vi

preoccupate. Bene.. Ma... io vorrei ricordare una cosa, perché ricordare è un

modo per farla sapere, visto che mi pare non la sa nessuno.

A dicembre dello scorso anno io ho deciso deliberatamente e ragionevolmente di

mettere in discussione delle tappe di salvataggio della mia esistenza

rigorosamente preparate e devo dire con qualche coraggio perché mi sembrava

doveroso ed ero disponibile a rischiare, ma proprio a rischiare, come poi è

accaduto.

Se qualcuno poi dovesse confrontare gli accenni che ho fatto in tutti questi

mesi da dicembre, dicembre incluso da gennaio febbraio e marzo, quello che

stiamo vivendo in questo momento per esempio, tranne la certezza che io

potessi come dire, fisicamente, partecipare alla nostra assemblea, tranne

quella, erano tutte evocate ed incluse, perché, perché a dicembre dello scorso

anno dissi: benissimo, sentite, dobbiamo dircela molto chiaramente, se uno non

crede al partito, non capisce più che cos'è il partito, non capisce più che

cazzo sia essere radicali oggi! Se non avere una storia ed una vita, una

comunità di santi o di non so che cazzo... voglio dire per quale motivo una

persona che non è stata deve divenire radicale.

Qual è il nostro obiettivo, qual è l'obiettivo che riempie in qualche misura

la nostra esistenza poi nel fare le varie cose che facciamo, diciamo da

radicali ed altro.

Il problema è questo. E' innanzitutto. Bene, io dissi a dicembre sentite qui

fra il fatto che ci sono problemi di linguaggio, fra il fatto che ci sono

problemi di eccessi, fra tanti altri fatti, l'unica cosa che mi pare fattibile

è questa: io continuo a cercare di discutere, di provocare molto più l'interno

che l'esterno sull'essere radicali, sulle proposte radicali, sull'altro, e poi

invece di tutto si riesce a discutere tranne appunto della volontà di andare

avanti e, prestando le ragioni, le proprie ragioni a quell'andare avanti,

perché non è possibile andare avanti con i ruoli.

Qualcuno dice di andare avanti, no, quasi sembra velleitariamente, ... e degli

altri che si lasciano convincere giorno dopo giorno ad andare avanti. ... Che

capacità di conversione degli altri potete avere se non c'è questo. E allora

mi pare, io interverrò nel pomeriggio più a lungo, adesso non sono

estremamente pronto a farlo ma avete, abbiamo questa occasione, ciascuno di

noi ha un pacchetto di un'ora, due, tre, quattro, quello che è, no, da

spendere utilmente con gli altri e per gli altri, e insomma , aho, mi si vuol

dire al di fuori, quale altra alternativa al di fuori dei miei fra virgolette

eccessi, al di fuori dell'andare davvero alle armi, andare per delle persone

serie alle armi significa prepararsi magari per tre anni, magari per cinque,

ma prepararcisi davvero. Significa avere una piccola parte della serietà dei

violenti e dei terroristi, che passano a volte praticamente tutta la loro

esistenza a organizzare non so quale colpo maledetto, eccetera. Noi non siamo

in queste condizioni.

In più anche questo pianto greco: non sappiamo cosa siamo, non possiamo andare

avanti, e via dicendo. Certo! Perché una assemblea di persone che non sanno

cosa sono ... Rita: se Marco non ce sta' più me suicido. Io dico posso

ucciderti prima, non è che serve, te lo sto dicendo da cinque anni, no, in

realtà. Tu sai benissimo, non sai benissimo, ma dovresti capire una volta per

tutte che se qualcuno vuole mettere una pietra tombale sul mio contributo al

partito deve dire proprio questo, che se non ci sono io, che io non sono

riuscito a mettere in piedi una realtà con voi, in cui ciascuno, in modo

diverso, è necessario e certo indispensabile, ma se io non ci sono è finita la

storia del partito per dico per noi, e per l'uno o l'altro di noi. Questo vuol

dire che non vale nulla allora.

