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Radio Radicale Sergio - 1 settembre 1998
CINA: ARRESTATO SINDACALISTA DISSIDENTE =

Pechino, 1 set. (Adnkronos/Dpa) - Il sindacalista dissidente

cinese Zhang Shanguang e' stato arrestato venerdi' scorso per aver

cercato di creare un sindacato indipendente per proteggere gli

interessi dei cinesi licenziati dalle imprese pubbliche. Lo ha

riferito oggi il Centro informazione del Movimento per i diritti

umani e la democrazia in Cina che ha base ad Hong Kong. Il 45enne

Zhang era stato fermato dalla polizia il 21 luglio scorso e da allora

e' rimasto in custodia delle forze dell'ordine nella citta' di

Huaihe. Due agenti si sono recati ieri a casa di Zhang per informare

la moglie del sindacalista, He Xuji, dell'arresto e si sono rifiutati

di riferire alla donna quale reato il marito avesse commesso.

Successivamente, ha aggiunto il Centro informazioni, He e' venuta a

conoscenza che Zhang e' stato accusato di aver messo in pericolo la

sicurezza dello Stato. Il dissidente sindacalista ha gia' trascorso

sette anni nelle carceri cinesi per la sua partecipazione alla

manifestazione del giugno 1989, repressa nel sangue dall'esercito

cinese sulla piazza Tienanmen di Pechino. Il Centro informazioni ha

precisato che Zhang e' affetto da turbercolosi, contratta durante la

prigionia, e non e' ancora guarito.

La notizia dell'arresto di Zhang viene a 24 ore dalla

liberazione dell'attivista Wang Youcai dopo due mesi di fermo nella

provincia dello Zhejiang, nella Cina orientale. Wang era stato

fermato il 10 giugno scorso, insieme a molti altri attivisti, una

settimana dopo la visita del presidente americano Bill Clinton in

Cina.

Wang era stato accusato di voler creare un

partito democratico in opposizione al ''controllo comunista'' del

Paese. Se Wang viene liberato, nello stesso tempo le forze di

sicurezza cinesi stanno portando avanti una campagna di persecuzione

nei confronti del dissidente Lin Xinshu e sua sorella Lin Xinwei.

L'organizzazione ''Diritti umani in Cina'', di base a New York, ha

riferito che i due attivisti sono stati fermati per essere

interrogati ben cinque volte tra il 24 ed il 30 agosto e costretti a

scrivere una ''autocritica''. Malgrado la sorella del dissidente non

avesse nulla a che fare con l'attivita' del fratello, la polizia ha

minacciato lei, il marito di lei, imprenditore, ed i loro figli.

 
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