APPELLO AL GOVERNO ITALIANO.Roma, 8 sett. '98 - Dopo le esecuzioni in Palestina dove per la prima volta non è stata commutata la pena di morte in ergastolo ma applicato il codice militare, si è appreso che in Kenia, ieri, sette ragazzi sono stati condannati a morte per il furto di due stecche di sigarette, un orologio a cucù, 20 chili di fagioli e l'equivalente in moneta locale di 400 mila lire. Se scarse sono state le reazioni per i due poliziotti palestinesi passati per le armi, rischia di essere completamente ignorata la nuova notizia che giunge dall'Africa via Internet e che rende più evidente la violazione dei diritti umani e lo scarso valore dato alla vita umana. Alla condanna dei sette kenioti si è arrivati con la testimonianza del commerciante derubato che avrebbe riconosciuto le voci dei presunti colpevoli, al momento della condanna incensurati, come ha riportato il quotidiano "The Nation". Il Paese è sull'orlo della guerra civile e queste condanne sembrano rientrare in una politica di stato d'emergenza. I dati sul Kenia dico
no che sono oltre 700 i detenuti nel braccio della morte.
Nessuno tocchi Caino rivolge un appello al Governo italiano perché direttamente e anche attraverso l'Unione Europea intervenga con decisione per ripristinare il rispetto delle norme internazionali relative alla pena di morte che non può essere prevista per reati minori come è il furto e comunque per contribuire a bloccare qualsiasi esecuzione.
Ufficio stampa
Tel. 06/68979214