Sono le nostre ragioni che hanno creato anche i nostri affetti. Sono le nostre

ragioni che hanno creato amori, ideali, slanci ed altro. E queste ragioni

vanno non ritrovate, per carità, ma anche lì, ma perché dobbiamo ritrovare ...

non dobbiamo ritrovare un beneamato cazzo. Guardate, le cose che noi abbiamo

scoperto, fra virgolette, a Budapest, ricordiamolo, perché non lo sanno

nemmeno coloro che si siedono lì al partito radicale.

Noi abbiamo tenuto questo grande congresso del partito radicale, con il muro

che non era caduto, fu una delle componenti che portarono alla caduta del

muro. Ricordate, come dire, i problemi drammatici che scoppiarono fra il

ministero degli esteri ungherese, e quello degli altri Stati, con la Romania

sorprendentemente abbastanza a favore, insomma, ma allora ci fu il "caso"

convocazione del congresso del partito radicale invece che a Belgrado, siccome

vietata, a, da Budapest, e il governo di Budapest, il muro non era caduto, il

governo di Budapest accetta questo sfregio politico che viene portato a

Milosevic, ma viene portato anche agli ortodossi dell'altra parte,

autorizzando questa nostra iniziativa politica.

L'abbiamo fatta, l'abbiamo tenuta. Ma sai, come si va a guardare le nostre

decisioni, ma voglio dire, ma la verità è che noi ormai abbiamo tutti

qualcosa, quindi il partito, come cosa, a cui si accudisce come cura, è

difficile trovare il tempo diretto per... o anche capire, appunto, il partito,

che cosa formalizza dell'esistente del mondo radicale, può o deve

formalizzare. Ma, da questo punto di vista, come volete che noi si riesca a

fare un minimo di ragionamento politico quando, o noi siamo isolati, o

altrimenti siamo pur sempre l'unica forza politica che poteva immaginare, nel

primo semestre di quest'anno in Italia, di ottenere quei po' po' di due

risultati, e uno dei due, devo dire, con uno scontro politico, politico, anche

se hanno impedito che la politicità di questo scontro continuasse a vivere.

E noi non siamo pronti a fare scontri politici. Così come siamo, noi scontri

politici ce li sogniamo, perché il primo scontro politico, eventualmente, è

fra di noi o non esiste. Certo non è che voglio scontri politici fra di noi, e

per farne che cosa, li voglio gli scontri politici con la realtà. Quando Emma

Bonino, Adele Faccio e Mellini si rinchiudono nel carcere non mi ricordo se di

Sollicciano o quale, da deputati, senza un cane della stampa magari che

seguisse, eccetera, erano, come dire, non isolati? Quando abbiamo scatenato

quel po' po' che abbiamo scatenato in Parlamento, o anche in Parlamento

europeo, ... eravamo poco isolati? Eravamo più deboli di oggi, in termini

oggettivi, politici, in termini ragionevoli?

No, io dico una cosa, che se noi adesso fossimo capaci di leggere la nostra

storia e la storia del nostro Paese, la storia che stiamo attraversando, forse

ci renderemmo conto che, appunto, questa storia negata in Italia è ... cioè

... stiamo negando anche noi. Cioè senza averne consapevolezza della sua

destinazione, in realtà poi anche le sue occasioni, non mancate, ma le

occasioni tradite, truffate.

Io oggi sono assolutamente convinto, il che è tecnica, proprio tecnica, che vi

sono stati una serie di colpi, golpe di stato, striscianti quanto volete, ma

precisi, puntuali, con data di inizio e data finale, tenendo presente la

costituzione repubblicana, per impedire il crollo del regime e quindi,

secondo, l'andata al potere di altri, anche nostra.

