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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Matteo - 18 ottobre 1998
America

MMMR: CONFERENZA ZIO D'AMERICA

422 18-Ott-98,12:39,L.Candreva,IT,Milano

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Indagine Amnesty sugli Stati Uniti

Ricevo in mail e giro in conf. il seguente messaggio:

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# Questa lista per la distribuzione delle informazioni

# e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International.

# Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a

stampa-owner@amnesty.it

# Riguardo al CONTENUTO dei comunicati, potete contattare

# press@amnesty.it

STATI UNITI: AMNESTY INTERNATIONAL LANCIA UNA CAMPAGNA

MONDIALE SULLE

VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NEL PAESE.

Roma - Amnesty International lancia la sua prima Campagna

mondiale

sugli Stati Uniti d'America, incentrata su un ampio spettro di

violazioni dei diritti umani. Negli USA non e' rispettata la

promessa

fondamentale di 'diritti per tutti', e il Paese stesso ha la

responsabilita' di abusi commessi anche all'estero, nonostante

rivendichi

la leadership internazionale in materia di diritti umani.

"In ogni Paese, a prescindere dal suo sistema politico, devono

essere

protetti i diritti di tutti i cittadini. Negli Stati Uniti,

migliaia di

persone sono invece vittime di violazioni dei diritti umani",

dichiara

Pierre Sane', Segretario Generale di Amnesty International.

"Troppo

spesso, sui diritti umani, negli Stati Uniti vengono usati due

pesi e due

misure: ricchi e poveri, bianchi e neri, uomini e donne."

La Campagna di Amnesty International denuncia gli abusi

commessi dalla

polizia e dalle guardie carcerarie - compiuti con strumenti

tecnologicamente avanzati quali attrezzature da elettroshock e

spray

irritanti - la pena di morte, spesso inflitta in modo

arbitrario, iniquo e

razzista e il crescente ricorso alla carcerazione dei

richiedenti asilo.

La Campagna si concentrera' inoltre sui doppi standard

praticati

dagli Stati Uniti in politica estera e in fatto di impegni

internazionali in materia di diritti umani. Gli USA sono molto

attivi nel

parlare di un sistema mondiale di protezione dei diritti

umani, ma sono

riluttanti nel sottoporre a scrutinio internazionale la

situazione delle

liberta' fondamentali nel loro territorio.

"Come maggiore Paese produttore ed esportatore di armi, gli

Stati

Uniti contribuiscono agli abusi dei diritti umani fornendo

equipaggiamento e addestramento a governi e gruppi armati noti

per

aver torturato e commesso omicidi politici e altre violenze",

afferma

Amnesty International. Gli strumenti atti a procurare scosse

elettriche

prodotti dagli Stati Uniti sono stati usati per torturare in

tutto il

mondo e sono ora vietati in alcuni paesi dell'Europa

occidentale e nel

Canada. Strumenti usati o esportati dagli Stati Uniti - come

ceppi,

manette da pollice, strumenti da elettroshock e spray

irritanti - per loro

stessa natura favoriscono la pratica della tortura e dei

maltrattamenti.

"Gli Stati Uniti non stanno facendo abbastanza per assicurare

che tali

strumenti non vengano utilizzati per violare i diritti umani.

Le leggi del

Paese non affrontano il problema", segnala Amnesty

International.

Un caso esemplare e' quello della Turchia dove, secondo le

informazioni diffuse dal Dipartimento di Stato nel 1995,

esistono

prove "assai attendibili" che equipaggiamenti militari forniti

dagli Stati

Uniti siano stati usati nell'ambito di operazioni di

evacuazione nel corso

delle quali hanno avuto luogo violazioni dei diritti umani. Le

unita'

speciali della gendarmeria e della polizia turca - due delle

forze piu'

frequentemente accusate di omicidi politici, "sparizioni" e

torture -hanno

usato fucili d'assalto, lanciagranate ed elicotteri ottenuti

dagli Stati

Uniti.

Nel 1997, per effetto delle pressioni internazionali, gli

Stati Uniti

hanno sospeso alcune esportazioni di armi verso la Turchia ma,

secondo

informazioni recenti, questa sospensione non e' stata

completa.

Nell'aprile 1998, una societa' statunitense stava negoziando

la vendita di

10.000 strumenti da elettroshock alla polizia turca,

nonostante sia da

tempo accertato che quest'ultima pratichi la tortura

elettrica.

"In considerazione del proprio ruolo guida nel mercato

mondiale delle

armi, gli Stati Uniti dovrebbero mirare alla piena trasparenza

per tutti i

trasferimenti e adottare un codice di condotta che impedisca

ai Paesi che

praticano la tortura di acquisire tecnologia e know-how",

sottolinea

l'organizzazione per la difesa dei diritti umani. "Ogni

trasferimento che

puo' contribuire ad abusi dei diritti umani deve essere

fermato

immediatamente".

