4.set.1998pag 14
COSA fanno i cinesi nel Tibet? Perseguitano i seguaci del Dalai Lama, insidiano l'identità di un popolo, gettano gli oppositori in galera? Assolutamente nulla di tutto questo. Ce lo assicura una delegazione di senatori e deputati italiani di fresco rientrata da Lhasa e dintorni. I nostri parlamentari italiani, reduci dalla missione in alta quota, hanno dichiarato a un'agenzia di stampa che "l'azione del governo cinese in Tibet ha prodotto e produce effetti di miglioramento della dotazione infrastrutturale, di conservazione dei beni culturali e dell'accessibilità dei servizi in un territorio difficile". Insomma, contrariamente alle impressioni e alle denunce di mezzo mondo, i cinesi stanno facendo bene in Tibet, costruiscono strade e restaurano anche i templi, "spesso danneggiati nel periodo della rivoluzione culturale". E' questa l'idea che si sono fatti Renzo Gubert (Udr), non a caso presidente dell'Associazione parlamentare "Amici per la Cina", Fabio di Capua (Ds), vicepresidente della medesima associazion
e, Valerio Mingone (Ds), Enzo Fragalà (An), Roberto Lasagna (Fi). I nostri parlamentari hanno constatato, ed è anche questa una notizia davvero in controtendenza, "l'ampia libertà di culto" che le autorità di Pechino garantirebbero ai tibetani. Partiti il 20 agosto e rimasti su quelle montagne per alcuni giorni allo scopo di prendere visione diretta della situazione, sono tornati, a quanto sembra, entusiasti del viaggio. Ma non sono riusciti a contagiare Olivier Dupuis, deputato europeo e segretario del partito radicale. Lui parla di dichiarazioni "scandalose e vergognose" che attribuisce a "gite turistiche organizzate" e alla qualità dell'ospitalità offerta "dai migliori alberghi di Lhasa". Fa anche dell'ironia, Dupuis: "I deputati e i senatori italiani hanno scoperto quello di cui le organizzazioni specializzate internazionali non si sono accorte in tutti questi anni: il Tibet è un paradiso! Aspettiamo i particolari sulle visite, che non avranno certo mancato di fare, nelle carceri e nei "laogai", i campi
di lavoro forzati". Intanto, a Reggio Emilia, alla festa provinciale dell'Unità, arriveranno oggi quattro monaci tibetani provenienti da un monastero buddhista di Katmandu. Resteranno fino al 13 settembre. C'è tutto il tempo per chiedere anche a loro come vanno le cose lassù, in Tibet.