E io quindi direi, così, come riflessione per il pomeriggio, a mio avviso oggi

uno che aderisca al nostro gruppo, ma, meglio ancora, perché ci sia un gruppo

oggi che abbia la sua ragione, non il suo affetto, il suo amore e via dicendo,

quelle cose le coltiveremo sempre, ma io dico le sue ragioni, e anche ragioni

... e questo io credo, avendo molto riflettuto, e devo dire avendo prodotto

probabilmente questa stagione della mia esistenza con i miei praticamente

eccessi, forse dando un contributo anche teorico e di conoscenza e della

teoria della politica e anche comunque della realtà politica e culturale

italiana, beh, io ritengo che noi dovremmo dire: siccome la politica cammina

sulle gambe delle persone, noi abbiamo lottato contro le idee di questo

regime, abbiamo lottato contro questo regime, ... viene un momento nel quale

l'identificazione e l'identità fra idee, comportamenti e persone e classe

dirigenti eccetera, diventa insuperabile. Bene. Quello è il momento nel quale

devi andare all'assalto e quel gruppo dirigente deve essere abbattuto o deve

vincere.

Io dico che però questo va visto politicamente, non mi preoccupa ...

interrogato che delle brave persone come Ichino? O degli ex personaggi molto

puliti come Silos Labini ed altri o come quella macchietta ormai del nostro

ministro dell'economia, Ciampi, dicono: ma come, questo è il primo momento del

secolo, è la cosa più giusta, il momento migliore. E sì, cosa credete che

dicessero nel 1931, 32, 33, il novanta per cento, in buona fede, il novanta

per cento dei professori liberali o popolari eccetera che aderivano e

giuravano al fascismo se non: "ma è la prima volta del secolo che c'è queste

cose".

La verità è che le verità ideali, culturali, eccetera, sempre meno valgono sul

mercato, come dire, la cultura e sul mercato della scienza. Ma il problema è:

è possibile, ecco? Io dico: beh, ecco, è possibile abbattere, ma dirlo, nel

senso di mandare via, mandare o in galera o fuori comunque, tutti via, il

regime e gli uomini del regime. Tutti gli uomini di questi trent'anni. Io

ritengo che questo sia costruibile, e, punto.

Altra riflessione: ma noi abbiamo la nonviolenza, alla fine. Noi ne abbiamo

quel tanto di teoria neoghandiana o critica rispetto a Ghandi che abbiamo

portato nel mondo da soli in avanti in questi decenni, no, abbiamo, ho

sottolineato, avevamo, come dire, legittimato la speranza che fosse

sufficiente, nel nostro tempo, una versione non dico edulcorata, ma una

versione non tragica o meno tragica di quella normale e tradizionale della

nonviolenza.

Ebbene qui è ora di finirla. Cioè è vero che la scelta nonviolenta ... il

momento che abbiamo consentita, oltre che praticata era la garanzia

all'istituto nazionale dell'assicurazione che avrebbero data la polizza, no,

che tu non avresti avuto nemmeno un raffreddore in quel periodo della tua

vita, perché la moralità ti chiede di non avere il raffreddore, ma

sicuramente poi né morte né ferite né altro, perché, sì, certo, c'era poi

anche chi digiuna, chi digiuna, ma questo era legato ad una situazione più

complessa e comunque non di massa e controllata e controllabile.

Allora per me questo è, io credo, che mi interessa continuare, non continuare,

essere, no, non continuare un cavolo. A me interessa impegnarmi per garantire

quello che Ernesto Rossi , quello che i Rosselli non potevano se non

illusoriamente, tant'è vero che poi ci volle la guerra italiana, garantire che

è possibile la rivoluzione e quale rivoluzione, ed è possibile abbattere

questo regime.

Aggiungendo anche un carico di risentimento rispetto a questo regime che noi

abbiamo vegliato non si formasse nei decenni. Anche in questo stiamo attenti

cioè il problema è governare sentimenti e risentimenti, non legittimare solo

sentimenti e delegittimare i risentimenti. Questa gente, questa classe

dirigente è suicida e assassina. Quando vedo Ciampi dire le cose che dice e le

tranquillità che vengono fuori mi vedo semplicemente quell'azionista - partito

d'azione - no? Andato a Milano con tanti altri, dove con finanza controllata e

... già da allora con comunisti e da cattolici, ha poi vissuto a Roma

eccetera, la Banca d'Italia, in modo che per me è criminale.

Cioè il regime è stato tale perché il controllo il controllo del credito è

stato totale, perché è stato permesso al regime un sacco di cose ... e chi è

che ha garantito dieci anni di non consiglio di amministrazione a Palermo se

non Ciampi e tutti i suoi? Il Banco di Napoli, se non Ciampi e tutti i suoi?

