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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Centro Radicale - 20 agosto 1998
Abolizione della leva militare e civile: nota per la stampa

LANCIATA LA CAMPAGNA "LEVA LA LEVA" PER L'ABOLIZIONE TOTALE DELLA LEVA MILITARE E CIVILE

Roma, 20 agosto 1998. Nel corso della conferenza stampa di lancio della campagna "Leva la leva" per l'abolizione totale della leva militare e civile, Valentina PIATTELLI, coordinatrice del Comitato "Né giusta né utile" e Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale e deputato europeo, hanno presentato le principali disfunzioni della situazione presente, le principali ragioni che militano a favore della abolizione totale della leva e le prossime tappe operative della campagna.

Principali disfunzioni del sistema attuale

Il sistema attuale è in contraddizione con vari articoli della Costituzione, nonché con le principali convenzioni sulla protezione dei diritti umani, in quanto viola il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e, in particolare, il diritto di adesione volontaria alle associazioni (articolo 3 della Costituzione).

Il sistema attuale, sia nella sua versione militare che civile, non è o non è più rispondente ai compiti di sicurezza e di difesa ai quali si richiama.

Per quanto riguarda il servizio civile questo è diventato una ulteriore forma di assistenzialismo e di statalizzazione dell'associazionismo e del cosiddetto volontariato. Ha inoltre determinato serie alterazioni del mercato del lavoro garantendo a enti e associazioni decine di migliaia di lavoratori a costo zero e al di fuori delle legislazioni in materia di lavoro consentendo peraltro a questi enti di porsi sul mercato dei beni e dei servizi in una posizione di palese privilegio rispetto a qualunque concorrente.

Alcune cifre: nel 1997 i giovani che hanno svolto servizio civile sono stati 54.867. Quanto avrebbero dovuto spendere gli enti e le associazioni attualmente convenzionati con il Ministero della Difesa se non si fossero potuti avvalere dell'opera coatta e gratuita prestata dagli obiettori? La risposta è semplicissima. Abbiamo preso a esempio il caso di un giovane di 28 anni che lavora in un'azienda romana con un contratto di formazione di 5ñ livello per un ruolo esecutivo nel settore del commercio. Questo contratto determina per l'azienda un costo mensile lordo di lire 2.099.748: applicando a 54.867 persone per dieci mesi si ottiene una spesa complessiva di lire 1.152.068.735.160. Dunque ogni anno con il solo servizio civile i partiti della partitocrazia regalano forza lavoro alle burocrazie statali, parastatali e parapartitiche e ai professionisti del volontariato per un valore superiore ai 1.100 miliardi di lire.

Per quanto riguarda il servizio militare, si tratta ormai di un sistema tanto costoso quanto inefficiente rispetto alle attuali e per lo più nuove esigenze di una politica di sicurezza e di difesa. In particolare, come dimostrato in occasione dei conflitti avvenuti successivamente alla caduta della Cortina di Ferro, una politica di sicurezza non può che essere concepita in chiave quanto meno europea e deve essere organizzata per poter svolgere azione di mantenimento o di ristabilimento della pace. Impostazione che richiede una forte professionalizzazione che l'attuale esercito di leva non è in grado di garantire.

Le proposte di "riforma" che il Parlamento si appresta a discutere e a votare hanno come principale obiettivo non quello di assicurare alle Forze Armate una maggiore efficienza ma quello di consolidare ed estendere l'attuale assetto parassitario e burocratizzato del servizio civile.

Se le proposte in discussione dovessero essere approvate, l'"esercito" della manodopera coatta sarà esteso fino a raggiungere le 100.000 o, peggio, le 150.000 unità. E, in questo caso, il regalo di regime finirà addirittura per sfondare la soglia dei 2.000 o dei 3.000 miliardi di lire.

Le prossime tappe della campagna

- raccolta di almeno 100.000 firme di cittadini italiani sulla petizione rivolta alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo;

- presentazione a settembre di una mozione al Senato e alla Camera;

- elaborazione di studi sui costi del sistema attuale sia del servizio militare che del servizio civile;

- campagna di denuncie presso le autorità giudiziarie ivi compreso la Corte europea dei Diritti umani e la Corte di Lussemburgo di casi di palese violazione delle leggi in materia di lavoro e di concorrenza.

Partito Radicale

Tel. 689.791

Fax. 6880.5396

www.radicalparty.org

Né giusta né utile

 
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