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Conferenza Partito radicale
Orofino Veronica - 26 settembre 1998
DEAR SLOBO, L'AMERICA TI RISPARMIA

Certe volte la giustizia deve cedere il passo al realismo politico, per il bene della giustizia stessa>>. Detro questa frase di uin ex funzionario del governo americano, c'è forse la spiegazioe della strategia che Washigton ha usato fio ad oggi nei confroti di Karadzic, Mladic, e sopratutto di Milosevic.

Richard Holbrooke,l'artefice degli accordi di Dayton appena omiato ambasciatore americano all'Onu, non è un amante dei compromessi, e nel recente libro TO END A WAR ha scritto che secondo lui l'alternativa fra idealismo e realismo in politica estera tanto cara a Kissinger, non esiste. Gli Stati Uniti, a giudizio di Holbrooke, possono benissimo conciliare i propriinteressi con la difesa dei diritti umani, ma tutto va fatto a tempo debito. <> dichiara a Liberal il neo ambasciatore, <>.

Holbrooke però no cita Milosevic, e washingto non ha ancora cerato di catturare con la forza Karadzic e Mladic, per realismo politico.

<>, spiega Vincent Cannistraro, ex responsabile dell'itelligence nel Consiglio per la Sicurezza nazionale, <>. Per Milosevic invece il discorso è diverso e anchepiù complicato. Warren Zimmermann, l'ultimo ambasciatore americano nella Iugoslavia unita, lo descrive come <>. Zimmermann si dimise dal Dipartimento di Stato, accusando gli Stati Uniti di essere troppo morbidi con Belgrado, ma Holbrooke ha raccolto i parte la lezione, e la sua mediazioe del 19

95 terminò con il successo di Dayton perchè convinse Washington a bombardare i serbi. Dopo la pace, però, proprio Holbrooke si è guadagnato la fama di essere amico di Milosevic, i parte per le cose che ha scritto nel suo recete libro.

Holbrooke in realtà possedeva e possiede tutte le informazioni necessarie per svelare i bluff di <>, però frequentandolo ha imparato a riconoscerne le doti di realismo e anche di seduzione.Durante i terribili negoziati alla base Wright-Patterson di Dayton, dove le giornate di lavoro spesso finivano all'alba e ricominciavano alle otto di mattina, Milosevic andava al circolo ufficiali a cantare <> col pianista. In realtà secondo il neo ambasciatore all'Onu, gli accordi di Dayto furono possibili proprio grazie al realismo e alla duttibilità di << Slobo>>, oltre al buon whisky della base militare.

Holbrooke considera Milosevic la chiave della pace in Bosnia e forse la merce di scambio per gli accordi di Dayton fu proprio la promessa che il presidente serbo non sarebbe mai stato incriminato dal tribunale dell'Aja. Nel libro del nuovo ambasciatore americano all'Onu, però, ci sono anche le prove che inchioderebbero <>. karazdzic e Mladic, infatti venivano comandati da Milosevic come burattini, e chiunque abbia letto le pagine di To End a War sa che il vero responsabile della guerra in Bosnia è il leader di Belgrado. Se Washigton non l'ha ancora fatto mettere nella lista dei ricercati dal Tribuale dell'Aja, però, la colpa non è dell'eccessiva frequentazione fra <> e <<.

Milosevic, infatti, è il presidente di uno Stato, e prima di mettersi al lavoro per farlo cadere tramite una campagna internazionale, bisogna avere qualche alternativa credibile per on provocare una nuova guerra civile. Inoltre, la questione Kosovo, regione della Serbia, è diversa rispetto a quella della Bosnia, che al momento dello scoppio della guerra era già uno Stato indipendente. In teoria, duque, dunque Milosevic ha il diritto di negare le richieste della minoranza albanese. Gli Stati Uniti vogliono per il Kosovo l'autonomia che << revocò nel 1989, ma non sono favorevoli alla sua indipendenza, poichè temono che la caduta di Milosevic possa riportare l'inferno in tutta la regione dei Balcani.

di Paolo Mastrolilli

 
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