Ora, questi signori da sette anni sono in circolazione, fino a quando sono

stati un po' con noi, primo governo Ciampi, sull'onda del governo Amato, hanno

creato qualche cosa; loro non sono capaci come alleanza sociale di assicurare

il ritmo delle riforme, che Giuliano Amato aveva intuito e che è essenziale.

Perché in Italia il divario, la forchetta fra il ritmo delle riforme e le

riforme poi che cambiano, appunto diventano ... di se stesse è temo molto

grande.

Cioè, qui non voglio dirvi: badate, quindi io vedo la crisi economico-sociale

del regime. No, però io non vedo l'opposto, il pericolo della non crisi

economica e sociale di questi, questa non la vedo. Va bene. Ma insomma, a me

importa la politica. A noi ci importa la politica. Fra noi e la politica, fra

ognuno di noi e la politica, il tempo, le cose, portano a volte delle ... di

barriere non superabili, altre volte superabili, però bisogna anche dare

concretezza alle alternative, lo dico per ciascuno, che vuol dire concretezza,

che insomma, che ciascuno se la conosca, anche perché magari pensandoci può

anche esprimere poi se crede, qualcosa che può servire come suggerimento anche

agli altri.

Insomma vedersi il 28 agosto, 29 agosto, ieri mi pare chi era, Sergino che

diceva che il fatto che ci riuniamo, no, no, Emma, mi pare, che ci riuniamo di

mercoledì giovedì, invece di ... è già una piccola rivoluzione culturale,

esatto Emma? Eri tu? Si, Emma, che non mi ricordavo. Prego?

Interviene Emma Bonino che dice:"Ho detto che l'ho detto io".

Ah, grazie. Devo dire, io faccio una scommessa con te, che almeno un'altra

riunione, diciamo di giovedì venerdì, l'abbiamo fatta. Comunque benissimo. Io

poi che sono sempre un po' fra l'astuto e il figlio di puttana, eh beh, certo,

questa volta questo weekend coincideva con l'ultimo weekend di luglio e

l'inizio delle vacanze, cioè, se questa nostra riunione... Prego? Ecco, non ho

sentito, scusate, Ma, se teniamo presente questo, diciamo che per alcuni aver

fatto il giovedì venerdì invece di venerdì sabato e domenica significa magari

andare in vacanza da venerdì o da sabato, non per te e non per me, ma

insomma... invece che da martedì o dal lunedì precedente.

Ultima cosa, prima di tornarci poi dopo avere seguito il dibattito nel

pomeriggio. Insomma, questo cazzo di partito muore, non è sopportabile e via

dicendo, non esiste, non lo comunichiamo, che cosa vogliamo ... basta, chiuso,

chiudiamolo.

Se lo chiudiamo abbiamo un'altra rottura di palle e io intendo essere al

massimo vigile, cioè, la valutazione commerciale che io mi sentirei di dare,

del tutto radicale, ivi compreso il portafoglio dei contratti o delle altre

cose, è di quaranta, cinquanta miliardi, grossomodo, forse un po' di più,

realisticamente, anche se non è un valore commercialmente esigibile subito, ma

comunque un valore ... che ne facciamo?

Io personalmente preferirei, a questo punto, dare a cinquecento persone una

borsa di studio di un milione e ad una piccola fondazione ad hoc che

garantisca la pubblicazione in un anno ... della storia anticomunista di Mario

Pannunzio ... e della storia anticomunista di tutti i radicali ... Sarebbero

cinquecento persone finalmente interessate anche, no, a far parte della

nostra vita.

E vorrei aprire al massimo, vorrei al massimo usare, a rischio di perderne

molti, gli averi che siamo costretti ad avere, per diffonderli, a pioggia

anche, apparentemente fra virgolette. Non certo per distribuzione nelle

piazze, insomma. Con il compito, se vuoi, di dare la possibilità a molte

persone, di conoscere quello che noi eventualmente possiamo realizzare e che

possiamo dire. E abbattere tutta questa gente.