Amnesty International critica inoltre il criterio selettivo

del

Governo degli Stati Uniti nel condannare le violazioni dei

diritti

umani negli altri Paesi. "Le autorita' statunitensi fanno

presto a

criticare le violazioni dei diritti umani in Paesi che

ritengono

ostili, ma sono riluttanti ad agire quando gli abusi sono

commessi da

Paesi alleati o quando i loro interessi politici o economici

ne potrebbero

risultare compromessi," dichiara l'organizzazione.

Il persistente rifiuto degli Stati Uniti di criticare le

palesi

violazioni dei diritti umani commesse da Israele nei confronti

della

popolazione palestinese, la loro passivita' nell'affrontare le

gravi

violazioni in Arabia Saudita, e la sottovalutazione dei

massacri in

Ruanda sono solo alcuni esempi. Gli Stati Uniti hanno piu'

volte

sottolineato l'importanza delle leggi internazionali e dei

diritti

umani, ma continuano a non appoggiare e rispettare tali

standard.

"Come puo' un Paese che si e' rifiutato di ratificare i

trattati

internazionali sui diritti dei bambini essere un esempio per

la

comunita' internazionale in fatto di diritti umani?" si

domanda

Pierre Sane'. "E come puo' la comunita' internazionale inviare

un

messaggio chiaro che atti quali il genocidio ed altri crimini

contro

l'umanita' non saranno piu' tollerati, quando un Paese come

gli Stati

Uniti si oppone attivamente alla creazione di un Tribunale

penale

internazionale indipendente ed efficace?"

L'appello di Amnesty International per un maggiore rispetto

dei

diritti umani negli Stati Uniti fa parte di una Campagna

intesa a

promuovere tali diritti per tutti e in tutti i Paesi.

L'organizzazione sostiene che non assicurando a molti dei

propri

cittadini la ricchezza dei diritti civili e politici garantiti

dal

diritto internazionale -nonche' dalla Costituzione degli Stati

Uniti e dal

Bill of Rights - le autorita' federali e dei singoli stati

disconoscono,

al tempo stesso, l'importanza di quei diritti in altri paesi.

"In fatto di diritti umani gli Stati Uniti non hanno le carte

in

regola per compiacersi, sia per quanto riguarda alcuni settori

della

societa' americana che per il loro ruolo sulla scena

internazionale,"

sostiene Amnesty International . "E' ora che il Governo degli

Stati Uniti

la smetta di ricorrere ad un criterio selettivo e cominci a

modificare la

propria condotta e le proprie leggi affinche' siano conformi

ai principi

internazionali in materia di diritti umani".

Da oggi oltre un milione di soci di Amnesty International in

tutto il

mondo chiederanno un rinnovato impegno alle autorita' degli

Stati Uniti

affinche' la protezione dei diritti umani sia messa al centro

della

politica interna ed estera degli Stati Uniti. FINE DEL

COMUNICATO

6 ottobre 1998

Per informazioni: Anita Joshi, tel. 06 44901 - 06 4490224/3 -

0336

860722

Per interviste: Daniele Scaglione, tel. 0348 6542054 Il sito

internet della Campagna USA di Amnesty International si trova

alla

pagina http://www.rightsforall-usa.org

GLI ASPETTI PRINCIPALI DELLA CAMPAGNA STATI UNITI D'AMERICA DI

AMNESTY INTERNATIONAL

Brutalita' diffusa e persistente da parte della polizia : gli

abusi

da parte della polizia rappresentano un problema cosi' diffuso

negli Stati

Uniti che ogni anno milioni di dollari vengono elargiti alle

vittime.

Giungono frequentemente notizie di trattamenti discriminatori

nei

confronti di comunita' razziali o etniche; gli afro-americani

arrestati

per reati minori, ad esempio, sono particolarmente vulnerabili

alla

brutalita' della polizia. La maggior parte delle denunce

riguardano

pestaggi da parte di agenti di polizia effettuati nel corso di

arresti o

perquisizioni, in occasione di posti di blocco o scontri di

piazza,

soprattutto nei quartieri popolari, in cui vivono numerosi

appartenenti a

gruppi minoritari.

Molte persone fermate dalla polizia sono decedute mentre

venivano

immobilizzate a faccia in giu', con i polsi e le caviglie

legati

strettamente tra loro. Diversi dipartimenti di polizia hanno

bandito

questo sistema di immobilizzazione, ma altri continuano a

farne uso.

Violenze fisiche e sessuali endemiche contro i prigionieri:

l'attuale

risposta degli Stati Uniti al crimine e' incentrata

sull'imposizione di

punizioni sempre piu' dure e il Paese ha oggi una delle

popolazioni

carcerarie piu' numerose del mondo. In alcune delle prigioni

piu' grandi

si registra un alto livello di violenza di detenuti contro

detenuti -con

le guardie, talvolta, che incitano alle aggressioni o che

comunque non

fanno nulla per porvi fine. Inoltre, i detenuti sono stati

picchiati dalle

guardie e sottoposti ad abusi sessuali tra cui lo stupro, un

vera e

propria forma di tortura.

