KOSOVO: E SE IL PREZZO TRAGICO PAGATO DAI KOSOVARI FOSSE IL DAZIO PAGATO DALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE A MILOSEVIC PER NON FARE SALTARE GLI ACCORDI DI DAYTON ?
DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE E DEPUTATO AL PARLAMENTO EUROPEO
Roma, 18 agosto 1998. "Più passa il tempo e più assume coerenza e forza l'ipotesi secondo la quale americani ed europei avrebbero - letteralmente - sacrificato le sorti del popolo kosovaro sull'altare della salvaguardia degli Accordi di Dayton. Difficile spiegarsi altrimenti come mai, avendo approntati tutti i piani politico-militari, dai più dimostrativi ai più pesanti, dall'embargo fino, appunto, a veri e propri piani di intervento armato in Kosovo, l'Europa e gli Stati Uniti abbiano non soltanto rinunciato a qualsiasi attuazione di questi piani - ivi compreso quindi la misura non particolarmente estrema della creazione di una zona di esclusione aerea sul Kosovo (consentendo alle "forze di polizia" di Belgrado di impiegare massicciamente elicotteri e aerei ...) - ma abbiano rinunciato a qualsiasi misura di pressione politico-diplomatica. Nessun embargo commerciale, nessuna interruzione dei collegamenti aerei civili, nessuna creazione di corridoi umanitari, nessun richiamo degli ambasciatori (neppure per co
nsultazione), nessun blocco dei beni economico-finanziari della Federazione Jugoslava all'estero ... Niente. Proprio niente.
Perché ? Per salvare la creatura, il mostro, il "gioiello" della diplomazia internazionale: gli Accordi Dayton. Scambiando il non intervento dell'America e dell'Europa in Kosovo con la "promessa" di Milosevic di non dare attuazione al suo progetto di sabotare questi stessi accordi annettendo la "Republika Srpska" per chiudere in una tenaglia i suoi sempre più scomodi alleati del Montenegro. Una scelta politica, quella dell'America e dell'Europa, del tutto coerente con la linea da loro fin qui perseguita. Una "linea cosmetica" che consegna un intero popolo nelle mani di un criminale comprovato in cambio della salvaguardia di un accordo fallimentare e fallito. Chi può ancora pretendere infatti, dopo tre anni di non attuazione della più importante clausola degli Accordi di Dayton (quella che garantisce il ritorno dei rifugiati nella propria regione, nel proprio paese), che questi accordi potrebbero servire di base alla costruzione di una nuova Bosnia interetnica ? Ancora una volta, dai nostri governi, dalle nos
tre diplomazie, una grande lezione di diritto, di democrazia, di coraggio politico... Non dubito che Milosevic saprà ringraziarli con nuove promesse."
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