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Partito Radicale Roma - 4 settembre 1998
Kosovo/proposta Milosevic: agenzie di stampa

Di seguito la proposta del presidente jugoslavo Milosevic per risolvere la questione kosovara, coś come riportata dalle agenzie di stampa italiane ANSA e AGI, e quelle straniere AFP, AP ed EFE l'1 settembre:

KOSOVO: MILOSEVIC PROPONE ACCORDO PROVVISORIO

Belgrado - Il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic ha proposto oggi ai dirigenti albanesi del Kosovo un accordo provvisiorio della durata dai tre ai cinque anni che accorderebbe alla provincia serba a maggioranza albanese ''un certo grado di autoamministrazione''. Lo ha reso noto un comunicato diffuso dall'agenzia ufficiale jugoslava 'Tanjug'.

Milosevic, che stava ricevendo il mediatore americano Christopher Hill, ha detto che bisogna ''riallacciare al piu' presto il dialogo'' fra Belgrado e i rappresentanti dei partiti politici kosovari.

Questi colloqui avrebbero per obiettivo di ''arrivare a un accordo, sulla base del quale sia possibile stabilire un certo grado di autoamministrazione, dando per sottointeso l'eguaglianza di tutti i cittadini e comunita' nazionali che vivono nel Kosovo'', afferma il comunicato.

Le due parti, ''optando per la comprensione e la tolleranza reciproca'', dovrebbero dichiararsi ''pronte a analizzare, al termine di un periodo di 3-5 anni, il funzionamento di questo accordo e a migliorarlo'', aggiunge il comunicato.

KOSOVO: MILOSEVIC PROPONE ASSETTO PROVVISORIO PER 3-5 ANNI

Belgrado - Un accordo per attribuire al Kosovo un assetto provvisorio, della durata di tre-cinque anni, e' stato proposto dal leader serbo-jugoslavo Slobodan Milosevic in occasione del suo odierno incontro a Belgrado con Christopher Hill, inviato americano per il conflitto nella regione serba a maggioranza albanese. Lo hanno reso noto fonti della Presidenza jugoslava alla fine del colloquio. L'intesa a termine, secondo un comunicato, si baserebbe sulla disponibilita' di "ambedue le delegazioni", cioe' una per il governo federale e una per i separatisti kosovari, "a esaminarne i risultati" dopo un periodo indicativativamente compreso "fra i tre e i cinque anni", e "a migliorare gli aspetti su cui si concordi che e' necessario". Proprio Milosevic privo' nell'89 il Kosovo dell'autonomia di cui godeva dai tempi di Tito. Negoziati con il potere centrale non sono mai stati possibili, peraltro, anche per le divergenze tra radicali e moderati in seno al movimento irredentista albanese.

Hill dal canto suo ha riferito di aver sollecitato Milosevic a un "maggiore coordinamento" del suo governo con le agenzie umanitarie, che hanno spesso lamentato problemi nell'ottenere i visti per il loro personale. "Ci sono state difficolta' d'accesso in Kosovo", ha sottolineato l'inviato Usa, pur riconoscendo "qualche miglioramento di recente". Nel frattempo l'Acnur (l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati) ha annunciato l'allestimento del piu' consistente convoglio di soccorso mai destinato agli sfollati albanesi: sedici camion carichi di aiuti, riservati in primo luogo a 55 mila persone nelle aree centrali e occidentali della regione, specie nei circondari di Pec e Malisevo.

Stando all'agenzia di stampa jugoslava "Tanjug", Milosevic ha invitato a riprendere quanto prima il dialogo, cosi' da concludere un accordo su "un adeguato livello di auto-governo", comprendente tra l'altro "l'eguaglianza per tutti coloro che vivono" nel Kosovo. Si tratta di una formula in apparenza ben lontana dall'indipendenza totale (peraltro esclusa dallo stesso Occidente) che reclama l'Uck, l'Esercito di Liberazione albanese; ma anche dalle garanzie di "sostanziale autonomia" richieste dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nella risoluzione approvata all'unanimita' il 31 marzo scorso, poco dopo le prime repressioni serbe in grande stile.

Alla proposta di Milosevic il rappresentante Usa non ha fatto esplicito riferimento, limitandosi a definire "fruttuoso" e "buono" il colloquio. "Stiamo lavorando a un cessate-il-fuoco", ha spiegato Hill, ambasciatore americano in Macedonia, aggiungendo che le parti stanno valutando le misure per il ritorno alla normalita' nella vita civile, il funzionamento delle istituzioni locali e il rispetto dei diritti di ambedue le etnie.

Per la prima volta Milosevic ha fatto pubblicamente accenno al "caso Klecka": il villaggio albanese dove le forze di sicurezza avrebbero rinvenuto le prove della fucilazione di una ventina di serbi, i cui cadaveri sarebbero poi stati inceneriti dall'Uck. "I cittadini sperano, con ragione, che il terrorismo sia estirpato", ha commentato il presidente jugoslavo. "Non appoggiamo la lotta armata", ha aggiunto dal canto suo Hill, "e il capo degli albaneis moderati, Ibrahim Rigova, condivide la nostra opinione a questo proposito", ha concluso.

 
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