Uno sviluppo particolarmente inquietante e' la crescita delle

unita' di

sicurezza ad alta tecnologia nelle quali prigionieri - tra cui

donne

incinte - vengono posti in isolamento a lungo termine o

addirittura in

permanenza. I prigionieri, molti dei quali affetti da

patologie o disturbi

mentali, vengono spesso immobilizzati con strumenti meccanici

per ore o

giorni interi. Nonostante sia bandito dagli standard

internazionali,

l'incatenamento dei prigionieri - compreso il loro

trasferimento con ferri

alle caviglie - e' diffuso nel sistema penitenziario degli

Stati Uniti. In

alcuni distretti sono state incatenate perfino le donne

incinte.

Non tutti i settori della societa', tuttavia, sono ugualmente

toccati da tale situazione. In un Paese che ancora non si e'

liberato dalla

discriminazione razziale, oltre il 60 per cento dei

prigionieri appartiene

a minoranze razziali. In alcuni stati dell'unione, un terzo di

tutti i

giovani afro-americani di sesso maschile sono in prigione, in

liberta'

condizionata o in liberta' vigilata.

Pena di morte - una punizione arbitraria, iniqua e razzista:

la pena

di morte negli Stati Uniti rappresenta uno strumento di

propaganda

politica e viene applicata in maniera razzista. Bianchi e neri

sono

vittime di crimini violenti in misura piu' o meno uguale ma

l'82

percento dei prigionieri messi a morte a partire dal 1977 era

stato

condannato per aver ucciso dei bianchi.

Continuano negli Stati Uniti, in violazione degli standard

internazionali, le esecuzioni di prigionieri affetti da

patologie

mentali e di minori all'epoca del reato. Inoltre, proprio nel

momento in

cui si sta assistendo ad una preoccupante crescita delle

esecuzioni, molti

imputati di reati capitali non hanno accesso ad una assistenza

legale

adeguata.

La maggior parte degli stati ha adottato come metodo di

esecuzione

l'iniezione letale, sostenendo che si tratta di una forma di

esecuzione "piu' umana". Tuttavia, la crudelta' della pena di

morte

e' indubbia, quale che sia il metodo usato; in molti casi il

decesso dei

condannati si e' fatto attendere a causa delle difficolta'

incontrate dal

personale medico nel trovare una vena adatta all'iniezione o

perche' hanno

dovuto attendere con l'ago gia' nella vena che i ricorsi

dell'ultima ora

venissero presi in esame.

Imprigionamento di richiedenti asilo: un numero crescente di

persone

in fuga dalle persecuzioni si ritrova dietro le sbarre dopo

l'arrivo

negli Stati Uniti. I richiedenti asilo non hanno commesso

alcun

crimine ma vengono rinchiusi i prigione insieme a detenuti

comuni.

Contrariamente a quanto avviene per i detenuti comuni, viene

spesso

negata loro la liberta' su cauzione e non sanno quando

verranno

rilasciati.

I richiedenti asilo non vengono distinti dagli altri

prigionieri:

vengono spesso tenuti in condizioni disumane, denudati e

sottoposti a

perquisizioni corporali, messi in ceppi o catene e sottoposti

ad abusi

fisici o verbali. Viene spesso impedito loro di incontrarsi

con i propri

avvocati, con interpreti o con le organizzazioni impegnate a

loro favore.

Le richiedenti asilo donne rischiano piu' degli uomini di

essere detenute

insieme a detenute comuni e le strutture per l'accoglienza dei

bambini

sono carenti; i bambini, in base al diritto internazionale,

dovrebbero

rimanere uniti alle proprie famiglie e mai detenuti.

Riluttanza a rispettare gli standard internazionali: il

livello di

protezione dei diritti umani offerto dalle leggi degli Stati

Uniti e'

spesso carente rispetto ad alcuni standard minimi previsti dai

trattati

internazionali, e importanti diritti internazionalmente

riconosciuti

quale, ad esempio, il divieto di infliggere condanne a morte

ai

delinquenti minorili, non sono sempre contemplati dalle leggi

degli Stati

Uniti. Inoltre, alle persone i cui diritti sono stati violati

negli Stati

Uniti viene negata la possibilita` di fare ricorso ai

meccanismi

internazionali di protezione.

Amnesty International si appellera' alle autorita' degli Stati

Uniti

affinche' mettano fine al criterio selettivo nell'applicazione

del

diritto internazionale, sia dentro che fuori dai confini del

Paese, e

adeguino il diritto interno agli standard internazionali.

Gli Stati Uniti dovrebbero ratificare senza riserve tutti i

trattati

internazionali in materia di diritti umani - in particolare la

Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di

discriminazione contro le

donne, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del

fanciullo e la

Convenzione americana dei diritti umani - e ritirare le

proprie riserve al

Patto internazionale sui diritti civili e politici e alla

Convenzione

contro la tortura.

-----------------------------fine messaggio -----------

--- MMMR v4.80reg

 
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