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Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 24 agosto 1998
l'economista dell'indiana university

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<>. Michele Fratianni, 57 anni, fiorentino, economista liberista della scuola del Chicago- boys e docente all'Indiana University, non vede nulla di buono all'orizzonte. I rischi politici di una destabilizzazione del quadro internazionale si vanno pericolosamente saldando con l'onda lunga delle crisi finanziarie dei mercati asiatici prima, della Russia oggi. Per non parlare dell'arrivo dell'Euro destinato a dare una nuova configurazione al sistema monetario internazionale.

Professore, cosa la preoccupa di più?

<>.

Non c'entra molto con l'economia...

<Anche a vendere l'arsenale nucleare>>.

Ma dal Fondo non sono in arrivo altri soldi?

<>.

L'ex premier Kirienko ha detto che siamo solo all'inizio ...

Forse lui puntava a fare dell'allarmismo ma è un pò presto per sapere cosa accadrà. In ogni caso la situazione non è confortante. dopo aver svalutato il rublo del 30% ora stanno preparando il consolidamento del debito pubblico.

Significa che la Russia non potrà più attingere sui mercati del credito, ovvero non potrà emettere obbligazioni sia all'interno sia all'esterno del Paese>>.

Fino a che punto il rischio di una escalation militare si lega con il crollo economico della Russia?

<< Sono due eventi che non si possono distinguere l'uno dall'altro per la semplice ragione che Eltsin ha condannato l'intervento armato degli Stati Uniti. Prende i soldi dall'occidente e difende i terroristi, questo è il nesso che i mercati vedono. Sintomo che Eltsin è debole perchè deve accontentare la frangia nazionalista del Paese. I giornali americani hanno già cominciato a lanciare l'allarme sull'aggancio tra il disfacimento economico finanziario della Russia e il terrorismo islamico. Per i servizi segreti Usa questa deve essere la grande paura. Non è un caso che la Casa Bianca abbia apertamente annunciato che bisogna garantire un servizio di sicurezza molto forte sul territorio americano. Un fatto che rende la gente molto nervosa>>.

Lei quindi crede che il default russo abbia effetti più disastrosi della crisi asiatica?

<< Da un punto di vista strettamente economico no. Da quello geopolitico sì. La cosa che fa riflettere è l'accavallarsi di queste due crisi >>.

E sui mercati finanziari cosa accadrà?

<< E' in corso una riallocazione del portafoglio dall'azionario al monetario e obbligazionario. Il boom finanziario risale al lontano 1981 quando l'indice Dow Jones era sotto mille punti mentre oggi supera i 9 mila. Questa esplosione di finanza in America, in Europa e nel mondo è il risultato della deregulation e della globalizzazione dei mercati. Ma anche dell'insicurezza della classe media nei confronti del welfare state. Prevedere la fine di questo ciclo è comunque prematuro anche se correzioni saranno inevitabili. Basta osservare. Basta osservare come le medie imprese Usa quotate in Borsa abbiano già subìto negli ultimi 4 mesi un ribasso notevole, dal 15 al 25%. Un dato positivo comunque rimane : l'assenza di inflazione. L'accelerazione dei prezzi è il vettore che trasforma un boom in recessione>>.

l'Euro cambierà le cose?

<< il suo arrivo rappresenterà uno dei grandi cambiamenti mondiali, alla fine positivo, che però provocherà un forte aggiustamento visto la mole di ricchezza che coinvolge. Ad esempio, verrà modificata la maniera di impstare la politica monetaria, del cambio>>.

Non c'è da stare allegri.

Insomma, il grande ballo è iniziato?

<< Il ballo è iniziato e non durerà poco ma la mia preoccupazione non è tanto economica. Quello che fa paura è il fronte politico e militare. I mercati sono capaci di assorbire tutto da un punto di vista economico ma non riescono ad andare avanti senza stabilità politica. E nel mondo ci sono troppi focolai di tensione>>.

Tornando all'economia c'è da fidarsi delle promesse cinesi di non svalutare il yuan?

<< Assolutamente no. Tra gli economisti c'è la convinzione che quanto più un ministro delle Finanze sostiene che il cambio non si tocca, più aumentano le probabilità che invece avvenga. Tutto comunque dipende dal Giappone, Se Tokio continuerà a svalutare, alla fine anche la Cina lo seguirà>>.

Roberto Bagnoli /corr. sera

 
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