Io credo che degli ex presidenti della Corte costituzionale, non dico e non

penso né al professor Casavola, né al professor ... ma comunque, ma voglio

dire, vorrei giuristi importanti, né al professor Conso, potrebbero davvero

sul piano tecnico darci dei pareri pro veritate a favore della praticabilità

del sequestro dei beni dei partiti, la praticabilità in termini

costituzionali, insomma, e legali, del sequestro dei beni dei partiti, della

attivazione del codice penale nei confronti ... insomma.

Noi continuiamo a vivere in un Paese nel quale Borrelli ha scelto di mettere

in galera, come sappiamo, A o B, ma ha scelto anche di non contestare

l'associazione per delinquere o un reato più grave al segretario

amministrativo della DC che ha duemila processi o ne ha avuti millecento, e ha

contestato a Berlusconi l'impossibilità insomma ... oggettiva, di conoscenza

di roba della sua azienda mentre non l'ha contestata a De Mita, non l'ha

contestata a nessuno dei leader politici, ma come volete che i segretari

amministrativi per anni, riscuotano tutte quelle cose che poi sono oggetto di

processo e non c'è ... questi sono.

D'altra parte, più ci penso e più, fuori dalle balle, devo dirlo in termini,

vanno messi in galera e vanno denunciati, delegittimati, i magistrati e i

giornalisti. Andiamo a vedere, pubblichiamo, ecco, va pubblicata, in Italia,

una pioggia di volantini di cosettine messe su internet, cioè la differenza

fra un magistrato italiano e un magistrato del mondo, e anche alcune vicende

dei magistrati italiani di trent'anni e più.

Io direi questo, che mi pare possibile che se la gente mi riconosce come

qualcuno che ha, hai visto mai, persino a Bossi gli hanno prestato questa

possibilità, che dice che li butta via, che li butta fuori, che li vuole

mandare in galera, e che forse ci riesce, beh, io penso che quelle

millecinquecento persone o quant'erano a cui io dissi: io tornerò, tornerei,

solo se millecinquecento, mille, quanti erano, mi invitasse alla fondazione di

qualcosa, qualche nuova attività, beh, insomma, è un metodo giusto.

Per il resto, io vi saluto. Ma scusatemi, noi a Budapest dicemmo quarantamila

persone di deputati come ... massimo ... ognuno, nel mondo per raggiungere

rapidamente una repubblica mondiale, fra virgolette, no? Poi, e adesso chi ci

vieta di aggiungere, sostituire questi con ventimila, venticinquemila nomi di

burocrati fra virgolette, del sistema delle Nazioni Unite, delle varie

conferenze, dei vari luoghi anche del privato. Chi è che ci vieta di vedere di

attivare adesso col digitale, lo stesso procedimento che abbiamo, tu e Sergio,

Emma, che avete, che siete riusciti ad assicurare dallo zero e contro tutta la

situazione tecnica e tecnologica del tempo?

Tutto qua, mi pare che uno piglia Budapest2 e dice: deve fare questo, questo e

quello. Cioè gli interrogativi ci sono, perché, come dice D'Elia e gli altri,

fai questi quattro anni, cazzo, se il partito. L'unico problema è che il

partito fa parte di cinquanta comitati e non del ..., in cui si può essere

corrotti, essere inseguiti dalle multinazionali eccetera, lo sto dicendo da

tre anni, poi non siamo capaci di.

E qui viene fuori la mia osservazione a Sergio D'Elia: certo sei molto serio,

va molto bene quello che dici, d'altra parte è poco anche quello che dico

anch'io di volta in volta quando affronto un argomento o un tema, ma è anche

vero che di tutto questo la nonviolenza, la lotta politica, la lotta ideale e

le ragioni per divenire qualcosa che non sia membro della campagna, ma come

etichetta che si raccoglie per le strade, insomma si paga per finanziarla, non

vedo molto altro. Il che non vuol dire che uno non possa fare le due cose, ma

certo, se uno si riunisce per fare queste cose, e l'unica cosa della quale si

parla è della prima, francamente, mi pare che non c'è da attendersi molto per

il futuro. Voilà.

****************************************

--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem

 
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